«Dobbiamo essere più perfetti possibile Bravo De Ketelaere»
«Charles e Origi sono entrati bene. Avrei inserito Theo tra i candidati al Pallone d’oro»
di
Gli occhi da scudetto, certo. Ma anche le orecchie, dove ieri è risuonata la stessa musica di qualche mese fa: decibel più decibel meno (decisamente più, anche perché a San Siro hanno cantato in oltre 70 mila), Stefano Pioli è sempre on fire e il suo Milan altrettanto. Di bruciante, per la verità, ci sono stati pure la partenza dell’Udinese col solito Becao, e poi il momentaneo 2-2 di Masina, ma i conti, per i campioni, tornano comunque. Il Diavolo scudettato, disinvolto e convinto nonostante le due amnesie difensive, non ha perso il ritmo e lì davanti si è risvegliato travolgente: un poker alla prima di campionato non si vedeva da dodici anni, dai tempi del primo Ibrahimovic, che in occasione di quel 4-0 al Lecce applaudiva in tribuna, appena sbarcato in rossonero. Questa volta Pioli la nuova stella ce l’aveva in panchina e l’ha mostrata nella ripresa: Charles De Ketelaere si è preso i primi applausi e ha fatto sussultare lo stadio per un gol a gioco fermo, e con lui ha raccolto ovazioni anche Origi: «L’impressione è positiva – ha detto Pioli -, sono entrati bene. Divock è più maturo, arriva da un campionato di altissimo livello come la Premier e da una squadra con un gioco simile al nostro. Charles è un grande talento, è un ragazzo molto intelligente e curioso. Ha passato un’estate particolare, la sua condizione deve salire ma ha tutto per fare bene». Quando i due volti nuovi hanno messo piede al Meazza, la pratica Udinese era già stata chiusa e nello stadio c’era aria di festa: l’impressione è che questo Milan sia diventato più consapevole e quindi più forte. E il concetto emerge tra le righe anche quando parla l’allenatore: «Ci aspetta una bella stagione. Abbiamo cominciato bene, dobbiamo lavorare anche perché abbiamo commesso degli errori e ne faremo degli altri. Non si può pensare di essere perfetti ma dobbiamo lavorare per essere il più perfetti possibile».
Difesa e condizione Tra gli aspetti più vicini alla perfezione a cui punta il tecnico c’è senz’altro la condizione fisica: il primo Milan di campionato ha confermato di avere benzina a sufficienza per giocare con l’aggressività
e l’intensità che lo hanno portato fin lassù. «Questa è una stagione in cui occorre essere pronti subito e noi stiamo bene», conferma Pioli. Le gambe di Rebic girano come mai di questi tempi, Diaz sembra quello dell’agosto di un anno fa e in generale mordono in tanti, da Calabria a Bennacer fino al solito Theo («Io lo avrei inserito tra i candidati al Pallone d’oro tutta la vita», dice l’allenatore). Da registrare, invece, certi automatismi in fase difensiva: in un tempo il Milan ha incassato due gol, tanti quanti ne aveva subiti nelle ultime dieci partite del campionato scorso. «Abbiamo preso i gol su palla inattiva, sull’angolo dell’1-0 siamo stati disattenti – l’analisi del tecnico rossonero -. Abbiamo giocatori con determinate caratteristiche che ci permettono di utilizzare la difesa alta, ma a volte sembriamo più intensi con questa soluzione piuttosto che con la difesa bassa, è un errore grave sul quale dobbiamo lavorare. L’avversario di domenica prossima è di assoluto livello, per cui dovremo alzare i livelli della prestazione». Quell’avversario si chiama Atalanta, è partita col piede giusto proprio come i rossoneri e tra una settimana li aspetta a Bergamo: a proposito di gol subiti, Maignan ne incassò un paio anche l’anno scorso in casa della Dea, ma non se lo ricorda quasi nessuno. Quello che si fissò nella mente dei tifosi milanisti fu una prestazione da titolo, la prima di una lunga serie che Pioli e i suoi non vedono l’ora di ripetere anche in questo campionato.