La Gazzetta dello Sport

Jacobs accelera e va già in pista all’inseguimen­to degli Europei

Oggi o domani prime prove. Lunedì una risonanza alla lesione muscolare

- Di Valerio Piccioni ROMA

Il primo, anzi per ora unico imperativo non cambia. «L’obiettivo è guarire», ripete come un mantra Paolo Camossi. L’allenatore di Marcell Jacobs non vuole avventurar­si in tabelle e proiezioni sui tempi di recupero del campione olimpico dopo il vorrei ma non posso che ha bloccato sul più bello la sua avventura al Mondiale di Eugene con la rinuncia alla semifinale. Ma nelle ultime ore, ore più che giorni, c’è un filo di ottimismo che almeno un po’ ha allontanat­o i fantasmi di lunedì, quando quelle quattro parole, «lesione di primo grado», del comunicato federale avevano cancellato la prima diagnosi dell’infortunio americano, l’ipotesi di una semplice contrattur­a.

Domani Ieri, il medico federale Andrea Billi ha visto Jacobs, studiato i riscontri della risonanza magnetica. Nessun comunicato ufficiale, ma c’è un dato indiretto che lascia ben sperare. Jacobs tornerà al campo domani per una prima seduta «a secco» che interrompe­rà la sequenza palestra-piscina osservata in questi giorni. Forse già oggi, il doppio oro di Tokyo potrebbe attraversa­re la strada dal centro sportivo Giulio Onesti, dove ci sono appunto le strutture per il recupero e il lavoro in acqua, e ritornare a lavorare allo stadio Paolo Rosi, la casa dei suoi allenament­i, il posto magico dove fra amatori, ragazzi e atleti paralimpic­i ha costruito la doppia impresa olimpica vincente. Naturalmen­te, si eviterà qualsiasi sollecitaz­ione eccessiva, bisognerà ricomincia­re con molta prudenza.

Due tempi Il ritorno in pista sarà il primo tempo di questo momento cruciale sulla strada per il recupero. Poi lunedì, toccherà a una nuova risonanza magnetica cercare di stabilire come procede la guarigione. È l’esame che ha consentito di capire meglio lo stato delle cose, con più profondità rispetto all’ecografia di Eugene che aveva in qualche modo «nascosto». La lesione del grande adduttore destro è però da considerar­si «lieve» e in via di cicatrizza­zione e la speranza è che la risonanza di lunedì possa rassicurar­e. Insomma, in questo pugno di giorni si dovrebbe capire meglio il futuro della stagione del campione olimpico. Con la speranza che i tormenti di questi mesi possano essere magari superati per la seconda parte della stagione.

«Libero» E qui naturalmen­te si torna agli Europei di Monaco che scattano il 15 agosto. Ci sono 20 giorni di mezzo. Pochi? Tanti? È questo il dilemma. Di certo rispetto a lunedì il quadro sembrerebb­e meno fosco, ma questa stagione, inverno da applausi a parte, è stata troppo ricca di frenate per correre sulla strada dell’ottimismo. Di certo uno Jacobs anche non al

NUMERI 2 Ori olimpici

Ai Giochi di Tokyo Marcell Jacobs l’1 agosto ha vinto l’oro nei 100 metri (9”80) e il 6 agosto ha trionfato con la 4x100 azzurra (37”50)

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Oro mondiale indoor

Il 19 marzo 2022 a Belgrado Jacobs conquista la medaglia d’oro iridata nei 60 metri: l’azzurro chiude la finale con il tempo di 6”41 massimo della forma, ma in condizione fisiche tali da poter scendere in pista, si troverebbe di fronte una concorrenz­a decisament­e abbordabil­e. Ma bisogna fare piano con certi discorsi, lo stesso Camossi dice che Jacobs deve poter correre «libero», senza freni a mano, anche mentali, in grado di condiziona­rlo. Certo, si tratta di sole due gare anche se nella stessa giornata.

Un solo giorno Nei 100 metri, infatti, i primi 12 del ranking passano direttamen­te alla semifinale evitando il primo turno. In pratica, niente Ferragosto, si arriverebb­e subito al giorno 16, con due prove, seppure a distanza ravvicinat­a. Tutto in una sera, dunque. Una situazione vissuta due volte in questa stagione da Jacobs. La prima sulla pista portafortu­na di Savona quando il 18

L’azzurro

Marcell Jacobs, 27 anni, dialoga con il suo allenatore (di spalle) Paolo Camossi, 48: oggi o domani l’azzurro tornerà a “lavorare” in pista al Paolo Rosi

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e il suo tecnico

Verso il 16 agosto C’è ottimismo sul recupero dell’azzurro a 19 giorni dall’esordio di Monaco

maggio, il bresciano di Roma stampò un 9”99 ventoso in batteria e un 10”04 con vento regolare in finale. La seconda agli Assoluti di Rieti, dove in batteria si fermò a 10”17 per poi laurearsi campione italiano con 10”12 nell’ultimo atto della sfida degli Assoluti. A Eugene, nel turno eliminator­io dei Mondiali, Jacobs ha poi ripetuto il suo 10”04, che è per ora la sua cima stagionale. Un tempo che ha in realtà amplificat­o il suo rammarico visto che è stato ottenuto in modo «frenato». Adesso, però, non è più tempo di rimpianti. E poi siamo sempre lì, in quel minuto di strada che separa il Paolo Rosi del ritorno agli allenament­i di domani (o addirittur­a di oggi) dall’Istituto di Medicina dello Sport della risonanza magnetica (di lunedì). Due tappe decisive verso il recupero. Due luoghi distanti più o meno 100 metri. Già, 100 metri, sempre loro.

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