La Gazzetta dello Sport

L’Italia irrompe in finale Col Brasile tabù da sfatare

La Turchia viene dominata ad Ankara davanti a 11.000 tifosi Tre ko in passato nel match decisivo: si gioca oggi alle 17.30

- Di Valeria Benedetti

«Appuntamen­to a domani (oggi ndr) mi raccomando seguiteci». Paola Egonu in diretta tv «convoca» gli spettatori. E come dirle di no. In versione regina zittisce gli undicimila tifosi turchi del palazzo di Ankara e trascina l’Italia in finale di Nations League. La prima da quando ha assunto questa denominazi­one, ma la quarta se si contano le edizioni del Grand Prix, curiosamen­te tutte contro il Brasile e, le prime tre, finite con l’Italia al secondo posto. Passerà anche dalle bordate di Paola Egonu la chance di mettere le mani per la prima volta su questo trofeo che regala anche un premio alla squadra vincitrice di un milione di euro. E magari oggi il tifo sarà anche un po’ per lei visto che il prossimo anno sarà una delle stelle del campionato turco con il Vakif allenato proprio da Giovanni Guidetti, del quale a fine gara l’opposta ha detto: «Ormai è diventata una sfida con lui, a ogni partita cerca nuovi modi per fermarmi e mi spinge quindi a migliorare per non farmi murare». Ma le buone notizie vengono soprattutt­o da una Nazionale

che si è imposta con straordina­ria facilità in una semifinale che poteva essere insidiosa e mostrando ancora una volta un feeling interno già molto alto che stupisce anche il suo c.t. «Non mi stupisce tanto il livello di gioco - spiega Davide Mazzanti al termine della partita con la Turchia letteralme­nte dominata -, so che si possono esprimere a questi livelli. Però tante di loro

hanno fatto un periodo di riposo molto lungo senza gare e nonostante questo hanno recuperato velocement­e ritmo di gioco, consapevol­ezza e affiatamen­to conquistan­do subito questa finale. E questo ovviamente non era scontato che succedesse».

Dal Brasile al Brasile Cinque anni fa in Cina, nell’ultima edizione del Grand Prix, la finale con il Brasile fu il primo risultato importante di questa Nazionale (in campo c’erano Egonu, De Gennaro, Bosetti, Chirichell­a e Malinov, ndr) che iniziava il suo ciclo con l’allenatore marchigian­o in panchina. «Per noi era una finale importante - conferma Mazzanti - era la prima per quel gruppo e fra quella e questa c’è tanta storia di questa Nazionale. Ora ce la giochiamo, è un gruppo che è cresciuto e maturato e ha una consapevol­ezza diversa». Il Brasile però è sempre un avversario difficile, anche se nella seconda settimana di qualificaz­ione l’Italia l’ha battuto 3-1 in casa loro. «È una squadra che spreca pochissimo e ha la capacità di stare dentro il gioco e portarti all’errore per cui sappiamo che dobbiamo mettere pressione noi sin dall’inizio. Anche noi abbiamo nel nostro dna la capacità di reazione e di determinaz­ione che ci porta a recuperare anche in momenti di difficoltà».

Che ambiente Intanto l’Italia ha dimostrato ancora una volta, dopo la finale dell’Europeo giocata a Belgrado contro la Serbia un anno fa, di non farsi intimidire dall’ambiente ostile. Contro gli undicimila di Ankara Orro e compagne non hanno fatto una piega superando anche quel momento di difficoltà del secondo set senza subire la pressione del pubblico: «Anche questa è una caratteris­tica che fa parte della squadra. Sono giocatrici che hanno accumulato esperienza di queste partite perché ormai ne hanno giocate diverse importanti a questi livelli e le aspettano anche».

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Best scorer Paola Egonu, 23 anni, opposto, anche ieri miglior realizzatr­ice

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