Sempre sul ring LE PAURE DI «MI SONO GUARDATO ALLO SPECCHIO... MORIRÒ PRESTO»
L’ex re dei massimi svela nel suo podcast: «La mia data di scadenza si avvicina» Una vita di eccessi, trionfi e tormenti
di «S
ento che morirò molto presto. I soldi non ti rendono invincibile». Dette da Mike Tyson, sono parole che colpiscono. Lui che è stato l’uomo più forte del mondo, e anche uno degli sportivi più ricchi, a 56 anni si scopre debole, vulnerabile, Si è guardato allo specchio e ha visto delle macchioline sul viso: «Wow, la mia data di scadenza si avvicina». L’ex campione del mondo dei pesi massimi ha rivelato tutto questo nel suo podcast “Hotboxin’ with Mike Tyson” al terapista Sean McFarland. Iron Mike sembra tornato il bambino fragile, deriso per l’aspetto fisico e la voce da “fatina”. Ma lo chiamavano anche “testa grossa”, “sudicione”... Così, a 10 anni, ha cominciato a prendere la vita a pugni: il primo ad andare ko sotto i suoi colpi è stato un baby-bullo del quartiere che aveva ammazzato un piccione appena nato. Nel carcere minorile è diventato pugile. Una professione in cui è vietato avere paura della morte o anche solo pensarla. Ora è l’ultimo dei tanti tormenti venuti ad assalire Tyson nel corso degli anni e lui li racconta tutti senza filtri. Nel 2014, durante una trasmissione radiofonica, la rivelazione shock: «Avevo 7 anni, era una persona anziana. È accaduto una sola volta, poi non l’ho più visto. Parlarne
Campione
non mi crea imbarazzo, non me ne vergogno più. Ho continuato a vivere la mia vita, non avevo alternative. Mi portò in un edificio abbandonato e cercò di molestarmi. Non si era mai al sicuro per quelle strade e, dopo un po’, nemmeno in casa». Sul ring Tyson ha cancellato le sue paure per far... paura. È stato il pugile dei record, il più giovane campione del mondo dei pesi massimi a vent’anni battendo Trevor Berbick a Las Vegas nel 1986. Simbolo della forza, il suo animale domestico è stata Kenya, una tigre pagata circa 60.000 euro. Sedici anni insieme: «Quando
TYSON
era cucciola dormivo con lei, la tenevo nella mia stanza. Poi ho dovuto darla via perché ha strappato un braccio a una persona e ha fatto cadere con una testata il mio dente d’oro».
Eccessi e... Cus Mike ha prosciugato il conto in banca anche per la passione smisurata per le auto di lusso. Una collezione di una trentina di esemplari tra cui le Rolls Royce Silver Spur e Corniche, la Mercedes Benz SL Class 560SL, la Bentley Continantal SC e un numero imprecisato di Lamborghini e Ferrari. Ma Tyson, simbolo degli sprechi e degli eccessi, ha saputo anche amare. Alla vigilia del match contro Berbick, raccontò alla Gazzetta dello Sport il suo rapporto con Cus D’Amato, l’allenatore e manager di origini italiane: «All’inizio non lo presi sul serio, trascorsi due settimane a Catskill: boxavo nella sua palestra al piano superiore della locale stazione di polizia e la sera andavo a dormire dalla signora Camille Ewald, la dolce compagna di Cus. Nel settembre del 1980 fui affidato a Cus D’Amato che garantì per me. Così andai a vivere a casa loro. All’inizio facevo ancora il duro, ma poi cominciai ad affezionarmi. Cus teneva al fatto che io tirassi fuori il mio carattere, quel che avevo dentro di me: “Se riuscirai a sviluppare il tuo carattere nel modo giusto, mi ripeteva sempre, questo ti darà la forza di diventare una persona vincente. Un grande pugile, ma soprattutto un grande uomo». Tyson, in parte, ci è riuscito. È stato un grande pugile – uno dei più grandi - fino alla sconfitta del 1990 contro Buster Douglas a Tokyo.
Nel buio Il 1991 doveva essere l’anno della rinascita sportiva. Invece Tyson passò più ore in tribunale che in palestra. «Ha tentato di baciarmi in auto, ma gli puzzava l’alito e l’ho respinto. Mi ha trascinata sul letto e mi ha immobilizzata con un braccio abusando di me con l’altra mano». La 18enne Desirée Washington, concorrente di Miss Black America, denunciò di essere stata violentata da Tyson in una stanza d’albergo di Indianapolis. Alle due di notte, Iron Mike e Desirée, conosciuta poche ore prima, vennero accompagnati in limousine al Canterbury Hotel. Un’ora nella stanza 606 poi, alle 3, la stessa auto riportò la ragazza all’Omni Hotel. La vicenda divise l’opinione pubblica. Il 27 marzo 1992 il giudice Patricia Gifford sentenziò una condanna a 10 anni di reclusione. Tyson ritrovò la libertà il 25 marzo 1995. Nel 1997 prese a morsi Evander Holyfield sul ring e gli tolsero la licenza. Iron Mike, il grande pugile, non c’era più. Oggi fa i soldi coltivando marijuana, legale in alcuni Stati degli Usa. Non è mai diventato un grande uomo, ma un uomo sì. Fatto di errori, debolezze e paure.
Iridato a vent’anni nel 1986 con gli insegnamenti del “coach-papà” Cus D’Amato
Se riuscirai a sviluppare il tuo carattere nel modo giusto, mi ripeteva sempre Cus D’Amato, questo ti darà la forza di diventare una persona vincente. Un grande pugile, ma soprattutto un grande uomo Mike Tyson sull’allenatore