La Gazzetta dello Sport

Fioretto d’oro per le azzurre Si vede la mano di Cerioni

- Paolo Marabini

Faceva un certo effetto non vedere le fiorettist­e azzurre sul gradino più alto del podio a squadre per tre grandi eventi consecutiv­i: argento ai Mondiali 2018, argento ai Mondiali 2019, bronzo ai Giochi di Tokyo un anno fa. Ma non era manco facile assorbire prima l’addio di un totem come Valentina Vezzali, poi la pausa per maternità di una forza della natura come Elisa Di Francisca, col contorno della crisi di identità di quel grande talento che risponde al nome di Arianna Errigo. Ieri, al Cairo, il Dream Team è tornato a ruggire, col 17° oro mondiale. E dietro a questa resurrezio­ne - anticipata dal titolo europeo vinto un mese fa, certificat­a dall’argento individual­e della stessa Errigo sia ai Mondiali sia agli Europei e consolidat­a dalla tripletta in Coppa del Mondo di Alice Volpi - c’è soprattutt­o una mano: quella del c.t. Stefano Cerioni, richiamato alla guida dell’arma più titolata della scherma italiana dopo un’Olimpiade senza ori, evento che non si verificava dal 1980. L’olimpionic­o di Seul ‘88, che aveva lasciato le redini del fioretto azzurro dopo i trionfali Giochi di Londra 2012, ha rigenerato un ambiente un po’ sfiduciato, avviando anche un deciso, seppur parziale, rinnovamen­to. Mentre al maschile ha scommesso a occhi chiusi sul giovane Tommaso Marini, non a caso argento individual­e mercoledì, sapendo di avere le spalle ben coperte da due veterani come Daniele Garozzo e Alessio Foconi, tra le donne ha puntato subito sulla purosangue Errigo, di cui si è accollato anche l’onere della guida tecnica: basta caos fioretto-sciabola, fiducia totale, gradi di leader cuciti sulla divisa. E con la certezza Volpi, che ha solo bisogno di continuità per far esplodere le sue innate qualità, ha gettato nella mischia la regolare Francesca Palumbo e la giovane emergente Martina Favaretto. L’oro di ieri - che oggi aspetta l’accoppiata con quello maschile - ci dice che la riscossa è partita. Parigi 2024 è dietro l’angolo. Ripartire così, serve a tutti.

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