L’Italia attacca con tre punte
MATTEO CAPITANO DÀ SICUREZZA JANNIK BOMBER IN GRANDE ASCESA LORENZO CI METTE LA SUA FANTASIA
Il nostro esperto Bertolucci analizza il momento d’oro del movimento azzurro dopo la vittoria di Sinner a Umago e dà i voti ai protagonisti della grande estate: «Con loro possiamo vincere su tutte le superfici»
La calda estate del tennis ha consolidato la certezza, per il nostro movimento, di avere un parco giocatori di livello assoluto, in grado di padroneggiare a dovere le insidie di tutte le superfici. La salute sportiva complessiva di una nazione, infatti, si misura innanzitutto sulla competitività diffusa, e in questo momento non c’è torneo, in qualunque angolo del mondo e su qualunque tappeto, che non possa vedere un italiano come protagonista fino all’ultimo atto.
Trio meraviglia Dopo aver salutato con soddisfazione l’emergere di nuovi ragazzi giovani con interessanti prospettive come Zeppieri e Passaro, è evidente che le ultime settimane ci hanno consegnato una gerarchia ben definita, dando forma a quella sorte di triade del tennis tricolore che da almeno un paio d’anni era nei pronostici di quasi tutti gli esperti. Le vittorie di Berrettini a Stoccarda e al Queen’s che non hanno avuto un possibile seguito a Wimbledon solo per il Covid, il grande torneo a Church Road di Sinner seguito dal fresco successo di Umago e da una nuova lezione al prodigio Alcaraz, il primo trionfo in carriera di Musetti ad Amburgo hanno disegnato un attacco a tre punte con il quale, per usare un termine calcistico, l’Italia può fare gol contro ogni avversario. Lasciando
da parte le classifiche ancora condizionate dallo stop per la pandemia e dalla decisione di non assegnare punti a Wimbledon, è evidente che per esperienza, qualità di gioco e capacità di adattamento Berrettini rimane il leader del movimento. La sua annata è stata pesantemente influenzata dagli infortuni, ma la stagione incombente del cemento americano, da sempre una delle sue preferite, può rilanciarlo definitivamente riportandolo nel contesto che più gli appartiene, quello dei primi 6/7 giocatori del mondo: se la preparazione di questi giorni, e non ho motivo di dubitarne, sarà stata proficua permettendogli di recuperare dalle fatiche post Covid, Matteo potrà trarre linfa vincente da una superficie che ne esalta il gioco basico ma straripante, lanciandosi poi verso un’altra qualificazione alle Finals. Obiettivo pure di Sinner, che dal canto suo ha finalmente metabolizzato il delicato cambio di allenatore, tornando a mostrare la mentalità del campione che non si arrende mai e con la consapevolezza che il lavoro intrapreso gli consentirà uno step ulteriore. Intanto, dopo le splendide prestazioni sull’erba, ha domato pure la terra, segno di una completezza tecnica che lo porterà lontano. Quanto a Musetti, è solo agli inizi del percorso e sta cominciando a frequentare i terreni idonei al suo talento: al momento, la facilità di esecuzione ne fa un interprete ideale del rosso, ma tra un paio d’anni non mi stupirei di vederlo lassù anche sul cemento e sull’erba.
Sono i nomi che gli esperti avevano indicato già da tempo: il pronostico si realizza
Matteo è il leader, Jannik ha digerito il cambio di allenatore, a Lorenzo servono due anni