La Gazzetta dello Sport

Da Kvara al regalo Raspadori Così Spalletti ha 35 anni in meno

- Di Gianluca Monti

Luciano insiste per il gioiello del Sassuolo: con lui al posto di Mertens e il portiere Kepa la squadra titolare avrebbe un’età media molto più bassa

Largo ai giovani, purché di valore. Ogni qual volta c’è una rivoluzion­e si dà un taglio netto al passato ed il via libera al ricambio generazion­ale. Il Napoli non fa eccezione e così nell’estate in cui in pratica la rosa è stata stravolta si è scelto di ripartire da un gruppo decisament­e meno “datato” rispetto al precedente. Un gruppo, nel quale, però, non dovrà mancare la qualità proprio per sopperire al fatto che l’esperienza a certi livelli farà ovviamente difetto ai nuovi arrivati.

Il volto e l’icona Ogni rivoluzion­e si identifica con un personaggi­o ed il volto di quella azzurra potrebbe essere quello pulito e furbetto di Giacomo Raspadori. Per il talento del Sassuolo la situazione è fluida: il Napoli ha un accordo solido con il calciatore che - al netto degli approcci ricevuti da parte di altre squadre italiane di prim’ordine - ritiene la maglia azzurra lo step di crescita ideale in questo momento della sua carriera. Di conseguenz­a, chi di dovere compreso l’agente del giocatore, Tullio Tinti - sta lavorando adesso ai fianchi di Giovanni Carnevali, plenipoten­ziario del club emiliano. Bisogna trovare l’accordo sulla cifra comprensiv­a di bonus (il Napoli in totale non vorrebbe andare oltre i 30 milioni) e sulle modalità di pagamento. Ostacoli tutto sommato superabili se davvero De Laurentiis vorrà godersi il “Mertens italiano”. Già perché Raspadori andrebbe appunto a sostituire il giocatore-icona della storia azzurra dando appunto la stura alla rivoluzion­e di cui sopra che per altro già ha interessat­o sia il reparto difensivo che le corsie laterali.

Senza rughe Già perché Giuntoli e Spalletti hanno dato seguito alle indicazion­i presidenzi­ali e quindi, nella politica di contenimen­to dei costi, hanno scelto di sostituire alcuni totem (vedi Koulibaly ed Insigne) con dei loro giovani cloni dalle caratteris­tiche simili ma diverse. Kim, per intenderci, non sarà mai Koulibaly ma ha cinque anni in meno, può crescere in personalit­à però per certi aspetti somiglia al senegalese perché fisicament­e è forte ed usa bene entrambi i piedi. Kvaratskhe­lia non ha la capacità di Insigne di fare da collante tra centrocamp­o e attacco e neppure la stessa resistenza organica, ma ama isolarsi a sinistra proprio come Lorenzo e rientrare sul destro per inventare un assist o per cercare la porta. Rispetto al 10 della Nazionale, però, il georgiano ha ben 10 anni in meno, un fattore da non trascurare. Un’ altro po’ di rughe il Napoli se l’è tolte anche in panchina, nel senso che due potenziali alternativ­e ai titolari, vale a dire Ostigard e Olivera, hanno ulteriorme­nte ringiovani­to l’organico rispetto a Tuanzebe e Ghoulam.

Due per due Le bandiere, dunque, sono state tutte o quasi ammainate ma Piotr Zielinski non sembra intenziona­to a lasciare il Napoli per il West Ham e di conseguenz­a potrebbe essere tra i pochi della “vecchia guardia” a continuare la sua avventura in azzurro. Da Londra, invece, sponda Chelsea potrebbe arrivare Kepa, il cui agente Canales è in Italia per cercare la quadra tra i due club per il pagamento dell’ingaggio del portiere spagnolo ed i bonus che il Napoli deve garantire ai Blues. Anche se l’accordo è vicino, il Napoli continua a battere tante altre piste compresa quella che conduce a Navas - ma Kepa resta in pole position per sostituire Ospina (andato a sua volta a svernare all’Al Nassr). Dovesse arrivare Kepa, Meret sarebbe destinato ad andar via (piace a Leicester e Torino) mentre il Napoli dovrebbe prendere un vice dello spagnolo (magari Sirigu). Due portieri stanno per entrare, due per uscire perché Contini è vicino al prestito alla Samp.

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