La Gazzetta dello Sport

Jacobs, ora il primo obiettivo è tornare sano e a pieni giri

- Di Giorgio Specchia

Che tristezza quel blocco vuoto nella semifinale dei 100 metri. Non è stato il giorno di Marcell Jacobs come l’1 agosto 2021, uno dei più belli dello sport italiano con il doppio trionfo olimpico Jacobs-Tamberi allo stadio Nazionale di Tokyo. Il nostro eroe, l’uomo più veloce, ha dovuto dire addio ai Mondiali di Eugene, vinto dal dolore che lo accompagna da maggio. «Non ero più io, tornerò a farvi sognare» ha detto l’olimpionic­o prima di rinchiuder­si nel silenzio. Una decisione sofferta, presa insieme al suo staff, lo ha cancellato dai Mondiali. Non farà nemmeno la 4x100 che un’estate fa stupì il mondo con l’oro di Tokyo e adesso, senza la locomotiva, vede spegnersi le speranze di podio. Il fisico di Jacobs non esprime più velocità ed è imprigiona­to dalla paura. Così il Marcell degli ultimi mesi ha corso – fin troppo solo con la testa e, tolto di mezzo il rebus-Mondiali, il pensiero è già proiettato agli Europei di Monaco di Baviera dal 15 agosto. C’è tempo un mese, che vola via veloce come uno sprint di 10 secondi. Il rischio è ripetere un altro avviciname­nto pieno di tormenti e ansie, arrivare in

Germania senza energie e con poche certezze tra controlli medici e allenament­i con il freno a mano tirato. Jacobs sta facendo i conti con le insidie dell’anno post-olimpico. Insieme al coach Paolo Camossi ha imparato a gestire la popolarità. L’oro di Tokyo lo ha fatto diventare un patrimonio condiviso da dirigenti, manager

e tifosi: nulla passa più sotto silenzio. Dopo la vittoria sui 60 metri ai Mondiali indoor di Belgrado, l’azzurro sembrava imbattibil­e. I parametri cronometri­ci lo proiettava­no verso una stagione all’aperto da 9”70. Poi un virus preso nella trasferta di maggio a Nairobi, attratto dalla possibilit­à di un grande crono in quota, ha minato il fisico di Marcell che da allora non è stato più lo stesso. Prima di partire per gli Stati Uniti, aveva rinunciato al Golden Gala di Roma e poi al meeting di Stoccolma con un copione che ha anticipato quello visto a Eugene. Jacobs è stato coraggioso ad affrontare la trasferta americana e ha fatto di tutto per partecipar­e ai Mondiali. Doveva esserci perché da numero 1 non poteva mancare nello stadio della University of Oregon e del suo sponsor tecnico. Ci ha messo la faccia in batteria, non si è nascosto. Ma i dubbi alla fine lo hanno travolto. Adesso, smaltita la delusione, è il tempo delle scelte. Che dovranno essere rapide e definitive. La domanda principale è: sì o no agli Europei? Verso Monaco di Baviera bisognerà evitare lo stesso “tira e molla” dei Mondiali. Marcell dovrà uscire dal tormento di visite mediche e risonanze magnetiche per rituffarsi, ma solo quando potrà, a pieno regime negli allenament­i. Lì, nella fatica, tornerà ad essere Jacobs. Da oro olimpico non può permetters­i figuracce, per lui è quasi vietato perdere: non sarà facile capire che cosa fare nel prossimo futuro perché il peso delle decisioni prese è diventato enorme come la sua fama. L’obiettivo è tornare nella routine di tempi, vittorie e premiazion­i ritrovando prima una condizione atletica e mentale ottimale. Gli Europei sono sì dietro l’angolo, ma il calendario gli dà una mano: i treni passano in continuazi­one. L’atletica post-Covid è piena di grandi eventi. L’anno prossimo ci saranno ancora i Mondiali a Budapest, nel 2024 i Giochi Olimpici di Parigi e gli Europei di Roma. L’importante è che Marcell ci arrivi sano, integro, con il motore capace di andare a pieni giri senza paura di farlo saltare alla prima vera accelerazi­one.

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Triste Marcell Jacobs, 27 anni, oro olimpico nei 100 e nella 4x100

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