L’ORO DI MAGIC JORDAN E BIRD NELL’OLIMPIADE CHE HA CAMBIATO TUTTO LO SPORT
Con l’apertura al professionismo, a Barcellona per la prima volta giocarono le stelle Nba aprendo una strada e segnando un’epoca
e stelle scesero sulla terra e il basket non fu più lo stesso. Trent’anni fa a Barcellona gli Stati Uniti vinsero l’oro olimpico con una squadra che divenne un marchio: il Dream Team. Per la prima volta scesero in campo insieme, non in quell’esibizione ridanciana chiamata All Star Game, i più forti giocatori della Nba, fino al 1988 esclusi dai Giochi Olimpici riservati ai dilettanti, nonostante il professionismo era già nei fatti negli altri Paesi. E aprirono una strada.
Magie Larry Bird, Magic Johnson, Michael Jordan erano miti che il mondo del basket fuori dagli Stati Uniti, in un’epoca senza Internet e highlights, vedeva in televisione, nel migliore dei casi. Stavolta sarebbero scesi in campo, e tutti insieme, contro i comuni mortali della pallacanestro mondiale. Del risultato non si parlava, talmente era scontato. E la magia si compì perché quelle stelle diventarono una squadra. Si divertirono a giocare assieme e con il sorriso di Magic Johnson e il relativo show in campo, la Nba aprì una breccia di popolarità che la proiettò a quel livello planetario che ora appare scontato. La prima magia fu che tutti dissero di sì. Con Jordan, Bird, Magic in ordine alfabetico: Charles Barkley, Clyde Drexler, Pat Ewing, Karl Malone, Chris Mullin, Scottie Pippen, David Robinson, John Stockton. E Christian Laettner. Chi? Era l’unico universitario. Aveva appena vinto il secondo titolo di fila con Duke e nel ballottaggio per l’ultimo posto in squadra era stato preferito a un giovane centro di Louisiana State che stava facendosi largo: Shaquille O’Neal.
La storia
Fino a quel momento gli Stati Uniti avevano partecipato alle manifestazioni internazionali con i migliori collegiali e per salvaguardare una qual certa continuità decisero di portarne uno. Jordan aveva già vinto l’Olimpiade 1984 a Los Angeles appena uscito da North Carolina. Ma nel 1988 a Seul, gli Usa degli universitari (tra cui l’ammiraglio Robinson) erano stati battuti in semifinale dall’Unione Sovietica. Alle Olimpiadi era successo solo in quella contestatissima finale di Monaco 1972 decisa dal canestro di Alexander Belov. Per farlo sentire parte della squadra, in pullman Bird si andava a sedere vicino a Laettner che, dopo un’onesta carriera Nba, ne ha di cose da raccontare a figli e nipoti dopo le sedute di pesca di cui ora si diletta in Florida. Tutto partì nel 1989. La Federazione internazionale guidata da Boris Stankovic decise