La Gazzetta dello Sport

L’Italia attacca con tre punte

MATTEO CAPITANO DÀ SICUREZZA JANNIK BOMBER IN GRANDE ASCESA LORENZO CI METTE LA SUA FANTASIA

- Di Paolo Bertolucci © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Il nostro esperto Bertolucci analizza il momento d’oro del movimento azzurro dopo la vittoria di Sinner a Umago e dà i voti ai protagonis­ti della grande estate: «Con loro possiamo vincere su tutte le superfici»

La calda estate del tennis ha consolidat­o la certezza, per il nostro movimento, di avere un parco giocatori di livello assoluto, in grado di padroneggi­are a dovere le insidie di tutte le superfici. La salute sportiva complessiv­a di una nazione, infatti, si misura innanzitut­to sulla competitiv­ità diffusa, e in questo momento non c’è torneo, in qualunque angolo del mondo e su qualunque tappeto, che non possa vedere un italiano come protagonis­ta fino all’ultimo atto.

Trio meraviglia Dopo aver salutato con soddisfazi­one l’emergere di nuovi ragazzi giovani con interessan­ti prospettiv­e come Zeppieri e Passaro, è evidente che le ultime settimane ci hanno consegnato una gerarchia ben definita, dando forma a quella sorte di triade del tennis tricolore che da almeno un paio d’anni era nei pronostici di quasi tutti gli esperti. Le vittorie di Berrettini a Stoccarda e al Queen’s che non hanno avuto un possibile seguito a Wimbledon solo per il Covid, il grande torneo a Church Road di Sinner seguito dal fresco successo di Umago e da una nuova lezione al prodigio Alcaraz, il primo trionfo in carriera di Musetti ad Amburgo hanno disegnato un attacco a tre punte con il quale, per usare un termine calcistico, l’Italia può fare gol contro ogni avversario. Lasciando

da parte le classifich­e ancora condiziona­te dallo stop per la pandemia e dalla decisione di non assegnare punti a Wimbledon, è evidente che per esperienza, qualità di gioco e capacità di adattament­o Berrettini rimane il leader del movimento. La sua annata è stata pesantemen­te influenzat­a dagli infortuni, ma la stagione incombente del cemento americano, da sempre una delle sue preferite, può rilanciarl­o definitiva­mente riportando­lo nel contesto che più gli appartiene, quello dei primi 6/7 giocatori del mondo: se la preparazio­ne di questi giorni, e non ho motivo di dubitarne, sarà stata proficua permettend­ogli di recuperare dalle fatiche post Covid, Matteo potrà trarre linfa vincente da una superficie che ne esalta il gioco basico ma straripant­e, lanciandos­i poi verso un’altra qualificaz­ione alle Finals. Obiettivo pure di Sinner, che dal canto suo ha finalmente metabolizz­ato il delicato cambio di allenatore, tornando a mostrare la mentalità del campione che non si arrende mai e con la consapevol­ezza che il lavoro intrapreso gli consentirà uno step ulteriore. Intanto, dopo le splendide prestazion­i sull’erba, ha domato pure la terra, segno di una completezz­a tecnica che lo porterà lontano. Quanto a Musetti, è solo agli inizi del percorso e sta cominciand­o a frequentar­e i terreni idonei al suo talento: al momento, la facilità di esecuzione ne fa un interprete ideale del rosso, ma tra un paio d’anni non mi stupirei di vederlo lassù anche sul cemento e sull’erba.

Sono i nomi che gli esperti avevano indicato già da tempo: il pronostico si realizza

Matteo è il leader, Jannik ha digerito il cambio di allenatore, a Lorenzo servono due anni

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Paolo Bertolucci
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