La Gazzetta dello Sport

I muri da ricostruir­e ABBIAMO CASALE, ZIMA... DIFENSORI DEL FUTURO PER SOSTITUIRE I BIG

La Serie A sta perdendo i centrali di grido Gli allenatori devono ricreare un tesoro fatto di tradizione, cultura e insegnamen­ti

- Di Pierfrance­sco Archetti

L

a ricchezza della Serie A è nella difesa. Un antico adagio è sempre di moda, lo testimonia il mercato internazio­nale che stiamo vivendo in questa estate. I più richiesti del campionato italiano, i più pagati, sono i difensori puri: cresciuti come livello tattico-qualitativ­o nel nostro campionato, sono contesi dalle big d’Europa, una categoria in cui faticano a entrare squadre di casa nostra. Kalidou Koulibaly è passato dal Napoli al Chelsea, lo juventino Matthjis de Ligt è in partenza per Monaco, accolto dal Bayern. Milan Skriniar è al centro di una trattativa infinita tra Inter e Psg, con probabilit­à di finire con una firma. Se aggiungiam­o che pure lo juventino Giorgio Chiellini, per limiti di età e il desiderio di un ultimo show meno stressante in California, ha sgomberato le nostre aree di rigore, il campionato sta perdendo i robusti pilastri di una tradizione. Diventerà una pacchia per gli attaccanti, oppure saprà ricreare i nuovi modelli di centrali?

I successori Il compito degli allenatori è quello di trasformar­e la povertà dovuta alle partenze peso in un patrimonio, modellando nuovi giovani attori. Detto che l’interista Alessandro Bastoni, classe 1999, già campione d’Italia e d’Europa è ormai oltre, non può rientrare in questi “saranno famosi”, i ragazzi che già si sono fatti notare nei castelli difensivi si possono dividere anche in sotto categorie: quelli che già hanno vinto o dato dimostrazi­one di affidabili­tà, per esempio Pierre Kalulu, che si è preso un posto da titolare nell’area del Milan scudettato o il nazionale Giorgio Scalvini dell’Atalanta, adattabile anche a centrocamp­o; quelli che hanno ricevuto continuità di presenza e che sono attesi a un ulteriore salto di qualità, vedi David Zima del Torino,

I nomi

Viti dell’Empoli, Leo Ostigard appena passato dal Genoa al Napoli e Nicolò Casale che Maurizio Sarri ha preso dal Verona.

Gli aspiranti Poi ci sono coloro che per mercato o successi sono di fronte a uno sviluppo nedi cessario per avvalorarn­e il cammino. Il neo juventino Federico Gatti, già in nazionale ma senza presenze in A, oppure Caleb Okoli promosso con la Cremonese ma di proprietà Atalanta, o Lorenzo Pirola salito con il Monza (che lo ha sostituito con Andrea Carboni ex Cagliari) e ora mandato a Salerno dall’Inter.

Le qualità Negli stadi silenziati dalla pandemia, quando si sentivano le grida dei giocatori perché le tribune erano vuote, rimbombava più di una volta l’urlo “guarda la palla”, consiglio-ammoniment­o che si dava anche ai bambini qualche decennio fa. Della serie, il calcio non cambia. Ma per i difensori di oggi il proMattia blema non è soltanto quello di guardare la palla per non farsi incantare dalle finte degli attaccanti. Ci sono maggiori ostacoli disciplina­ri, più trappole da simulazion­e, interpreta­zione regolament­ari (fallo di mano in area), richieste tecniche (impostazio­ne sempre più coinvolgen­te) che aumentano i compiti. Nel difensore ideale, personalit­à, concentraz­ione e coraggio si sommano alle doti tecnico-fisiche, all’intelligen­za delle letture, alla potenza nel recupero. Non c’è un vincitore nel duello fra “saper marcare” e “saper impostare”, al centrale moderno si chiedono entrambe le doti. Come il sapersi adattare alle diverse linee, chi va bene “soltanto” per la difesa a tre o a quattro parte già in svantaggio. Fisicità e agilità spesso sono in contrasto, ma devono per forza avvicinars­i nell’attualità di questo ruolo. D’altronde il difensore centrale post Duemila vale come un attaccante, anche sul mercato, basti vedere, come esempio di questi giorni, la quotazione di De Ligt, almeno 80 milioni. Creare questi tesori spetta ancora una volta agli allenatori italiani, forti di un passato florido di campioni. La Serie A sta perdendo alcuni colossi nel ruolo, è al lavoro per plasmare il materiale e riempire questo vuoto.

Il milanista Kalulu ha già dimostrato maturità, Viti e Ostigard sono attesi al salto di qualità

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