Sabatini Sabatini «ROMA AMORE MIO QUANTA NOSTALGIA ALLA SALERNITANA HO AVUTO TANTO»
HA DETTO
Con Iervolino un piccolo litigio, poi ingrandito, ma non ne parlo più. Gli auguro il meglio
Il Milan è in pole per vincere lo scudetto De Ketelaere è bravo, Pioli gli troverà la giusta collocazione
di
state romana su un letto di libri: «Sono a Roma, nella mia città, e non conosco la quiete, scalpito per rientrare e non faccio il falso modesto, so quanto posso offrire alla società che vorrà darmi fiducia. Il calcio senza di me è triste (risata, ma c’è del vero; n.d.r.). Nell’attesa divoro libri, ne comincio tanti in contemporanea, mi perdo tra le pagine». Walter Sabatini, direttore tecnico romanzesco, in questi giorni si è immerso nel mondo degli scrittori di origini ebraiche: «Amos Oz, Saul Bellow, Abraham Yehoshua sono autori di una profondità e di una intelligenza sconosciute alle nostre latitudini».
3Sabatini,
ritorna il campionato e domenica sera c’è subito Salernitana-Roma, la “sua” partita. Si può dire che per lei la Roma sia il grande amore della vita e la Salernitana l’infatuazione di una sera?
«Approvo la prima metafora, non la seconda. La Salernitana è stato un regalo inaspettato, culminato nella salvezza fantastica di tre mesi fa. Una gioia immensa, un amore imprevedibile e mi dispiace non averlo ripagato fino in fondo, avrei voluto fare qualcosa di più duraturo. Ci sono stati degli “incidenti”, ma non accuso nessuno, è andata e basta».
3Il litigio con il presidente Iervolino per via delle commissioni agli agenti?
«Un piccolo litigio che si è poi ingrandito, ma non ne voglio parlare. Vicenda chiusa, senza strascichi legali. Auguro ogni bene a Iervolino, alla Salernitana, alla sua gente straordinaria, bellissima, educata. Nei sei mesi a Salerno sono stato amato come mai, senza invadenza. Sapevano che per la mia salute delicata non avrei mai dovuto prendere il Covid e con garbo tenevano le distanze, per tutelarmi. Ci siamo salvati con un filotto di nove punti in otto giorni (ad aprile; n.d.r) e nessuno ci toglierà questa impresa».
3Oggi la Salernitana è in difficoltà sul mercato.
«Certi giocatori sono recalcitranti a trasferirsi a Salerno e non sanno quello che si perdono. Questo non significa che la Salernitana non faccia mercato. Iervolino è un imprenditore che non si spaventa davanti agli investimenti. Può spendere 10-15-20 milioni senza battere ciglio. È abituato agli affari».
3 La Roma?
«Rimango fedelissimo allo stato d’animo dell’essere romanisti. Oltre a leggere, io scrivo, butto giù dei pro-memoria e l’altro giorno ho annotato questa frase: “Ogni volta che sento una canzone di Venditti cado dentro una voragine di nostalgia”. Poi ho acceso la tv, c’era uno speciale proprio su Venditti e quattro-cinque di quelle canzoni mi hanno rimandato subito all’inno della Roma, composto da Antonello. In quel momento mi sarei suicidato per amore».
3No, per carità, la vogliamo vivo e operativo. La Roma può correre per lo scudetto?
«Se fossi alla Roma, nei panni del bravissimo Tiago Pinto, direi che la squadra deve competere per entrare nelle prime quattro. Ed è implicito che chi lotta per i primi quattro posti può ritrovarsi a gareggiare per lo scudetto».
3Pellegrini, Matic, Wijnaldum, Dybala, Zaniolo, Abraham: Mourinho dovrà essere bravo a tenere insieme tanta qualità. «E ci riuscirà. All’Inter ha vinto la Champions perché convinse Eto’o a spendersi come terzino nella notte di Barcellona. Nessuno come Mou è capace di costruire una mentalità vincente, giorno dopo giorno, dettaglio dopo dettaglio. Forse ci sarà qualche scompenso, ma vedo giocatori bravi e disposti a correre, e Matic è un metronomo equilibratore».
3 Qual è stato finora il più grande colpo di mercato?
«Pogba, ma si è infortunato e il progetto della Juve si è incrinato. Pogba al Manchester United si è formato, è diventato adulto. Nella seconda volta alla Juve, da giocatore maturo, farà benissimo».
3 Pogba e poi?
«Dybala è stata un’operazione magistrale della Roma. L’Inter con il ritorno di Lukaku ha ricostituito l’attacco dello scudetto e si è messa a posto».
3Chi
è in pole position per il titolo?
«Il Milan, perché ha creato i presupposti per rivincere. Maldini e Massara sono bravissimi».
3 De Ketelaere?
«Calma, è un ragazzo destinato a una grande carriera, ma non è ancora all’altezza di Dybala o Pogba, lo diventerà con il tempo. Può ricoprire molti ruoli tra centrocampo e attacco, Pioli dovrà trovargli la collocazione giusta. Con i giovani bisogna stare attenti al rischio che il talento sopprima l’efficacia, non è facile tenere insieme le due cose».
Dybala affare magistrale e Mou troverà la formula giusta Sugli acquisti di qualità della Roma
Pogba è finora il miglior colpo, un po’ rovinato dall’infortunio Sullo sfortunato ritorno del francese alla Juve
3Molti arrivi, altrettanto partenze.
«Mi dispiace che la Serie A sia diventata terreno di conquista per molti club europei, mi riferisco alle cessioni di Viti e Scamacca per esempio».
3 De Ligt al Bayern?
«La Juve ha fatto bene. Ci sono due tipi di operazioni: le relative, soggette a discussioni e opinioni, e le assolute, nel senso di indiscutibili. La partenza di De Ligt rientra nella seconda categoria, di fronte a certe cifre bisogna andare assolutamente all’incasso. La Juve non può appoggiarsi sempre alla holding della famiglia Agnelli, deve stare attenta ai conti come tutti. Il calcio deve produrre ricchezza per l’azienda, intendo i club, e spettacolo per la gente. I tifosi non possono pretendere che l’azionista di maggioranza metta sempre mani alle sue tasche per risanare i bilanci».
Il suo amico Spalletti, a Napoli, attraversa un momento difficile, gli hanno indebolito la squadra. «Lo vedo nervoso e vorrei averlo davanti a me, con lo sguardo perso nel vuoto e con la capacità di dissimulare tutto grazie all’ironia toscana. Luciano me lo immagino in preda alla febbre del lavoro, sveglie all’alba e furia. All’ultimo tuffo De Laurentiis farà le cose che deve, con sofferenza, ma le farà, e Spalletti riporterà il Napoli alla competitività».
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3Un
altro suo amico, Mihajlovic, è ritornato a sedersi sulla panchina del Bologna.
«Sinisa è uomo di un coraggio esemplare, lo considero un fratello minore. Ha un’energia titanica e la investe su se stesso per vincere la sua guerra, senza lesinare sforzi per la sua squadra, che non ha mai abbandonato, neppure nei momenti più bui della malattia».