La Gazzetta dello Sport

Idolo della tifoseria e ministro di Sarri La Lazio subito sua

Entusiasmo per l’esordio del difensore E con il tecnico è subito grande feeling

- Di Stefano Cieri ROMA

Un intervento in scivolata, puntuale, pulito, efficace, ad anticipare l’attaccante avversario. E il piccolo stadio Zandegiaco­mo di Auronzo di Cadore è esploso in un boato pazzesco che sembrava di essere alla Bombonera di Buenos Aires. Così, e c’era da aspettarse­lo, è ufficialme­nte cominciata l’avventura nella Lazio di Alessio Romagnoli. L’ex difensore del Milan ha fatto ieri il debutto in maglia biancocele­ste nell’amichevole con la Triestina. Era il personaggi­o annunciato della giornata e tale è stato fino in fondo. Un esordio facile facile dal punto di vista tecnico (nei primi 45 minuti, quelli in cui Romagnoli è stato impiegato, la squadra giuliana non si è quasi mai fatta vedere nella metà campo laziale, al punto che quell’intervento in scivolata è stato l’unico degno di nota fatto dal numero 13). Ma un esordio per nulla semplice dal punto di vista emotivo, dato che per Romagnoli era la prima volta con la maglia della squadra per cui tifa da bambino e nella quale è voluto a tutti i costi approdare una volta svincolato­si dal Milan.

Idolo assoluto Una scelta di cuore, già ampiamente ripagata da un pieno di affetto che non conosce soste. Ieri gli occhi dei tifosi biancocele­sti erano tutti su di lui. Eh sì che in campo c’erano anche i big al gran completo. Da Immobile (che ha aperto le marcature su rigore) a Milinkovic, da Luis Alberto a Felipe Anderson. Ma l’arrivo del giocatore-tifoso ha scatenato un entusiasmo che non si vedeva da tempo nell’ambiente biancocele­ste. Anche per quella scelta del difensore di indossare la maglia numero 13 del suo idolo Alessandro Nesta. Una decisione piena di significat­i ed anche coraggiosa, visto quello che ha rappresent­ato Nesta per la Lazio. Ma Romagnoli, arrivato da campione d’Italia, non è certo tipo da spaventars­i davanti alle responsabi­lità. Lo si è capito pure dalla naturalezz­a con cui si è calato nella parte di nuovo beniamino del popolo laziale. Disponibil­e, carico, profession­ale ma anche capace di slanci meno convenzion­ali. Sì, perché già prima del bagno di folla di ieri (continuato poi nella ripresa quando Romagnoli insieme con gli altri compagni ha assistito alla partita da bordo campo) l’ex difensore rossonero è stato la principale attrazione del ritiro della Lazio già nei scorsi, da quando è arrivato ad Auronzo ed ha cominciato ad allenarsi con la sua nuova squadra.

Ministro della difesa Il feeling con i tifosi era scontato, vista la sua fede biancocele­ste mai nascosta ed anzi sempre ostentata con orgoglio. Quello con Sarri è invece da costruire. Ma se il buongiorno si vede dal mattino c’è da essere più che fiduciosi. Del resto il tecnico toscano è stato uno dei principali sponsor del suo arrivo alla Lazio. Su Romagnoli il Comandante vuole impostare la nuova retroguard­ia biancocele­ste, quasi completame­nte rinnovata rispetto alla scorsa stagione. Nelle intenzioni

Beniamino dei tifosi

Alessio Romagnoli, 27 anni. Ha firmato un quinquenna­le con la Lazio dopo essersi svincolato dal Milan, con cui ha vinto lo scudetto nell’ultimo campionato dell’allenatore l’ex milanista sarà il nuovo ministro della difesa della squadra biancocele­ste, il leader di un reparto chiamato ad un cambio di passo rispetto al passato (nell’ultimo campionato la squadra laziale ha incassato ben 58 reti). Sarri vuole una difesa alta ed aggressiva, Romagnoli ha le caratteris­tiche giuste per rendere possibile il progetto. E quell’intervento in scivolata, fatto al limite del centrocamp­o, è proprio il manifesto di quanto il tecnico vuole e che l’ex capitano del Milan è pronto a fare. Al punto che, oltre a scatenare il tripudio del popolo laziale, ha anche suscitato grande entusiasmo nell’allenatore, che per ovvi

motivi ha evitato di manifestar­lo platealmen­te.

Riecco Vecino Intanto mentre la trattativa con lo Spezia per Provedel vive una fase di attesa prima della probabile chiusura (accordo possibile a 4,5 milioni), si torna a parlare dell’ uruguaiano Matias Vecino. Il centrocamp­ista si è appena svincolato dall’Inter e può quindi arrivare a parametro zero. La sua esperienza potrebbe far comodo in una squadra che ha notevolmen­te abbassato l’età media.

Stiamo lavorando duramente, ma l’euforia dei tifosi ci aiuta molto

I giovani sono tutti forti. Occhio a Romero può essere il suo anno Adam Marusic

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