Urlo McLaughlin Record del mondo ... senza ostacoli
La 22enne domina in 50’’68 i 400 hs: «Ma crescerò ancora». In futuro potrebbe passare ai 100 hs o ai 400
AMarita Koch staranno fischiando le orecchie. La tedesca (orientale), oggi 65enne, il 6 ottobre 1985, alla Coppa del Mondo di Canberra, in Australia, divorò i 400 in 47”60, uno dei suoi 16 record del mondo all’aperto, da sommare a 14 indoor. Certo il più prestigioso: resiste tuttora, tra i più longevi tra quelli delle 49 specialità olimpiche. Altra epoca, altre pratiche. Adesso però, all’orizzonte, si profila una ragazza-fenomeno che, quel primato, pare in grado di attaccarlo. È Sydney McLaughlin. L’impresa compiuta dalla 22enne statunitense nei 400 ostacoli di Eugene 2022 – primo record del mondo della rassegna – sarà a lungo ricordata. Ha impressionato, come raramente succede. Talmente sopra le righe, talmente avanti nel tempo, che molti l’hanno già messa sullo stesso piano dell’8.90 in lungo di Bob Beamon a Città del Messico 1968, prestazione iconica se ce n’è una.
Prospettive L’allieva di Bob Kersee, con questo 50”68, ha spostato i limiti. È un tempo così perfetto, così dirompente, da ipotizzare che, se lei stessa non proverà di nuovo a migliorarlo, rimarrà lì per decenni. Tecnicamente da affiancare al 45”94 firmato da Karsten Warholm nella stessa specialità ai Giochi di Tokyo. La ragazza nata in New Jersey - non un errore, non una sbavatura, 14 elegantissimi passi fino alla settima barriera, 15 fino alla decima – ha attaccato come una forsennata dal primo all’ultimo metro: 12”26 ai 100, 24”25 ai 200, 37”02 ai 300. Scavando un baratro tra sé e le avversarie. L’olandese Femke Bol, nel 2022 imbattuta, ha eguagliato lo stagionale: le è rimasta a 1”59. La connazionale
Dalilah Muhammad, primatista del mondo prima dei suoi quattro record consecutivi in 13 mesi, a 2”45. Anche il leggendario Edwin Moses fece quattro primati dei 400 ostacoli. Ma in 7 anni. Sydney, rispetto a quello del mese scorso ai Trials disputati sempre ad Hayward Field, è cresciuta di altri 77/100. E ora, nella lista mondiale all-time, il divario con chi la segue, la stessa Muhammad, è di 90. Per chiarire: nella finale dei 400 donne disputata 35’ prima, sarebbe stata settima.
Il futuro Il tutto, prodigio assoluto, a 22 anni. Vanta record di categoria da quando ne aveva 14. A Rio 2016, a 17, è diventata la più giovane olimpica statunitense dell’atletica dal 1972. E solo Kenenisa Bekele è stato campione olimpico, iridato e primatista del mondo in più giovane età. Quindi, la domanda che sorge spontanea, è: cosa le riserva il futuro? «Adesso voglio pensare a quali altri muri far crollare – ha detto, con tono come sempre serioso, dopo la gara – da qui non potrò che crescere. Ho corso come coach Bob mi ha chiesto di correre, insieme dovremo parlare dei prossimi obiettivi. Questa è l’impresa di un gruppo, di un intero staff». Tra le possibili nuove sfide potrebbero esserci i 100 ostacoli o proprio i 400 piani. Ecco perché alla Koch staranno fischiando le orecchie.