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L’ITALIA NON PUÒ SBAGLIARE MA GAMA È IN FORTE DUBBIO Il capitano ha un ginocchio infiammato e dovrebbe andare in panchina contro il Belgio: «Siamo 23 titolari»

- Di Alessandra Bocci INVIATA A BLACKBURN TEMPO DI LETTURA

iente è per sempre, a parte i diamanti. Ma che Sara Gama, la star più luminosa del calcio femminile di questo millennio, la ragazza che è diventata anche una Barbie, come Billie Jean King, che è stata parte fondamenta­le nella battaglia delle ragazze azzurre per ottenere il profession­ismo potesse finire in panchina nella partita più importante, ecco, questo forse nessuno poteva immaginarl­o. Eppure si può pensare che accada. Perché il ginocchio di Sara è infiammato, bisogna preservarl­a, come si diceva di Giorgio Chiellini, suo omologo alla Juve e in Nazionale, quindi magari questa volta veramente si siederà in panchina. «Mi chiedete come sto, ma io sto così dall’inizio del ritiro. E in ogni caso ricordate che siamo 23 titolari». Sara ha fatto andata e ritorno da Rishton, nel verde alla periferia di Blackburn, al Manchester Academy Stadium, insieme alla c.t. Milena Bertolini, soltanto per partecipar­e alla conferenza stampa che la Uefa fissa nello stadio designato per la partita. Che si gioca contro il Belgio, oggi alle 21 italiane, e c’è da ricordare che per le azzurre c’è soltanto un risultato: il successo. Oltretutto, a causa del 5-1 subito dalla Francia all’esordio in questo campionato europeo, le ragazze della Bertolini sono indietro in qualsiasi classifica. Vincere, sperare che le francesi facciano almeno un punto contro l’Islanda, paese in crescita nel calcio femminile, con numeri orgogliosi: un terzo dei tesserati della federazion­e calcio sono donne. Bello, bravi, però adesso l’aspettativ­a è tutta sull’Italia. Un’uscita di scena potrebbe portare uno stop a un movimento che da poco è tornato a crescere? Tutti dicono di no, ma anche questi sono interrogat­ivi ulteriori, analisi successive. Adesso conta battere le Red Flames, che si presentano con un nomignolo caldo e l’idea di poter fare tesoro, come Francia e Islanda, dei blackout iniziali della formazione della c.t. Bertolini.

Dubbi E allora ecco i dubbi che affiorano. Sulle condizioni fisiche di Sara, che orgogliosa­mente ricorda di sentirsi allo stesso modo dall’inizio del lungo ritiro (40 giorni). Sulla necessità di affidarsi di nuovo alle titolari storiche in attacco non dal secondo tempo, ma da subito: Bonansea e Girelli, probabilme­nte anche Giacinti, in un 4-3-3 elastico come sempre quando gioca la juventina Barbara. Contro il Belgio l’Italia dovrà giocare d’esperienza e di tecnica, perché sul piano fisico difficilme­nte può competere. Ma stride, in questa ricerca della sicurezza e dell’esperienza, l’uscita di scena della ragazza più conosciuta del calcio azzurro. «Ricordatev­i quelle che siamo e quello che abbiamo fatto fino a qui», ha detto Sara parlando nella saletta dell’Academy Stadium. Ma è una leader e come tutte le leader sa che magari in alcune situazioni è necessario abbandonar­e il palcosceni­co e i riflettori.

Prove Sarà davvero quella provata sui campi di Accrington la squadra destinata a cercarsi un posto nei quarti di finale contro la Svezia di Kosovare Asllani, neo milanista, una specie di Ibra con la coda di cavallo? Le opzioni sono molte: Valentina Bergamasch­i, prossima compagna di squadra di Kosovare, potrebbe giocare terzino destro come da ultime prove, ma anche comparire in avanti per ristabilir­e il trio Bergamasch­i-Girelli-Bonansea dato come titolare inciso nel marmo. E se la ragazza del Milan si muovesse in avanti, non potrebbe la c.t posizionar­e Bartoli sulla fascia, con Sara ancora in mezzo insieme a Linari? Alchimie al momento indecifrab­ili, come tutte le alchimie probabilme­nte. Ciò che è certo è che oggi contro il Belgio l’Italia delle ragazze si gioca una bella fetta di futuro, e lo si capisce dalla rabbia contenuta delle parole delle protagonis­te in questi giorni. «Siamo 23 titolari», dice Sara. E’ il leader. Bisogna crederle per andare avanti, anche se magari lo dice a malincuore.

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GETTY Carica Milena Bertolini, 56 anni, c.t. delle azzurre, parla alla squadra

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