Marotta: «Vanno uniti conti e competitività Skriniar? Non per forza andrà venduto...»
C’è un crinale sottile, una linea stretta su cui deve ormai muoversi l’Inter. Quanto le pareti si stringeranno ancora da qui a fine agosto dipenderà dal futuro di Milan Skriniar, certo, ma non solo da quello. Pure dalla necessità di conciliare l’esigenze dei conti e quelle della squadra: non sempre è facile stare in equilibrio lì in mezzo. Beppe Marotta, a.d. nerazzurro, lo ha spiegato ieri in una intervista ieri a Dazn in cui ha attraversato passato recente, presente e pure futuro: «Da una parte noi abbiamo l’obbligo di fare una squadra competitiva, ma dall’altra abbiamo il dovere di guardare l’equilibrio economicofinanziario...», è stata la sua ammissione, ben sapendo che il fair play Uefa obbligherà tutti a viaggiare dentro a rigidi binari. Per questo, al momento, nessuno dichiara tecnicamente “incedibile” Skriniar e pazienza se il Psg paia completamente sparito dai radar. Se così fosse, se i qatarioti continuassero a tenersi alla larga da Milano, l’Inter tutta sarebbe ben contenta di tenere lo slovacco ad Appiano. Ma se il club parigino tornasse di colpo alla carica dopo settimane di silenzio e sfondasse con un’offerta quota 70 milioni (cifra a oggi lontana), pure un giocatore tanto amato sarebbe lasciato partire. «Skriniar è fortissimo, non deve essere necessariamente messo sul mercato, assolutamente no», ha tranquillizzato l’a.d. E poi ancora sfiorando i possibili nuovi assalti francesi: «Abbiamo avuto dei contatti nelle settimane precedenti con loro, dopodiché tutto sarà valutato... Queste sono le dinamiche, il tifoso deve stare tranquillo perché la squadra sarà sempre competitiva».
L’equilibrio Le prossime settimane saranno quindi decisive per consegnare a Inzaghi una squadra in forma definitiva: «A mercato concluso potremo fare valutazioni: mi aspetto una stagione aggressiva, con coraggio e voglia di conquistare trofei», ha detto
Marotta. Ma finora all’Inter sono successe talmente tante cose, tra impensabili colpi (e beffe dolorose) in entrata, che forse era necessario fare un punto globale. Un primo sorriso dell’a.d. alla voce Lukuku: «Ringrazio i miei ottimi collaboratori Piero Ausilio e Dario Baccin. Ho ritrovato Rom più leader, molto motivato». Meno buonumore, invece, parlando di Dybala e Bremer: «Su Paulo non c’era spazio non perché non fosse bravo, ma perché non c’era la necessità: tutto, come sempre, è stato strumentalizzato. Si rischia quasi di fare brutta figura, ma non è così. Su Bremer i nostri condizionamenti, legati agli equilibri finanziari, non ci hanno permesso di arrivare a una conclusione. Quando arrivano offerte distanti dalla nostra è giusto che il venditore faccia la sua scelta. Di conseguenza, è sfumata una opportunità...». Ne arriveranno altre, forse, da Milenkovic, per cui si lavora a un prestito con riscatto, a Demiral ormai separato dall’affare Pinamonti con la Dea. Entrambi sarebbero candidati a esser titolari in un’Inter senza Skriniar. Altrimenti, con lo slovacco al timone, occhio a colpi low cost: un po’ come fu sulla fascia l’esperto Young nel lontano 2020.