Una freccia in viola Dodò, sì Fiorentina Dribbling e assist al servizio di Jovic
Il brasiliano ha firmato sul campo di Moena davanti a 1500 tifosi. Con lui Italiano avrà una pedina in più per la manovra offensiva
Larghi sorrisi, allegria brasiliana, tatuaggi a non finire e tanta, tanta aspettativa. Finalmente Il quarto tassello , dopo Jovic, Mandragore e Gollini, si è inserito nel puzzle di Vincenzo Italiano. Adesso è davvero ufficiale: Dodò è della Fiorentina. L’ex giocatore dello Shakhtar Donetsk è sbarcato prima di pranzo nel ritiro di Moena con i suoi agenti e ha salutato subito i dirigenti e la squadra. Poi ha partecipato con i compagni al leggero allenamento sul campo sussidiario in preparazione dell’amichevole col Trento, finita 4-1 per i viola. Ma i 1500 tifosi presenti sulle tribune hanno gioito molto di più prima dei gol, quando il brasiliano si è presentato in mezzo al campo con Joe Barone e ha firmato il contratto con addosso la maglia viola. Sulle spalle, il numero 2. Che è quello che avrà per tutta la stagione, con buona pace del vecchio proprietario, Martinez Quarta, che si accontenterà del numero 28. Noblesse oblige.
Che entusiasmo A Moena, c’è stata un’euforia pari a quella respirata per l’arrivo di Luka Jovic. I tifosi, e la società, si aspettano tantissimo da Dodò. anche i compagni. Basta registrare le dichiarazioni di capitan Biraghi i in serata: «Ho giocato contro Dodò ed è davvero un gran giocatore. Penso che sia un rinforzo importantissimo per noi. Ha avuto varie vicissitudini in Ucraina ma è ancora giovane ed ha acquisito esperienza europea. Questo ci servirà molto. E’ serviti da Dodô in questa stagione, in 14 partite con lo Shakhtar Donetsk. Il campionato ucraino si è fermato per la guerra e lo Shakhtar ha vinto il titolo davvero un grandissimo acquisto».
Assist ed esperienza
Le vicissitudini di cui parla Biraghi sono ovviamente legate alla guerra in Ucraina. Dodò, come tutti gli altri giocatori impegnati in quel campionato, hanno dovuto interrompere la stagione e scappare. Lo Shakhtar di De Zerbi era in testa al campionato e gli è stato assegnato il titolo. Dodò ha contribuito con 4 assist. Il brasiliano cresciuto nel Coritiba ha soltanto 23 anni, ma negli anni ucraini ha potuto farsi una discreta dose di esperienza in Champions League, dove ha già giocato 12 partite. E’ l’esperienza di cui parlava Biraghi, e che per una squadra giovane che si riaffaccia all’Europa è davvero importantissima. Per tacere del fatto che a Donetsk si è abituato a vincere trofei (due campionati, una coppa e una Supercoppa d’Ucraina)
Cosa può dare Ma il valore aggiunto di Dodò sta soprattutto nel salto di qualità tecnico che fa con lui la Viola. Per valutare il suo probabile impatto bisogna andare alla stagione scorsa: 2 gol e ben sette assist in 23 partite. Come dire, grande benzina per l’attacco della Fiorentina e per uno Jovic in cerca del grande rilancio. E musica per le orecchie di un tecnico votato all’offensiva come Italiano. Anche Odriozola prediligeva la spinta ma, come dire, peccava di concretezza. Dodò è altrettanto veloce, se non di più, e molto verticale. Ma la vera differenza sta nel fatto che spesso con lo Shakhtar fungeva da costruttore laterale della manovra offensiva, quasi un regista aggiunto, grazie alla visione di gioco e ai piedi buoni. Italiano dunque ha una pedina strategica in più per orchestrare le manovre d’attacco.
Punti deboli Con Italiano Dodò può soltanto crescere. L’allenatore viola però con lui dovrà concentrarsi parecchio sulla fase difensiva, che è un po’ il suo punto debole. Non è molto abituato alla marcatura, perché non è nella sua natura e anche perché ha giocato in campionati diversi, più facili tatticamente (ha fatto anche un passaggio in prestito in Portogallo con il Vitoria Guimaraes). La Serie A, si sa, , è un’altra cosa. Sulla sue qualità non si discute, casomai bisognerà vedere quanto ci metterà ad ambientarsi e rendere in entrambe la fasi di gioco. Ma una cosa è certa: è un uomo su cui puntare per una squadra che ha ambizioni.