Karate Kid Pellegri
«Ho dedicato il gol a mio nonno perché non sta bene. Anziani e bambini mi inteneriscono, sono un tipo sensibile» Il bomber Toro, l’esultanza cult: «Ma io non sono un duro...»
C’è fiducia L’attaccante: «Ci avviciniamo alla prima col Monza consapevoli di essere pronti»
Il gol al Palermo non ha richiesto sforzi, perché l’assist di Singo era perfetto, però Pietro Pellegri lo ha salutato con una gioia particolare. «Lo dedico a mio nonno, ultimamente non è stato bene...». Già, questo gigante dell’area di rigore ha un cuore grande così. «Magari a chi mi vede da lontano posso apparire un orso, un duro, ma in realtà sono un pezzo di pane e nei confronti degli anziani e dei bambini mi intenerisco. La mia sensibilità mi porta a volte a interessarmi anche di situazioni che non mi coinvolgono direttamente».
La curiosità E allora, dopo avere spinto in rete comodamente il primo pallone toccato, per il 3-0 finale, si osserva Pietro il Grande sul prato dell’Olimpico granata festeggiare con una esultanza a sorpresa, ispirata alla serie-cult dei film di Karate Kid. «Sì, è vero, è proprio così. Mi ero messo d’accordo con gli amici già tempo fa, poi a essere sincero mi ero dimenticato di tenere fede alla promessa quando avevo fatto gol con la Nazionale. Ma stavolta invece mi sono ricordato e ho cercato di farla meglio possibile». E adesso, si andrà avanti con questo nuovo marchio di fabbrica? «Beh, visto che ha portato fortuna, probabilmente sì. Speriamo di farne molte altre».
La fiducia L’attaccante italiano si racconta alla telecamera di Torino Channel. Sa che in questo campionato avrà addosso gli occhi di tanti, compreso il commissario tecnico Mancini, che è sempre a caccia di talenti per questa Nazionale da rilanciare. «La vittoria sul Palermo è stata un regalo per i nostri tifosi e pure un messaggio di fiducia in vista del campionato, per cui la giudico importante. Il Toro è venuto fuori nella ripresa, quando gli avversari non hanno più retto i nostri ritmi alti. E adesso andiamo incontro al debutto di Monza con la consapevolezza di essere pronti. Juric ci ha trasmesso tutto quello che lui riteneva di doverci trasmettere affinché la squadra iniziasse il campionato con la consapevolezza di essere pronta. E lo siamo».
Lo spogliatoio Pellegri parla volentieri della squadra. «Ho appena ventuno anni però ho già vissuto in diversi spogliatoi: Genoa, Milan, Monaco. Beh, posso garantire che il gruppo granata è speciale. Si respira un clima di grande unione, tra di noi non esistono invidie, l’ambiente è davvero ottimo. Io poi ho avuto la fortuna lo scorso anno, arrivando qui, di trovare l’allenatore che mi aveva lanciato a Genova, più due compagni come Armando Izzo e Rolando Mandragora». Che è stato rimpiazzato da Samuele Ricci, guarda caso divenuto un amico inseparabile di Pietro. «Andiamo molto d’accordo, siamo stati insieme in vacanza a Mykonos., divertendoci molto. Otto giorni soltanto però erano necessari per liberare la mente». In ritiro Pellegri ha ritrovato un altro vecchio amico... la playstation. «Era da un po’ che non ci giocavo e sono stato felicissimo di essermi nuovamente appassionato: la play è perfetta per riempire i lunghi momenti vuoti di un ritiro». La chiosa finale riguarda le ambizioni personali. «Vorrei riuscire a essere utile ai compagni, e poi vorrei centrare gli obbiettivi che ci siano prefissati insieme con la società».