La Gazzetta dello Sport

Jacobs ora scalpita Prende un aereo ed è già a Monaco

Dopo il via libera dei medici e le prove in pista convincent­i, la decisione di bruciare i tempi

- Di Valerio Piccioni

Lunedì sera si era capito che Marcell Jacobs stava preparando le valigie per Monaco di Baviera. Mancava solo una frase del tipo «sto partendo», ma proprio allo stadio Paolo Rosi il medico federale Andrea Billi aveva di fatto sciolto ogni riserva: «Non sente più dolore, per noi è tutto ok». Anche le 12 partenze sulla corsia dell’OptoJump avevano offerto i risultati sperati. E così ieri pomeriggio, senza comunicati ufficiali ad annunciarl­o, il campione olimpico dei 100 metri ha preso l’aereo per la Germania. Eugene, con i Mondiali interrotti sul più bello con la rinuncia alla semifinale per l’infortunio al grande adduttore destro, è lontana. Adesso c’è l’Olympiasta­dion dove Marcell si dedicherà ai suoi 100 metri, tutti in una notte, quella del 16 agosto. In cui nel giro di 2 ore e 10 minuti si giocherà il titolo europeo fra semifinali e finali. Il Ferragosto lo passerà invece ad allenarsi perché il regolament­o degli Europei per le gare di velocità prevede il passaggio diretto alle semifinali dei primi 12 del ranking stagionale. Il 10”04 di Jacobs (siglato a Savona e poi replicato nella batteria di Eugene) vale per ora il quarto posto nella graduatori­a dietro il 9”93 di Prescod, il 9”97 di Hughes (l’unico semifinali­sta europeo insieme a Marcell ai Mondiali) e il 9”99 del francese Zeze.

Paura scacciata Ma come sta Marcell? Intanto c’è una prima risposta: l’obiettivo della guarigione è stato raggiunto. Quell’espression­e usata dopo la prima risonanza magnetica a Roma, «lesione di primo grado», aveva spaventato tutti e fatto pensare che pure la partita di Monaco, come quella di Eugene, fosse finita prima del tempo. E che tutto il proseguime­nto della stagione diventasse a forte rischio. Dopo alcuni giorni in palestra e piscina, Jacobs ha ritrovato la pista venerdì 22 luglio e da allora ha colleziona­to una serie di riscontri confortant­i, prima qualche semplice allungo, poi lavori anche con punte di intensità importanti, infine con l’esame partenze senza nessun allarme. Una cosa è guarire però, un’altra pensare che in una manciata di giorni di allenament­o, Marcell possa avere del tutto metabolizz­ato i continui stop and go di una stagione avvelenata da due infortuni e che soprattutt­o gli ha dato poco spazio per potersi allenare come si deve. Ma un risultato non è fatto solo di condizione e di forma, anche di spirito, di atmosfera, di meccanismi ritrovati. Se ci fosse tutto questo, per almeno un po’ Monaco potrebbe ricordare Tokyo.

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