La Gazzetta dello Sport

Ibra, ecco la firma «Cammino sul fuoco voglio ancora di più»

Ha rinnovato fino al 2023: guadagnerà un milione più dei bonus simbolici «Sono sempre affamato»

- Di Marco Fallisi

«Voglio stare in piedi sulle dita e camminare sul fuoco: così mi sento vivo». Brucia di passione Zlatan Ibrahimovi­c, e chi pensava che la fiamma potesse spegnersi si sbagliava: la benzina sul fuoco è il nuovo contratto con il Milan, firmato ieri a domicilio. A Casa Ibra, nella villa che Zlatan ha affittato a Padenghe sul Garda per proseguire nella riabilitaz­ione al ginocchio sinistro dopo l’intervento di ricostruzi­one, si sono presentati gli ospiti più graditi, il d.t. Paolo Maldini e il d.s. Ricky Massara, per mettere nero su bianco quanto stabilito nelle settimane precedenti: avanti insieme per un anno. All’infinito, per usare le parole del Milan sui social.

Il contratto Ibra ha firmato fino al 30 giugno 2023, indosserà la sua numero 11 e guadagnerà un milione. Fino a quando non giocherà di nuovo, all’inizio del prossimo anno: i bonus legati al rendimento potranno arricchire la busta paga, anche se non di molto, perché saranno tutti simbolici (e il Milan beneficerà dello sconto fiscale del Decreto Crescita). Ma i soldi, in questa storia, non sono in primo piano: al centro della scena c’è il legame indissolub­ile di Ibra con la squadra che è diventata la sua famiglia. Insieme, lui e il Milan hanno vinto lo scudetto nel 2011 e insieme si sono ripetuti a maggio, 11 anni dopo. L’obiettivo è scontato: ripetersi ancora. E le parole di ieri dello svedese somigliano a un messaggio per tutti, per sé e per i compagni: «Non sono soddisfatt­o al 100% perché voglio di più. Bisogna credere: in un modo o nell’altro le cose arrivano. Mai soddisfatt­o, sempre affamato. Uno che è soddisfatt­o si mette sul divano e si rilassa. Io non voglio». Quello che vuole Zlatan è riprendere a lavorare a Milanello. Ogni cosa a suo tempo: appuntamen­to tra agosto e settembre.

Record Quando Ibra aggiungerà nuove presenze alle attuali 159, avrà festeggiat­o i 41 anni da qualche mese: i 100 gol in rossonero sono alla portata (siamo a 92). All’orizzonte ci sono record da battere: segnare in A farebbe di lui il più anziano di sempre in gol nella storia del nostro campionato (oggi comanda Costacurta, a segno a 41 anni e 25 giorni nel 2007); firmare una rete in Champions (se il Milan andrà agli ottavi) gli permettere­bbe di superare il norvegese Willy Olsen, in gol nel 1960 a 39 anni con il Fredriksta­d nella vecchia Coppa Campioni, e Francesco Totti, in gol a 38 anni in Cska Mosca-Roma, Champions 2014-15. In caso di marcatura multipla, Ibra sorpassere­bbe Inzaghi, doppietta al Real nel 2010 a 37 anni e 86 giorni. Quella notte in campo c’era anche Zlatan, che disse: «All’età di Pippo non sarò come lui, impossibil­e». Qualche volta anche un dio si sbaglia.

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