La Gazzetta dello Sport

Rummenigge «KOSTIC

È FORTE E COSTA POCO INTER FAVORITA PER LO SCUDETTO»

- di Pierfrance­sco Archetti

In viaggio tra Serie A e Bundesliga con Karl-Heinz Rummenigge, 66 anni, già a.d. del Bayern, entrato da ex attaccante dell’Inter nella Hall of Fame della Serie A.

► Buongiorno Rummenigge: Kostic è un giocatore da Juve?

«Per l’Eintracht è stato molto importante: spinge a sinistra, è veloce, tecnicamen­te molto bravo. Lo hanno fatto giocare in coppa, vorrebbero metterlo oggi contro il Bayern, fanno di tutto per tenerlo. Però non sembra che costi tanto, non è carissimo...».

►3La Juve ha preso Di Maria: la Serie A sta diventando troppo il torneo dei campioni stagionati?

«No. In Germania cercano sempre di comprare giovani anche per farli crescere, venderli e guadagnare soldi. Io credo sempre nella “mista”, esperienza più giovani. Con il Bayern abbiamo vinto così. Non li chiamo vecchi, ma di esperienza. Di Maria può dare ancora qualcosa, è valido».

►Il ritorno di Lukaku è un’operazione nostalgia o rende l’Inter favorita per lo scudetto?

«Il matrimonio tra lui, Chelsea e forse anche l’allenatore non è stato felice. Ha fatto bene a tornare dove ha avuto grandi successi. Il mio amico Marotta poi ha fatto un grande affare, lo ha venduto un anno fa a prezzo eccezional­e e lo ha ripreso per poco. Sulle favorite, la partenza sbagliata della Juve un anno fa aprì la porta alle milanesi, non per caso poi prima e seconda. Se la Juve parte bene potrebbe tornare quella che ha vinto tanti campionati di fila».

► È stato sorpreso dallo scudetto del Milan a maggio?

«Un po’, l’Inter poteva confermars­i, purtroppo ha perso punti preziosi in alcune settimane difficili e grazie a quello il Milan ha vinto. Già l’anno scorso l’Inter aveva la squadra più forte».

►Un giudizio su De Ketelaere?

«Lo conosco, ma quando un giocatore arriva dall’estero va valutato come si adatta al calcio italiano, sempre diverso da quello estero, nel caso da quello belga».

►Mourinho, oltre che alla Roma, fa bene anche alla Serie A?

«La Roma è rinata come società importante. Per parecchio tempo non ha vinto nulla, poi grazie a lui ci è riuscita, non la Champions ma la coppa meno importante, però ha vinto. Mourinho ha fatto bene nel passato, è un uomo di grande immagine, e mi pare anche per il futuro, visti gli acquisti importanti. A Roma sognano qualcosa in più, ma non credo che possano vincere il campionato, secondo me parte l’Inter come grande favorita».

►Bundesliga e Serie A hanno pareggiato 1-1 come coppe europee nella scorsa stagione. Qual è il campionato migliore tra i due?

«Purtroppo per Serie A e Bundesliga, mi sembra quello inglese. È combattuto, interessan­te, emozionant­e, ogni anno vince qualcuno diverso. Dobbiamo tentare sia in Italia sia in Germania di migliorare, di avvicinarc­i di più al modello inglese. Mi sembra che siano più profession­ali per quanto riguarda il calcio televisivo, ma non solo: incassano molto di più che noi o voi. Perché bisogna essere chiari: alla fine contano i soldi, con i soldi acquisti la qualità sul campo».

►Oggi parte la Bundesliga: perché uno straniero deve seguirla?

«Perché offre un bel calcio. C’è il Bayern che vince da 10 anni ma è sempre una squadra da seguire. Poi dipende dalle altre, dal Dortmund, sfortunato con la malattia di Haller ma che ha una buona squadra. Anche Lipsia, forse Leverkusen e Eintracht se riescono ad attaccare il Bayern rendono più emozionant­e il campionato. Certo, se un club vince 10 anni di fila, manca un po’ l’emozione. Di scontato non c’è mai nulla, si parte sempre da zero, ma la rosa del Bayern è la più ampia, valida. Se ha un rendimento normale dovrebbe vincere di nuovo».

►Senza Lewandowsk­i e Haaland, chi saranno i nuovi protagonis­ti?

«Soprattutt­o con Lewandowsk­i, mancherà un elemento importante. Il Bayern però ha pescato bene comprando Mané. Poi anche il ritorno di Götze può essere una buona pubblicità a tutta la Bundesliga, oltre che al suo Eintracht. Ma la Bundesliga fa nascere sempre nuove stelle. Mi aspetto tanto da Musiala, ha tutte le doti che servono. L’attacco del Bayern è il più veloce d’Europa: lui, Coman, Gnabry, Mané, Sané. Anche senza Lewandowsk­i è un reparto interessan­te».

► De Ligt è stato pagato 67 milioni più bonus: vale quei soldi?

«Bisogna vedere. Anche la Juve lo aveva pagato molto, probabilme­nte lo hanno venduto perché non li ha convinti, oltre che per ragioni economiche. Al Bayern mancava il “capo” della difesa, dopo la partenza di Alaba. Mi auguro che lo abbia ritrovato, speriamo sia in grado di farlo. Mino Raiola nel passato ci aveva chiamato tante volte dicendoci che Matthijs era un “giocatore da Bayern, dovete comprarlo”. Ma aveva già allora cifre astronomic­he, non solo per il cartellino richiesto dall’Ajax ma anche per l’ingaggio. Poi noi eravamo a posto in difesa, non era necessario come ora».

«L’esterno che insegue la Juve ha spinta e tecnica. Bundesliga: un Bayern normale vince ancora» La Serie A e la Bundesliga devono tentare di avvicinars­i di più al modello inglese. Loro mi sembra siano più profession­ali: incassano molto di più. Perché alla fine contano i soldi, con quelli acquisti la qualità sul campo Karl-Heinz Rummenigge Ex a.d. del Bayern

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A sinistra, KarlHeinz Rummenigge con la maglia dell’Inter. Sopra a una festa del Bayern, l’altra sua squadra del cuore. In alto a sinistra con l’ex presidente interista Pellegrini
BOZZANI Il mondo di Kalle A sinistra, KarlHeinz Rummenigge con la maglia dell’Inter. Sopra a una festa del Bayern, l’altra sua squadra del cuore. In alto a sinistra con l’ex presidente interista Pellegrini
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