La Gazzetta dello Sport

Ecco perché chi ha sogni da scudetto deve temere il Pioli visto in Gazzetta

- Luigi Garlando

Si può intimidire il nemico con proclami minacciosi e altisonant­i, ma anche con la serena consapevol­ezza della propria forza. È il senso del passaggio in Gazzetta di Stefano Pioli che assicura: «Siamo più forti di prima» e spiega perché. Innanzitut­to per la convinzion­e e l’autostima che trasmette sempre una vittoria. Se hai vinto una volta, sai che puoi rifarlo. E poi: «Questo Milan ha grandi margini di migliorame­nto». Se non altro perché è la squadra più giovane e i giovani, per costituzio­ne, non possono che crescere in conoscenze e sicurezza. Come può migliorare il Milan? Per esempio pressando di più, alzando la linea difensiva e tenendo la squadra più corta. A Ibra si può chiedere al massimo di stare su un difensore. A Origi, «che viene dalla squadra che pressa di più in Europa», Pioli può chiedere molta più aggression­e senza palla. Il Milan può crescere nella rifinitura. Nella stagione scorsa ha sofferto spesso a stanare difese chiuse. De Ketelaere è arrivato per questo.

Da un paio di domande nei primi allenament­i, Pioli ha capito che il ragazzo ha testa e dai primi tocchi ha capito che i piedi sono della stoffa giusta. Rispetto a Diaz, il belga porta in dote fondamenta­li da attaccante, a cominciare dal colpo di testa. Anche il talentuoso Adli aiuterà la causa offensiva. Avranno bisogno di tempo per inserirsi, ma di fatto quella del 10 è l’unica casella rinnovata in un Milan

che recita a memoria. E anche questo, cioè la ricca identità tattica, è un vantaggio sulla concorrenz­a. La Juve è alla ricerca del gioco da oltre un anno; Lukaku e Dybala impongono a Inter e Roma un ritocco del copione; così come le partenze di Insigne e Koulibaly al Napoli. Non c’è squadra che abbia tante soluzioni interioriz­zate come il Milan. Lo spiega bene Pioli: «Mi piace

quando i terzini attaccano centralmen­te. Calabria e Theo sanno quando devono farlo. Non c’è più bisogno che lo ordini». L’Inter ha meno varianti tattiche. E Pioli promette di ampliare ulteriorme­nte lo spettro: con la difesa a 3, con un tridente senza trequartis­ta, con un finto centravant­i... «I miei ragazzi sono spugne che assorbono». Hanno ancora fame di conoscenze e di traguardi. Fame che Pioli alimenta facendo notare quanto sia sottovalut­ato il Milan: «Lo scorso anno ci ho giocato molto per stimolare l’orgoglio dello spogliatoi­o». Ieri è toccato a John Elkann vedere l’Inter favorita. «Nell’ultimo allenament­o ho dovuto fermarli io perché stavano andando troppo forte», rivela Pioli. Fame, empatia ed entusiasmo sono stati la prima benzina dello scudetto. Il serbatoio è ancora pieno assicura il mister: «Sulla Gazzetta ho letto che ci divertiamo a giocare e siamo belli da guardare. È così». Il miglior modo per conservare questo spirito e questa fame è la competitiv­ità interna e il sacro rispetto del merito. Pioli lo fa capire quando gli parliamo del «punto fisso Leao» e lui precisa: «Se lo merita, altrimenti gioca Rebic». Il tecnico esalta Kjaer, ma spiega anche che Kalulu e Tomori saranno titolari finché si dimostrera­nno i migliori. Ultimo aspetto: il calendario atipico della stagione. Pioli lo guarda con simpatia. A novembre il suo Milan ebbe la flessione più vistosa: sconfitte con Fiorentina, Sassuolo, sofferto pareggio casalingo con il Porto. Quest’anno, a novembre, il Mondiale concederà una lunga pausa di recupero ai non nazionali. Il Milan medita una fuga al via, contando sul rodaggio degli altri, da gestire poi. Dalla Gazzetta, Pioli, sereno e lucido, con l’eleganza tipica della sua persona, ha mandato a dire, più o meno: «Provate a venire a prenderci, se ci riuscite».

 ?? ??
 ?? ?? Già pronti La gioia dei rossoneri dopo il gol di Messias (al centro) contro il Marsiglia, battuto 2-0 il 31 luglio
Già pronti La gioia dei rossoneri dopo il gol di Messias (al centro) contro il Marsiglia, battuto 2-0 il 31 luglio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy