Jacobs a Monaco di Baviera: isolamento volontario
«Per favore, non disturbatemi: sono preso a far ciò che alcuni han detto sia impossibile»: è lo slogan, postato sui social, del “Day One” di Marcell Jacobs a Monaco di Baviera. È anche proprio per “evadere” dalle pressioni romane che il bresciano è partito per la Germania con un certo anticipo. Lui e coach Paolo Camossi soggiornano in un hotel diverso da quello che li ospiterà durante la rassegna e lo stadio olimpico è ancora disponibile. Ma Marcell, che verrà raggiunto dalla futura moglie Nicole, salvo sorprese, individualmente si giocherà tutto martedì sera, con la semifinale e l’eventuale finale dopo 2h10’. Il poliziotto, nei 100 4° con 10”04, occupa uno dei primi dodici posti del ranking stagionale tra gli iscritti alle prove di velocità e ostacoli ed è quindi esentato dal 1° turno. Come altri cinque azzurri: Chituru Ali, 12° a sua volta nei 100 (10”15), Filippo Tortu, 4° nei 200 (20”10), Jose Bencosme, 9° nei 400 hs (48”91), Dalia Kaddari, 8a nei 200 (22”83) e Ayo Folorunso, 7a nei 400 hs (54”34). Ormai è noto: per gli sprinter puri del Vecchio Continente non è un anno brillante. Solo i britannici Reece Prescod (9”93) e Zharnel Hughes (9”97) e il francese Meba Mickael Zeze (9”99), sono scesi sotto i 10”00.
La tendenza è stata confermata dai Giochi del Commonwealth della scorsa settimana a Birmingham. Non più di due gli europei nella finale vinta dal keniano Ferdinand Omanyala in 10”03 (-0.9): il gallese Benjamin Azamati, 5° in 10”16 e l’inglese Nethaneel Mitchell-Blake, 8° in 11”10 dopo un 10”13 in semifinale. La federazione britannica - in queste ore alle prese col caso Toni Minichiello, coach tra i tanti della grande Jessica Ennis-Hill, squalificato a vita per comportamenti sessuali inappropriati nei confronti dei propri atleti - non ha convocato il primo e per 200 e 4x100 il secondo. Sul fronte azzurro, intanto, domani sarà un giorno decisivo per Filippo Randazzo. Il lunghista, 8° ai Giochi di Tokyo, smaltita la lesione di secondo grado al bicipite destro che gli ha negato i Mondiali, lamenta ora un risentimento al sinistro. Nel pomeriggio, nella sua Sicilia, si sottoporrà a una risonanza alla quale, nel weekend, potrebbe seguire un test in pedana. «Voglio partire - dice - ma non posso rischiare nulla». Dopo quelle di Dal Molin, Sibilio, Faniel (problema osseo a un piede), Weir e Palmisano, la sua assenza peserebbe molto.