La Gazzetta dello Sport

Lo Squalo in diretta

Lanciato con il Tour, il canale ha già 3800 follower. «Sono me stesso, come a casa». Tra i primi ospiti anche Bernal

- Di Alessandra Giardini

La tv tradiziona­le l’ho sempre seguita poco. Non mi sento certo un conduttore

L’ultimo Vincenzo Nibali, quello che intrattien­e pubblico e ospiti della Squalo tv, è nato quasi per caso, dopo il Giro d’Italia. L’idea è stata di Lello Ferrara, che da Under 23 ha vinto il Giro baby (era l’anno Duemila) ma poi nella vita vera ha dovuto reinventar­si: prima di fare le dirette su Instagram con i campioni (è cominciato tutto da lì) si era messo a guidare il camion. Ma che Nibali fosse a suo agio nello studio virtuale lo si era capito dai tempi del primo lockdown, quando aveva rotto l’immobilità delle nostre vite recluse facendo il simpatico nelle dirette Instagram. Sorpresa generale: Nibali fa ridere. Difficile riuscirci quando si è alle gare, «non è sempre possibile dare tutto di sé, bisogna dividersi», ma davanti alla telecamera amica Vincenzo sa essere naturale e spontaneo, «riesco ad essere lo stesso che sono a casa, con i miei amici, quello che magari gli altri non conoscono».

Avremmo dovuto iniziare l’anno prossimo, senza i miei impegni di corridore

I numeri Dai tremila spettatori delle dirette su Instagram al varo della Squalo tv non è stato poi un passo tanto lungo. C’era già Vieri con la Bobo tv, l’idea era quella di allargare il pubblico che tradiziona­lmente segue il ciclismo, di calamitare soprattutt­o i ragazzi. Ecco perché Twitch, che si rivolge soprattutt­o a loro, a quelli che hanno quindici anni più o meno. Meno, in genere. La Squalo tv ha debuttato il primo lunedì del Tour de France, e in un mese ha già raccolto 3800 follower, con 89mila visualizza­zioni a puntata. L’idea è quella di allargare il palinsesto includendo le sintesi di gare giovanili e una diretta di Lello. Mentre il duo Nibali-Pozzovivo continuerà a fare la trasmissio­ne del lunedì sera, non senza qualche difficoltà: dividersi tra due vite — quella del corridore profession­ista e quella del personaggi­o televisivo — non è affatto semplice. Anche un banale collegamen­to può diventare un’impresa con i wi-fi di certi alberghett­i di montagna. «Avremmo dovuto cominciare l’anno prossimo, senza l’impegno delle corse», dice Vincenzo dalla Spagna, dove oggi partirà per la Vuelta a Burgos.

La formula Il format è semplice, tipo quattro amici al bar: c’è Lello Ferrara che fa l’intratteni­tore, Domenico Pozzovivo che fa il Pozzovivo, cioè quello che sa tutto più o meno di ogni argomento, e Nibali che fa Nibali,

CHIACCHIER­E E RISATE TELENIBALI È SUL WEB «BATTITORE LIBERO COME NELLE CORSE»

cioè va a ruota libera, come in corsa, improvvisa­ndo e dicendo tutto quello che gli viene in mente. Tutto ruota attorno all’ospite o agli ospiti di turno. Il primo in assoluto è stato Elia Viviani. Egan Bernal ha scelto la Squalo tv per prendere posizione politicame­nte (cosa che gli ha alienato qualche simpatia nel suo Paese) ma soprattutt­o per annunciare il suo imminente rientro alle corse: uno scoop mondiale. Rigoberto Uran ha raccontato l’altra sua vita, quella da imprendito­re che dà lavoro a oltre trecento dipendenti con i suoi quattro ristoranti e i dodici negozi di biciclette. Ieri sera, in onore del Tour de France Femmes, è andata in onda una puntata tutta al femminile con Elisa Longo Borghini, Silvia Persico e Dorothea Wierer. Anche gli ospiti sono a loro agio: non ci sono mediazioni (né domande scomode), si parla come se si fosse in gruppo (in fondo al gruppo, magari), in una fase di stanca della corsa, quelle che

adesso non esistono quasi più. «Purtroppo è così, si va sempre a tutta, fin dai primi chilometri. Nelle corse non c’è più il momento in cui puoi stare un po’ tranquillo: parti e vai a testa bassa dall’inizio alla fine. È stato così anche a San Sebastian, a tutta forza dal primo all’ultimo chilometro. E se perdi la concentraz­ione un attimo, finisci per terra. Mi ricordo una delle mie prime volte alla Clasica, quasi quasi mi annoiavo».

Il contorno C’è una regista, Chiara, e una serie di giovani collaborat­ori che hanno scommesso sull’idea di Twitch. «Io non voglio avere pensieri. Mi danno la scaletta, mi collego e vado in onda». Non tutte le vite si assomiglia­no. C’è chi si annoia sul divano, e si addormenta davanti alla tivù accesa, Vincenzo invece non è mai stato un grande consumator­e di tivù tradiziona­le. «L’ho sempre guardata poco. Conosco Amadeus, ma anche Carlo Conti. Non ho molti modelli di conduttore. E comunque io non faccio il conduttore». Lui fa Nibali, a tutto gas. Senza freni. Come quando ha detto che l’ultimo Tour gli è piaciuto poco. «È stato un po’ a senso unico, o se vogliamo a due sensi: Vingegaard e Pogacar. Tutto il resto è stato solo un contorno». Niente che possa fargli rimpianger­e di avere 37 anni e una scadenza a fine stagione. «Non vorrei tornare indietro, avere 15 anni in meno. Il mio ciclismo l’ho vissuto in modo diverso: altri ritmi, più divertimen­to». Accendete la tv se volete provare.

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 ?? ?? Che coppia Vincenzo Nibali (destra) con Lello Ferrara, vincitore del Giro baby nel 2000, inventore della Squalo Tv
Che coppia Vincenzo Nibali (destra) con Lello Ferrara, vincitore del Giro baby nel 2000, inventore della Squalo Tv
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Con Pozzovivo, Ferrara, Rodriguez
Nibali Con Pozzovivo, Ferrara, Rodriguez
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Vincenzo Nibali Sulla Squalo Tv

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