Tour de force Viola In 20 giorni 7 gare La Fiorentina cerca lo sprint perfetto
Dalla Cremonese alla Juve più la Conference: Italiano va a tutta e in Europa non può fallire
di Fabio Bianchi
Si parte in pianura, con la Cremonese. Si arriva in salita tosta, con la Juventus. Nel mezzo del bel cammin, un saliscendi di ostacoli e, forse, imprevisti. Un vero tour de force di cui Vincenzo Italiano, alle prese con la costruzione della nuova Fiorentina, avrebbe fatto volentieri a meno. Dal 13 agosto, debutto della Viola in campionato - con la neo promossa appunto - al 3 settembre, quinta di campionato che precede la prima sosta contro l’agguerrita corazzata di Allegri, la Viola dovrà giocare ben 7 partite. Una ogni tre giorni, due gare in più delle colleghe big, perché la Fiorentina sarà la prima a scendere in campo in Europa per i play off di Conference League. Roba da Premier League. Ma questa è la A, bellezza, e non ci si può far niente se non siamo tanto abituati a giocare così spesso. Ma se la Fiorentina vuole, e lo vuole, entrare tra le big, dovrà farci il callo.
Partenza decisiva Certo, magari un approccio più morbido sarebbe stato apprezzato da tecnico, società e pure giocatori, dato che la Fiorentina è cambiata un po’ e nei punti nevralgici. Anche perché il detto «chi comincia bene è a metà dell’opera» qui suona come un eufemismo. Qui partire bene è fondamentale. La società ha speso parecchio per fare strada anche in Europa e fermarsi ai play off, dove la viola potrebbe incontrare il temibile Twente o, speriamo, i più morbidi serbi del Cukaricki, sarebbe un disastro. Per tacere del campionato che oltre alla Juve offre alla Viola anche un Napoli subito dopo il ritorno dei play off. Insomma, l’inizio di stagione regala a Italiano una serie di grattacapi non da poco. Ingigantiti dal fatto che, al momento, la squadra non sembra esattamente in grado di risolverli.
Ci vuole uno sprint
Alla prima amichevole seria, quella con il Galatasaray, la Fiorentina è uscita sconfitta mostrando qualche problemino da risolvere. Non tanto nella condizione (la squadra è andata meglio nel secondo tempo), quanto nei meccanismi di gioco e nelle lacune difensive. Vero, Italiano è partito con tanti rincalzi, lasciando i nuovi in panchina per entrare nell’ultima mezzora. Milenkovic invece non ha proprio giocato e si è visto quanto peserebbe la sua assenza. Per questo il club ha in testa un ultimatum: o gli arriva l’offerta giusta nei prossimi due-tre giorni per poter avere il tempo di sostituirlo, o resta. Comunque la scelta di Italiano è chiara: sta facendo giocare tutti perché sa che avrà bisogno di parecchio turnover in questo tour de force. Ma serve un’accelerata, per qualche giocatore ma soprattutto per Jovic (ancora in ritardo), Dodò (appena arrivato) e Mandragora (da inserire negli schemi). Oggi c’è il test col Qatar, vedremo se la Viola cresce.
Energia Il tour de force preoccupa anche perché il gioco di Italiano, si sa, è molto dispendioso: pressing, velocità, corsa sono tra le sue prerogative. Ci vorrà un pieno di energia da parte dei giocatori. Ma la squadra in ritiro ha lavorato parecchio e sul «fondo» non dovrebbero esserci problemi. Un problema invece sarà l’abitudine all’Europa: la Fiorentina è assente da 6 stagioni (uscì ai sedicesimi Uefa col Moenchengladbach), Italiano è un deb. In questo servirà l’esperienza dei nuovi Jovic e Dodò. E chissà, del sogno Lo Celso se arriva.