La Gazzetta dello Sport

Che attacco

- Di Andrea Pugliese INVIATO AD ALBUFEIRA (PORTOGALLO)

i dice che una telefonata a volte possa davvero allungare una vita. Nel caso di José Mourinho magari non avrà poteri ultraterre­ni fino a questo punto qui, ma di certo la vita te la cambia eccome, quello sì. Perché la chiamata fatta a Dybala (anche se in realtà le telefonate con l’argentino sono state più di una, nell’ultimo periodo) ha pesato come un macigno, convincend­o definitiva­mente la Joya prima a prendere in consideraz­ione l’ipotesiRom­a e poi a sceglierla come squadra del suo futuro. Del resto, tra le grandi qualità di Mou c’è anche questa: il saper essere adulante al punto giusto, convincent­e, a tratti trascinant­e nelle convinzion­i. Non è solo una questione di stima espressa e manifestat­a: è anche un fatto di personalit­à e carisma che lo Special mette in campo e trasudano ogni volta che Mou alza il telefono e parla con qualcuno.

Lo scorso anno Del resto alla Roma gli era successo già altre volte di chiamare giocatori da portare dalla sua parte e la percentual­e di convincime­nto è stata praticamen­te vicina al cento per cento. Il primo a ricevere la telefonata di Mou fu Mkhitaryan, nella scorsa estate, quando l’armeno ancora non era convinto di esercitare la clausola di rinnovo con i gialloross­i per un altro anno. Poi era toccato a Rui Patricio (anche se lì Mou aveva giocato praticamen­te in casa, conoscendo­lo da anni) e ad Abraham, con l’inglese che ha ripetuto più volte: «All’inizio non ero convinto di venire a Roma, poi mi ha chiamato Mourinho

e ho cambiato idea». E l’inizio della telefonata con Tammy fu questo: “Vuoi goderti un po’ di sole o stare ancora sotto la pioggia?”. Abraham non ci pensò un attimo in più, dicendo ai suoi agenti di chiudere il prima possibile. Quindi MaitlandNi­les (durante una cena, ma il risultato qui non è stato eccezional­e) e Sergio Oliveira, un altro a cui Mou ha fatto un colpo di telefono lo scorso gennaio, per prospettar­gli il suo ruolo di fiducia nella Roma. «Sergio mi ha dato una grande mano», la chiosa del tecnico prima dell’addio.

Le ultime chiamate

Ma Mou ha alzato il telefono in un momento importante anche nel corso di questa stagione. Meglio, alla fine della scorsa, quando ha iniziato a parlare con Matic per convincerl­o della bontà della scelta romanista. Conoscendo il rapporto consolidat­o che c’è tra i due, anche qui Mou è andato sul velluto. Diversa invece la situazione con Celik, che il portoghese ha dovuto proprio convincere, visto che inizialmen­te il terzino turco aveva dato la preferenza ad altre ipotesi. «Ma poi mi ha chiamato Mou, e lavorare con lui era un’occasione che non potevo farmi sfuggire», la confession­e del turco. E infine, appunto, Dybala: forse la telefonata più pesante, quella che può cambiare radicalmen­te anche il futuro gialloross­o.

In campo Già, ma come giocherà Dybala nella Roma? L’argentino ama da sempre partire da destra, per poi accentrars­i e calciare con il sinistro o inventare qualcosa per la punta. La Roma attuale è ripartita con la difesa a tre e con questa Mou nella scorsa stagione ha utilizzato tre moduli: il 3-4-2-1 (dove Dybala andrebbe a fare il trequartis­ta di destra), il 3-4-1-2 (qui sarebbe al centro, alle spalle dei due attaccanti) e il 3-5-2 (dove può giostrare da seconda punta). In tutte queste situazioni tattiche, però, Paulo rischia di andare in collisione con Zaniolo. Il sogno vero di Mou, allora, è cercare di mandarli in campo insieme, nell’attacco delle meraviglie che sarebbe poi quello con il 4-23-1, con una trequarti alle spalle di Abraham composta da Zaniolo a destra, Dybala come sottopunta e Pellegrini a sinistra. Certo, poi servirebbe­ro gli equilibri giusti, in mezzo al campo i mediani sarebbero chiamati ad un superlavor­o e anche i due esterni d’attacco a rientri difensivi continui. Ma Mou ci lavorerà su, per vedere se arrivarci con un assetto messo anche in sicurezza dal punto di vista difensivo. In caso contrario sarà ancora difesa a tre e Dybala giostrerà lì, a destra, per inventare e costruire meraviglie. Del resto Mou lo ha chiamato anche per questo: è sicuro che con lui la Roma aumenterà in modo esponenzia­le il suo potenziale offensivo. E Paulo non vede l’ora di dargli ragione. Sul campo.

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