La Gazzetta dello Sport

DE VRIJ, LE FASCE E IL NUOVO LUKAKU L’INTER SI FA ORA

Il difensore in ritardo, Dimarco vice Gosens e il gioco con Romelu: i lavori extra del tecnico per la rincorsa allo scudetto

- Di Davide Stoppini MILANO

La testa è lì: è a Lecce, al campionato, allo scudetto. Alessandro Bastoni l’ha pure postato sui social: «Nove giorni all’inizio dello show». L’idea è chiara: partire a mille, far sì che siano gli altri a mettersi in scia e non viceversa, come accaduto lo scorso anno. E per farlo, Simone Inzaghi deve sciogliere ancora qualche nodo. Ne abbiamo individuat­i tre: non sono gli unici, ovvio, ma i principali, quelli più urgenti. Uno per reparto.

Difesa Il nodo è al centro. È un nodo di mercato, ma non solo. De Vrij è stato il giocatore più in difficoltà, contro il Lione. E in generale, tutto il suo precampion­ato non è stato brillantis­simo. È bene scindere il campo dal mercato, almeno qui. Che intorno all’olandese - contratto in scadenza nel 2023 - le voci non si siano mai interrotte, è un fatto, anche in consideraz­ione di una trattativa per il rinnovo che non è mai decollata (a settembre, forse, si vedrà). Ma Inzaghi, per forza di cose, ha bisogno del centrale vecchio stile, quello arrivato ottimament­e alla fine del girone d’andata, salvo incappare nella maledetta - per lui e per l’Inter - notte del derby e di Giroud. De Vrij è rimasto lì. E Inzaghi ha bisogno di rilucidarl­o, di trovare nuova luce per la SDB, un punto fermo della squadra che ha cominciato a vincere con Conte e che la scorsa stagione si è presa altri due trofei. SkriniarDe Vrij-Bastoni hanno formato il reparto meno battuto d’Italia dell’ultimo triennio. Ma sono pure la sintesi di una difesa che può cambiare forma, se De Vrij (lasciato a riposo due giorni fa nel test con la Pergolette­se) non desse dimostrazi­one di riavvicina­rsi al top. Ecco perché va tenuta in caldo l’opzione Skriniar centrale con D’Ambrosio “braccetto” di destra. In attesa di novità dal mercato, ovvio. Inzaghi ha chiesto da maggio un difensore che completi il reparto e che prenda numericame­nte il posto di Ranocchia. All’Inter è stato proposto Tanganga del Tottenham, che però non entusiasma. Fino a prova contraria, l’opzione Acerbi resta viva, a maggior ragione ora che si avvicina la scadenza di fine mercato. Perché sarà un’operazione last minute, questo s’è capito.

La fascia Di quanto Gosens sia indietro e di quanto abbia bisogno di fiducia e di benzina, abbiamo già raccontato molto. Di come Inzaghi stia cercando di ovviare al problema, meno. In due fasi. La prima, centrata sul tedesco, che sta provando anche con lavori aggiuntivi a raggiunger­e un livello di forma sufficient­e. Domani contro il Villarreal aumenterà il suo minutaggio, rispetto a quanto visto a Cesena con il Lione. Sarà un test importante. Ma a Lecce, tra una settimana, la fascia sinistra sarà storia tra Dimarco e Darmian. I due si sono alternati nelle ultime uscite, il primo è avanti per capacità di produzione offensiva, che resta la linea da seguire nella filosofia di gioco dell’Inter di Inzaghi.

Con Romelu Il terzo nodo è tattico. Villarreal vale come prova generale. Le domande sono intorno a Lukaku. La prima è di natura fisica: a che punto è la crescita di condizione del belga? Ad Appiano le risposte sono più che positive, c’è la convinzion­e

L’attaccante in grande crescita fisica: l’allenatore sta costruendo la squadra su di lui

che il belga possa arrivare a Lecce già vicino al suo standard di rendimento. Il secondo interrogat­ivo è anche il principale, per la verità: quanto questa Inter ha capito Lukaku? Quanto il gioco di Inzaghi è riuscito ad adattarsi in fretta al belga? Romelu non è un giocatore qualunque. Non per status, ma per tipologia, è un attaccante che cambia le squadre in cui gioca. Passaggio necessario, perché quando è accaduto il contrario, ovvero quando gli allenatori hanno provato ad adattare Lukaku al loro gioco, l’esperiment­o è fallito, leggasi il Chelsea della scorsa stagione. La sfida è accelerare il più possibile questo processo. Qualcosa si è già intravisto contro il Lione: un baricentro a tratti più basso e una trasmissio­ne di palla più veloce verso gli attaccanti. Servono conferme ulteriori, risposte necessarie verso Lecce. Necessarie perché Inzaghi sa che molto della sua seconda Inter passerà da Big Rom. È una sfida affascinan­te: costruire un’Inter ancor più offensiva, senza correre il rischio di sbilanciar­e la squadra, come invece è accaduto per diversi tratti del match una settimana fa a Cesena. Inzaghi vede la linea di partenza. Non c’è affanno, ma c’è voglia di accelerare il processo. L’Inter ha scollinato: finite le doppie sedute, c’è aria di campionato. Di rincorsa scudetto.

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La guida nerazzurra Simone Inzaghi, 46, secondo anno all’Inter GETTY

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