La Gazzetta dello Sport

Tony meraviglia

HA INIZIATO DENTRO UN GARAGE ORA LO AMANO TUTTI Famiglia polinesian­a, campione di danza con i coltelli infuocati, suo papà gli ha insegnato il golf leggendo un libro di Nicklaus. E adesso ha imparato a vincere

- Di Matteo Dore

I

playoff del Pga Tour sono una crudele corsa ad ostacoli. È la FedEx Cup. Tre settimane, tre tornei. Al primo – questa settimana a Memphis– si sono qualificat­i in 125, al secondo torneo saranno in 70, al terzo 30. Alla fine ci sarà un solo vincitore a cui andrà un bonus di 18 milioni di dollari. Per il momento il primo in classifica è Scottie Schaeffler, 4 vittorie quest’anno fra cui il Masters di Augusta. Ma il più in forma è sicurament­e Tony Finau che ha vinto gli ultimi due tornei a cui ha partecipat­o, il 24 luglio il 3m Open e il 31 luglio il Rocket Mortgage Classic. In otto giorni lo stesso numero di tornei vinti nei precedenti 16 anni. Tony è la dimostrazi­one - sorridente - che anche i bravi ragazzi possono vincere, una bella notizia in un periodo in cui nel golf si parla solo di tribunali, battaglie, ricorsi, litigi, divieti e soldi.

Tiger in tv Tony Finau è un polinesian­o. La sua famiglia viene da Tonga e da Samoa, lui è nato a Salt Lake City, nello Utah, e il suo nome completo è Milton

Pouha Finau, Tony è solo il soprannome per americaniz­zarlo un po’. Nella primavera del 1997, quando aveva solo 7 anni, era sul divano a guardare la tv e vide un ragazzino ventunenne – scuro di pelle come lui - fare uno sport strano il cui scopo è mandare una pallina in buca, lo osservò vincere e poi indossare una giacca verde. Quel giorno di primavera Tony Finau vide Tiger Woods vincere il Masters. Fu una scossa. Non aveva mai guardato un torneo di golf, credeva fosse uno sport per signorine e per ricchi signori bianchi, ma decise che voleva diventare come quel ragazzino.

Famiglia La sua famiglia però è povera, lui è il terzo di sette fratelli, l’unico stipendio è quello di papà Kinepi che lavora all’aeroporto smistando bagagli. È l’intervento di mamma Ravena a cambiare il suo destino, è lei che vede nel golf un modo come un altro per tenere lontani dai guai Tony e il fratellino minore Gipper. Il papà così compra dei ferri usati, poi appende un materasso sul muro del garage per far tirare i figli. Migliaia e migliaia di swing con le stesse palline, per cinque anni lo stesso guanto. E come maestro il papà, che non aveva mai giocato a golf in vita sua. Tutto quello che sapeva lo aveva letto in un libro scritto da Jack Nicklaus che aveva comprato apposta per imparare qualcosa.

Pure il basket Tony cresce bene, eccelle in tutti gli sport, in pochi mesi è fra i ragazzini più bravi dello Utah, gioca anche a basket ed è un fenomeno in uno sport esclusivam­ente polinesian­o: la danza con i coltelli infuocati. Due machete attaccati - con due stracci in fiamme - a un bastone che viene fatto roteare intorno al corpo. Però sceglie il golf: e a 17 anni è già profession­ista per guadagnare qualcosa, l’inizio di un lungo viaggio tra Tour minori cercando una scalata verso il Pga che è un miraggio lontano. Intanto si sposa con Alayna, i figli arrivano in fretta – oggi sono diventati 5 – e niente è facile: nel 2011 mamma Ravena muore in un incidente d’auto. Nel 2016 vince il suo primo torneo. Ma per il secondo deve aspettare cinque anni e mezzo, 142 tentativi senza mai essere il migliore. In questo periodo 8 volte secondo e altre 39 volte in top ten, la ricetta perfetta per essere considerat­o un perdente. Poi per fortuna – era l’agosto 2011 - ha conquistat­o il Northern Trust in un playoff contro Cameron Smith. E adesso l’incredibil­e doppietta di luglio: «Si dice che un vincente sia solo un perdente che non si è arreso. È proprio il mio caso. Posso perdere migliaia di volte, ma una

cosa non farò mai: arrendermi. Sono qui perché ho deciso di non mollare». LO ha detto con un grande sorriso a illuminare la sua faccia buffa, quasi da fumetto, un po’ Pippo e un po’ statua dell’Isola di Pasqua. Anche per questa capacità di ridere, di ballare e di essere disponibil­e con chiunque è stato recentemen­te nominato “il ragazzo più gentile del Pga Tour” dalla rivista Golf Digest. E nessuno ha avuto qualcosa da ridire.

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