La Gazzetta dello Sport

Il no di Mertens, l’ultimo dei romantici Ma se va alla Juve non dategli del traditore

- Di Stefano Agresti

Èl’ultimo dei romantici. Uno tra i pochi – pochissimi – protagonis­ti del calcio che dà ancora valore a sentimenti e simboli: la maglia, la passione, la fedeltà, la rivalità, il rispetto. Parole vuote per molti, piene di significat­o per lui. La Juve gli offre cinque milioni l’anno? Dries Mertens detto Ciro (non a caso), e il cui figlio si chiama davvero Ciro (non a caso, nemmeno lui), prende tempo, ci pensa, riflette. Senza dire sì.

Dopo nove anni a Napoli, Ciro Mertens sa cosa rappresent­a la Juve in quella città: l’avversaria per eccellenza, quella (diciamo così) meno sopportata. Può lui, il miglior marcatore nella storia del club azzurro, capace perfino di andare oltre Maradona, mettersi addosso i colori bianconeri, che i suoi (ex) tifosi vedono come se fossero fumo negli occhi? Eppure

i presuppost­i per cominciare questa nuova avventura, ancorché destinata a essere breve, ci sarebbero tutti:

i soldi, tanti, per due stagioni; l’ambizione, perché con la Juve potrebbe provare a raggiunger­e obiettivi mai centrati in carriera; la situazione contrattua­le, visto che il legame con il Napoli si è esaurito e lui è libero di andare dove vuole (gratis, per di più). Poi ci potrebbe anche essere un senso di rivalsa nei confronti del presidente che lo ha scaricato. Mi hai fatto fuori?

E io vado nella squadra che ha vinto un’infinità di scudetti.

Ma lui, Mertens, è diverso. Per questo ha preso tempo, anche il legame affettivo del giocatore nei confronti della città.

«Per Mertens è una questione di vil denaro»: riletta oggi, a distanza di un paio di settimane, la frase con cui De Laurentiis ha di fatto annunciato l’addio del Napoli all’attaccante suona decisament­e stonata.

Ha rischiato di farlo passare per avido, per irriconosc­ente, per traditore appunto, ma la storia di queste ore ci sta raccontand­o una verità differente. Oggi, al contrario, il belga sembra quasi un panda da salvare nel cinico mondo del pallone. Un mondo nel quale la rivalità è diventata un elemento quasi accessorio, tanto che - per esempio Bernardesc­hi, Chiesa e Vlahovic lasciano Firenze per la Juve e i tifosi viola, acerrimi antibianco­neri, la prendono quasi con filosofia, senza le esasperazi­oni del passato (ricordate la ribellione per la cessione di Baggio?). Accade così un po’ ovunque, adesso. Ogni scelta di mercato, anche la più scomoda, viene vissuta con una lucidità un tempo inimmagina­bile. Qualcuno si sfoga sulla tastiera ma molti comprendon­o; il tifoso ormai si è trasformat­o quasi in un contabile, tiene sotto controllo il bilancio della società, capisce le rinunce, le economie, spesso perfino le cessioni.

Anche per questo Mertens spiazza: sembra un cavaliere fuori dal tempo. Resisterà davvero alla corte della Juve? Chissà. Ma già il fatto che finora ci sia riuscito lascia a bocca aperta. Altro che vil denaro.

 ?? ANSA ?? Sgarbo alla Signora Dries Mertens, attaccante di 35 anni esulta per il gol del definitivo pareggio in JuventusNa­poli 1-1, il 6 gennaio scorso. In azzurro dal 2013, il belga ha colleziona­to 295 presenze e 113 gol per il Napoli in tutte le competizio­ni
ANSA Sgarbo alla Signora Dries Mertens, attaccante di 35 anni esulta per il gol del definitivo pareggio in JuventusNa­poli 1-1, il 6 gennaio scorso. In azzurro dal 2013, il belga ha colleziona­to 295 presenze e 113 gol per il Napoli in tutte le competizio­ni
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