CHE OCCASIONE «MI SENTO DA MEDAGLIA» Elena non ferm Arti
Stanotte alle 2.40 finale dell’alto donne senza le favorite russe. L’azzurra che ama anche lavorare a maglia: «Non ho paura»
A
fare la maglia, passione ereditata dalla mamma Lia, non è ancora un fenomeno. Ma il salto in alto, da una quindicina d’anni, le viene benissimo. Elena Vallortigara sferruzza e punta l’asticella. «Sono arrivata a Eugene, luogo che per uno sportivo è il massimo, una decina di giorni fa, con diversi gomitoli e tre lavori aperti – racconta alla vigilia della finale dalla camera del dormitorio universitario condivisa con l’astista Roberta Bruni, di fianco ad Hayward Field -: una maglietta e un top per me e un vestitino per una bimba. Avrei voluto finirne almeno uno. Ma è facile perdere i punti, continuo a incartarmi e a disfare. Mi sa che chiederò supporto al ritorno». Anche in questo sta la dolcezza di Elena, 30enne vicentina di Schio trapianta a Siena da ormai quasi sei stagioni per amore dell’atletica.
Per il podio Stanotte (si parte alle 2.40 italiane, le 17.40 dell’Oregon), in pedana non potrà però permettersi errori. C’è una grande opportunità da sfruttare. Senza le specialiste russe, l’olimpionica Mariya Lasitskene in testa, il cast non è quello che potrebbe essere. E la carabiniera veneta, negli ultimi mesi, ha dimostrato di essere di nuovo competitiva ai massimi livelli. Lo stagionale di 1.98 centrato il 24 giugno agli Assoluti di Rieti vale la seconda prestazione mondiale 2022 all’aperto. E la facilità con la quale sabato ha superato la qualificazione (quattro tentativi riusciti con margine), lascia ben sperare. Solo in quattro, oltre a lei, hanno fatto percorso netto fino all’1.93 necessario per la promozione: le ucraine Mahuchikh e Gerashchenko, l’australiana Patterson e l’uzbeca Salullayeva. «Ero concentrata su me stessa – dice la dottoressa in scienze e tecniche psicologiche – non ho seguito le altre. Ma per come sono le cose, credo che proprio in questo gruppetto ci siano le possibili favorite. Me compresa. Ma con la Mahuchikh davanti a tutte, anche se talvolta, come al recente meeting di Stoccolma, è soggetta a qualche passaggio a vuoto. Poi, un po’ più indietro, c’è la Patterson, che pare aver superato i recenti problemi fisici». La Mahuchick, vada come vada, farà rumore: è qui per dire al mondo che il suo Paese ha bisogno di pace. «L’assenza delle russe? Giusto così, fiancheggiano i killer» ripete.
Duemetrista Miss Vallortigara, talento precoce transitato anche dalle prove multiple, bronzo ai Mondiali allievi 2007 e a quelli juniores 2010, ha sempre dovuto fare i conti con una certa fragilità. Fisica ed emotiva. Mille gli infortuni, spesso seri, coi quali si è dovuta scontrare. E, di conseguenza, i tecnici e le sedi di allenamento cambiate. Nel 2017 è stata a un nulla da smettere. Ma non appena il fisico le concede una tregua, torna a far vedere di cosa sia capace. Come al meeting di Londra 2018 quando, volando a 2.02, è entrata nel prestigioso club delle duemetriste. O, appunto, come quest’anno, sesta ai Mondiali indoor di Belgrado a metà marzo e poi costantemente sopra l’1.92-1.93. «Sto bene e sono tranquilla – ammette – ma quello che si è fatto sin qui conta poco. Si riassetta e si riparte da zero. La progressione prevede 1.84, 1.89, 1.93, 1.96. E da lì si salirà di due centimetri alla volta. Per non correre rischi, entrerò alla misura più bassa, lo scalino da 1.89 a 1.93 è notevole, ma basterà stare sul pezzo. Certe misure non mi spaventano più».
Il tabù Superando la qualificazione, ha intanto infranto un ta
bù. Un’Olimpiade, un Mondiale, un Europeo all’aperto e due al coperto: mai, in una rassegna globale, c’era riuscita. «È la prima volta che affronto impegni agonistici così ravvicinati – spiega - ma è anche vero che l’altro giorno ho speso poco e che negli ultimi due giorni, grazie al mio allenatore Stefano Giardi, che è un matematico e il motivo per cui sono a Siena, ho modulato carichi e intensità, quanto basta per mantenere il sistema nervoso attivo». Al resto, vestitini a maglia compresi, ci penserà dopo.