La Gazzetta dello Sport

Arsenal, che show Le mosse di Arteta per tornare grandi

Acquistati Zinchenko e Gabriel Jesus E i Gunners si raccontano su «Prime»

- Di Davide Chinellato

All or nothing, tutto o niente. Sembra il motto perfetto per l’Arsenal di questa stagione, una squadra che con gli innesti di Gabriel Jesus e Zinchenko, e col nuovo capitano Martin Odegaard, punta a riprenders­i un posto tra le quattro grandi della Premier League. Per ora è il titolo dello show che Amazon ha dedicato ai Gunners, una mini serie in 8 puntate sulla stagione passata i cui primi tre episodi saranno disponibil­i da domani sulla piattaform­a Prime Video. «Penso che abbiamo imparato tanto dallo scorso anno e che potremo migliorare ancora - racconta il nuovo capitano dell’Arsenal -. Siamo una squadra giovane, ma abbiamo un anno in più di esperienza insieme». La prima occasione per dimostrare quanto i Gunners siano cresciuti arriva già venerdì, con la partita in casa del Crystal Palace che inaugura la Premier League 2022-23.

Crescita Lo show apre una finestra senza precedenti sul mondo dell’Arsenal, raccontand­o non solo i segreti i suoi interpreti. Gli stessi, per la maggior parte, su cui Mikel Arteta vuole costruire la nuova stagione. «È molto intenso, presta attenzione ad ogni dettaglio e conosce il calcio in ogni particolar­e - dice Odegaard del 40enne manager spagnolo -. È interessan­te lavorare con lui perché impari sempre qualcosa, sia per migliorare il tuo gioco che per la squadra». Arteta è uno dei punti di forza del nuovo Arsenal. Nel precampion­ato ha ribadito la sua idea di calcio, coi nuovi arrivi Jesus e Zinchenko, con cui lo spagnolo aveva lavorato al City, che sembrano perfetti per aggiungere alla squadra esperienza e determinaz­ione ad una squadra che punta in alto. «Se non sogni di vincere il titolo non dovresti essere in Premier League - dice determinat­o Emile Smith Rowe -: è il nostro obiettivo, quest’anno vogliamo vincere qualcosa».

Obiettivi L’Arsenal riparte dal quinto posto di maggio, da quella Champions League sfuggita in volata contro il Tottenham. «Eravamo tutti frustrati per come è finita la scorsa stagione spiega Odegaard -: in questo 2022-23 vogliamo usare quella rabbia, dando ai tifosi e al club quello che meritano. Vogliamo entrare tra le prime quattro, vogliamo la Champions League. Quando giochi in un club come l’Arsenal il tuo obiettivo deve essere vincere: noi dobbiamo prima pensare a migliorare, però. Dobbiamo essere più continui». Gli arrivi di Jesus e Zinchenko servono anche a questo, ma è attraverso la crescita complessiv­a di una squadra con l’età media più bassa tra le Big Six che l’Arsenal vuole migliorare. «Considero comunque quella passata una stagione positiva - racconta Cedric Soares, con i suoi 30 anni, uno dei veterani del gruppo -. La squadra è cresciuta tanto, e consideran­do quanto siamo giovani era fondamenta­le».

La storia I Gunners non vincono la Premier dal 2004, l’anno degli invincibil­i di Wenger che chiusero senza sconfitte. Il confronto con la storia è inevitabil­e anche per questo gruppo, anche se quello che ha per le mani Arteta è un progetto a lungo termine che in questa stagione ha però bisogno di centrare risultati importanti. «Io sono cresciuto col mito dell’Arsenal, con Thierry Henry e Dennis Bergkamp, cercando di imitare come giocavano - racconta il 22enne SmithRowe, da sempre tifoso dei Gunners -. Quando sono entrato in prima squadra mi ha colpito la cultura del club, quel senso di famiglia che c’è e di cui voglio far parte». Anche i giocatori confessano di percepire il peso del club, la squadra che meglio delle altre rappresent­a l’essenza di Londra. «È un club importanti­ssimo e da dentro si percepisce ancora più spiega Soares -. Ovunque vai nel mondo trovi tifosi dell’Arsenal. C’è stato un periodo in cui il club ha ottenuto meno risultati del solito, ma adesso sta crescendo e ha un obiettivo chiaro che i tifosi hanno capito. E che ci stanno aiutando a raggiunger­e».

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La coppia Gabriel Jesus, di spalle, e il tecnico Mikel Arteta

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