La Gazzetta dello Sport

Milan, Hernandez è l’erede di Maldera terzino goleador

- Di Alberto Cerruti

Aldo Maldera correva veloce in campo e purtroppo anche nella vita, perché ci ha lasciato l’1 agosto di dieci anni fa quando ne aveva soltanto 58. Più piccolo dei fratelli calciatori come lui, Gino stopper nel Milan di Rocco e Attilio difensore del Bari, si affacciò nel grande calcio non con l’iniziale del suo cognome ma con l’etichetta di Maldera III, come si usava negli anni Settanta. Per uno strano scherzo del destino, debuttò nel Milan con la maglia numero 10 del mitico capitano Gianni Rivera, quel giorno infortunat­o, ma poi per tutti è diventato un terzino goleador, sempliceme­nte Maldera, e non più “terzo” perché gli bastò poco per diventare più famoso dei due fratelli. Cresciuto nel settore giovanile, titolare a diciannove anni della maglia numero 3 e promosso sulla fascia sinistra anche in Nazionale da Enzo Bearzot prima dell’esplosione di Antonio Cabrini, Maldera è entrato nella storia rossonera per il suo determinan­te contributo nel campionato in cui il Milan ha vinto lo scudetto della stella.

Era la stagione 1978-’79 durante la quale non saltò nemmeno una delle trenta partite quando il campionato

era a sedici squadre, segnando ben nove gol, tutti su azione e sempre decisivi per altrettant­e vittorie, prima di ereditare la fascia di capitano proprio da Rivera, ritiratosi subito dopo. Un’autentica impresa, perché da allora nessun altro difensore del Milan è riuscito a fare meglio, pur avendo più gare a disposizio­ne in campionato. Mai come adesso, però, il Milan sembra avere trovato il suo

erede, perché Theo Hernandez è già stato paragonato a Maldera per le sue accelerazi­oni sulla fascia, l’ultima delle quali ha fruttato il gol di Messias, l’altro ieri a Marsiglia. Ed è curioso il fatto che ci siano analogie di altro genere che legano i due, perché anche Hernandez, come Maldera, sembra destinato a diventare più famoso di un fratello più

grande, Lucas del Bayern Monaco, e anche lui è del segno della bilancia, essendo nato il 6 ottobre 1997, mentre Maldera era nato il 14 ottobre 1953. Allora sulla panchina rossonera c’era l’indimentic­abile maestro Nils Liedholm e non a caso, un anno fa, il prestigios­o premio dedicato a lui è stato assegnato a Stefano Pioli che lo ricorda per lo stile e la

capacità di migliorare tutti

i giocatori a sua disposizio­ne. E infatti Hernandez oggi, come Maldera ieri, è un punto di forza del Milan, “mai stato così in forma”, come ha riconosciu­to lui stesso dopo l’amichevole di domenica a Marsiglia. E se davvero si sente meglio di un anno fa, quando era alla vigilia del campionato in cui poi ha vinto lo scudetto, Hernandez può andare all’assalto del record di Maldera.

Con la nuova iniezione di qualità di De Ketelaere, i suoi cinque gol in trentadue presenze del campionato scorso potrebbero raddoppiar­e e in quel caso lo scudetto non sarebbe più una sorpresa. Ma soprattutt­o, se davvero il Milan facesse il bis, il gemellaggi­o sarebbe perfetto anche per un ultimo motivo. Perché Maldera rimarrebbe il terzinogol­eador della prima stella festeggiat­a a 25 anni, mentre Hernandez diventereb­be quello della seconda vinta alla stessa età.

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 ?? ?? Scudettati Aldo Maldera, a sinistra, con lo scudetto della stella milanista (1979) e Theo Hernandez, con l’ultimo
Scudettati Aldo Maldera, a sinistra, con lo scudetto della stella milanista (1979) e Theo Hernandez, con l’ultimo

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