Sempre più Sofia
La bergamasca verso la nuova stagione: «Due mesi fa non camminavo, ora sono carica. La Coppa? Prima cerco solidità»
i è presa in faccia un’onda enorme e ha deciso di cavalcarla, di vivere «il periodo più logorante della carriera sul piano emotivo, mentale e fisico». Poi c’è stata la risacca, il senso di vuoto, perché aver profuso ogni stilla di energia per prendersi un argento olimpico in discesa 23 giorni dopo essersi infortunata gravemente a un ginocchio, ti asciuga così tanto che è difficile anche solo riconoscersi. E poi c’è stato il ritorno a riva, il rimettersi in piedi per poter ripartire. Basta vedere le foto sui social per capire che Sofia Goggia è già carica, che sta vivendo una delle fasi verso l’alto di quella incredibile, esaltante sinusoide che è la sua carriera di sciatrice. La stagione non è lontana, il 22 ottobre c’è il gigante di Soelden e due settimane dopo arriverà l’inedito weekend di velocità di Zermatt-Cervinia. Il 19 agosto Sofia partirà per Ushuaia — lo stesso giorno di Bassino e Brignone —, nella prima spedizione australe che la Fisi può organizzare dopo due anni. «Sto bene — attacca la bergamasca —. Ho pure effettuato un’infiltrazione di cellule staminali al ginocchio con prelievo dalla schiena. Per dieci giorni non sono riuscita a camminare, ora dopo un paio di mesi le cose sono a posto».
3Il ginocchio come sta?
«Qualche giorno fa ho visto il dottor Panzeri (responsabile della commissione medica Fisi, ndr). Il crociato non è messo bene ma il ginocchio si è rimodellato creando una specie di “culletta” per ospitarlo. È come se si fosse riadattato. I suoi test evidenziano una stabilità che non emerge dagli esami strumentali».
3 Ha detto che in qualche modo capisce chi ha dubitato della gravità del suo infortunio a Cortina.
«Sì. Perché solo Sofia Goggia poteva fare una cosa del genere».
3La struttura dell’élite è cambiata. A iniziare da Gianluca Rulfi, che da d.t. sarà un po’ meno sul campo e si occuperà un po’ meno di voi in maniera diretta.
«Gli ho detto “Gian, sono pronta a sposarti di nuovo, ma mettiamo un po’ di pepe nel nostro rapporto”. Così sarò seguita sugli sci da Luca Agazzi, che conosco da tempo e che aveva fatto bene con il Canada (dal 2016 è stato responsabile delle prove tecniche femminili, ndr). Rulfi è un uomo fondamentale per me, mi ha aiutato anche oltre lo sci, so di poter contare su di lui».
3Con
Agazzi la sensazione è che aumenterà il focus sul gigante.
«In generale cerchiamo di dare maggiore solidità al mio sci, di togliere certi erroracci lavorando sulle cose giuste. Penso di avere ancora molto da imparare nello sci, sia sul piano tecnico sia su quello della strategia. Ma credo anche di aver messo i tasselli giusti per prepararmi bene a 360 gradi, con scelte reali e consapevoli. Questo mi dà una tranquillità enorme. Diciamo che non credo di “dover rendere”, ma mi aspetto di farlo».
3 Questo significa che inseguirà la Coppa del Mondo?
«Proverò ad affrontare gara dopo gara. L’obiettivo principale rimarrà essere in palla nei weekend di velocità e avere un buon livello in gigante, poi i conti si faranno alla fine. E il fatto che ci siano tre gare di velocità in più
SocialClub «Meno chili, più velocità»
(11 discese e 9 superG contro le 9 discese e 8 superG della scorsa stagione, ndr) è un vantaggio solo sulla carta, perché il meteo come sempre può stravolgere il programma».
3Il preparatore Flavio Di Giorgio la seguirà con costanza.
«Sì, sarà sempre con me. Flavio è diventato molto importante, per i Giochi di Pechino ha fatto un miracolo e tramite lo sponsor Red Bull sono riuscito ad averlo con me. E poi ci sarà Babi (lo skiman Barnaba Greppi, ndr): non ha bisogno di presentazioni».
3Insomma, finalmente ha un team privato.
«Lo staff tecnico è condiviso all’interno della federazione, anche altre possono farci affidamento. Luca lavorerà soprattutto con me, ma è a disposizione. Greppi e Di Giorgio invece saranno per me».
3Come
ha preso la decisione di Lara Colturi e della mamma Daniela Ceccarelli di passare a rappresentare l’Albania?
«Posso solo dire che la bandiera italiana è un qualcosa che va coltivato dentro di sé. Per come sono fatta, per l’empatia che sento verso il popolo italiano, rappresentare il mio Paese è un qualcosa di irrinunciabile ed è fonte inesauribile di energia».