La Gazzetta dello Sport

Marotta: «Vanno uniti conti e competitiv­ità Skriniar? Non per forza andrà venduto...»

- LE MOSSE SUL MERCATO di Filippo Conticello

C’è un crinale sottile, una linea stretta su cui deve ormai muoversi l’Inter. Quanto le pareti si stringeran­no ancora da qui a fine agosto dipenderà dal futuro di Milan Skriniar, certo, ma non solo da quello. Pure dalla necessità di conciliare l’esigenze dei conti e quelle della squadra: non sempre è facile stare in equilibrio lì in mezzo. Beppe Marotta, a.d. nerazzurro, lo ha spiegato ieri in una intervista ieri a Dazn in cui ha attraversa­to passato recente, presente e pure futuro: «Da una parte noi abbiamo l’obbligo di fare una squadra competitiv­a, ma dall’altra abbiamo il dovere di guardare l’equilibrio economicof­inanziario...», è stata la sua ammissione, ben sapendo che il fair play Uefa obbligherà tutti a viaggiare dentro a rigidi binari. Per questo, al momento, nessuno dichiara tecnicamen­te “incedibile” Skriniar e pazienza se il Psg paia completame­nte sparito dai radar. Se così fosse, se i qatarioti continuass­ero a tenersi alla larga da Milano, l’Inter tutta sarebbe ben contenta di tenere lo slovacco ad Appiano. Ma se il club parigino tornasse di colpo alla carica dopo settimane di silenzio e sfondasse con un’offerta quota 70 milioni (cifra a oggi lontana), pure un giocatore tanto amato sarebbe lasciato partire. «Skriniar è fortissimo, non deve essere necessaria­mente messo sul mercato, assolutame­nte no», ha tranquilli­zzato l’a.d. E poi ancora sfiorando i possibili nuovi assalti francesi: «Abbiamo avuto dei contatti nelle settimane precedenti con loro, dopodiché tutto sarà valutato... Queste sono le dinamiche, il tifoso deve stare tranquillo perché la squadra sarà sempre competitiv­a».

L’equilibrio Le prossime settimane saranno quindi decisive per consegnare a Inzaghi una squadra in forma definitiva: «A mercato concluso potremo fare valutazion­i: mi aspetto una stagione aggressiva, con coraggio e voglia di conquistar­e trofei», ha detto

Marotta. Ma finora all’Inter sono successe talmente tante cose, tra impensabil­i colpi (e beffe dolorose) in entrata, che forse era necessario fare un punto globale. Un primo sorriso dell’a.d. alla voce Lukuku: «Ringrazio i miei ottimi collaborat­ori Piero Ausilio e Dario Baccin. Ho ritrovato Rom più leader, molto motivato». Meno buonumore, invece, parlando di Dybala e Bremer: «Su Paulo non c’era spazio non perché non fosse bravo, ma perché non c’era la necessità: tutto, come sempre, è stato strumental­izzato. Si rischia quasi di fare brutta figura, ma non è così. Su Bremer i nostri condiziona­menti, legati agli equilibri finanziari, non ci hanno permesso di arrivare a una conclusion­e. Quando arrivano offerte distanti dalla nostra è giusto che il venditore faccia la sua scelta. Di conseguenz­a, è sfumata una opportunit­à...». Ne arriverann­o altre, forse, da Milenkovic, per cui si lavora a un prestito con riscatto, a Demiral ormai separato dall’affare Pinamonti con la Dea. Entrambi sarebbero candidati a esser titolari in un’Inter senza Skriniar. Altrimenti, con lo slovacco al timone, occhio a colpi low cost: un po’ come fu sulla fascia l’esperto Young nel lontano 2020.

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