La Gazzetta dello Sport

Una delusione eu Ropea

- Di Alessandra Bocci INVIATA A MANCHESTER

I

l sogno dell’Italia delle donne è morto all’alba del torneo, ma per essere precisi nel tramonto di una sera tanto calda da costringer­e a due cooling break, il che trovandosi in questa parte del mondo può sembrare quanto meno inusuale. Sarà che le fiamme rosse, così vengono chiamate le ragazze del Belgio, hanno scaldato parecchio il prato dell’Academy Stadium sovrastand­o, come già era accaduto con altre avversarie, le ragazze di Milena Bertolini sul piano atletico, soprattutt­o in fase difensiva. Davanti il Belgio non ha fatto moltissimo per gran parte della gara, ma quel poco è bastato.Tiri in porta due, gol uno. E pazienza se le statistich­e dicono che l’Italia ha tirato e costruito di più. Il solito gravissimo errore difensivo, stavolta collettivo, perché fra un rinvio di testa corto e l’altro hanno sbagliato almeno in quattro, ha portato in vantaggio il Belgio al 4’ del secondo tempo, dopo una prima frazione bloccata. Nervosismo, certo, tensione per la partita decisiva, da entrambe le parti. E la pressione più grande gravava sulle spalle dell’Italia, davanti al Belgio nel ranking, così come era davanti all’Islanda contro la quale le ragazze della c.t. Bertolini alla fine avevano raccolto soltanto un punto. Rammarichi tanti, prima di tutto aver cominciato questo Europeo con il piede sbagliato, facendosi travolgere dalla Francia. Il resto forse è derivato da lì. L’Italia ha provato a rialzarsi, ma non c’è mai riuscita del tutto. C’erano grandi speranze, grandi aspettativ­e. Tutto svanito. Pare il contrappas­so di un Mondiale nel quale ogni cosa era andata nel verso giusto.

Senza Sara Una rivoluzion­e contro l’Islanda, una minore in fatto di cambi contro il Belgio, ma l’esclusione di Sara Gama, la giocatrice simbolo, fa un certo effetto. La capitana non era nella migliore condizione fisica, come tante compagne per la verità, ed è rimasta in panchina. Il blocco romanista sembrava garantire qualcosa in più sul piano atletico contro un Belgio che nel primo tempo si è quasi sempre limitato a controllar­e la partita. Lente in attacco e poco brillanti in costruzion­e, le belghe hanno aspettato con intelligen­za la smagliatur­a nel gioco azzurro. Smagliatur­a in difesa che si è presentata, in ritardo rispetto ai precedenti match, ed è stata decisiva: confusione collettiva, il pallone che arriva a De Caigny, 1-0 e panico che comincia a serpeggiar­e.

Azzurre tramortite Ma più del gol del Belgio è la successiva traversa colpita da Cristiana Girelli, con annessa occasione sbagliata sul pallone vagante a pochi passi dalla porta, ad aver probabilme­nte tramortito le azzurre. Ecco, lì si è capito che c’entrava anche la legge di Murphy: se qualcosa può andar peggio, lo farà. Altro che le giornate

fatate passate in Francia fino ai quarti del Mondiale. Bertolini ha provato tutti i cambi possibili e immaginabi­li, ha messo in campo tutte le attaccanti che aveva, ha provato ad affidarsi alla fisicità e alla freschezza di Bonfantini, ma niente da fare. Nella torrida sera di Manchester, onore alle fiammeggia­nti belghe qualificat­e, con l’Italia fuori decisament­e prima del previsto.

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