La Gazzetta dello Sport

Inter all’ultimiss

DOPO 82” CEESAY RISPONDE DUMFRIES AL 95’ CONDANNA IL LECCE Inzaghi non sfrutta il rapido vantaggio, soffre a lungo e risolve il match alla fine del recupero: decisivo un gol in mischia

- Di Luigi Garlando INVIATO A LECCE

Cosa diceva Antonio Conte? «Mai più pazza Inter». Se ne faccia una ragione, lassù tra gli Speroni: pazza è nata e fascinosam­ente pazza resterà. Alla prima di campionato già ci risiamo… Va in vantaggio dopo soli 82 secondi con Lukaku, tornato al gol in Serie A dopo 447 giorni. Sembra tutto facile contro un Lecce che non ha difesa e, con 7 debuttanti nella massina serie, cerca solo di limitare i danni. Ma l’Inter, presuntuos­a e pigra, smette di giocare e istiga l’esplosione d’orgoglio del piccolo Lecce che pareggia a inizio ripresa con l’antiLukaku: Assan Ceesay, gambiano di 28 anni, cresciuto in Svizzera, ex compagno di Gnonto e vice-capocannon­iere elvetico con 20 reti. Un parametro zero che 8,5 milioni all’anno come Big Rom non li ha mai guadagnati. L’ennesima pescata illuminata di Pantaleo Corvino. Una favola che regge oltre il 90’. Poi all’ultima briciola di recupero, l’Inter, che ha fatto a pezzi ogni logica tattica e scaraventa­to in campo tutti gli attaccanti (Lukaku, Lautaro, Correa, Dzeko) afferra i 3 punti con Dumfries che si avventa sul pallone come sulla linea del traguardo e lo trascina in rete con la pancia, il ginocchio, tutto… Alla fine festa grande. L’Inter ha evitato la prima seduta di autoanalis­i della stagione. Anzi, no, dovrà farla lo stesso, per riflettere su tutto quello che ha combinato per rimettere in gioco la vittoria contro un avversario tecnicamen­te troppo inferiore. Ma dal cuore grande.

Dimarco spiazza Al fischio d’inizio ti chiedi: perché Dimarco braccetto sinistro e non il na

Dove eravamo rimasti? Romelu Lukaku, 29 anni, torna all’Inter e in 1’22” trova il gol schiaccian­do a rete a porta vuota. Il gol più rapido nella gara d’esordio nerazzurra in Serie A degli ultimi 60 anni

LUKAKU

zionale Bastoni? E poi: perché Darmian esterno destro e non il più offensivo Dumfries? Passa un’ottantina di secondi, Dimarco si allunga fino all’area opposta e crossa morbido per Darmian che di testa assiste Lukaku: gol. Il campionato di Simone Inzaghi non poteva cominciare meglio. Subito Lukaku-gol, il ritorno in un tabellino di Serie A dopo 447 giorni di attesa. Ancora in rete alla prima giornata, come nei due precedenti nerazzurri. Ok, la copertina se la porta via subito lui, ma il gol è il suo mestiere, nulla di straordina­rio. Molto più interessan­te annotare come Inzaghi ha disegnato l’Inter. C’è Dimarco e non Bastoni perché più reattivo nello scatto, più rapido a scalare tutto il campo. Simone non gli chiede il solito lavoro in appoggio che ha sempre sbrigato Bastoni, spesso lasciando lungo. Dimarco, a palla recuperata, deve staccarsi molto di più dalla linea di Skriniar e De Vrij, e alzarsi subito, in fretta, sulla linea mediana, mentre Darmian e Goeducate sens avanzano all’altezza della Lu-La. Significa che l’Inter attacca spesso in forma atipica: 2-4-4. Come in occasione del gol. Dimarco e Gosens si trovano così a sovrappors­i spesso uno all’altro, a lavorare di catena, mettendo in crisi i marcatori leccesi di fascia. La falange offensiva a 4 allarga poi le maglie della difesa e crea spazi alla Lu-La. Uno sviluppo interessan­te del 3-5-2 di Inzaghi. Non più solo corse sui binari, ma anche cavalcate interne, come quelle di Hernanez e Calabria

da Pioli per sorprender­e soprattutt­o mediane in marcatura a uomo.

Orgoglio Lecce La squadra di Baroni dopo il pari va a caccia del gol e trova un grande Handanovic

Orgoglio Lecce L’idea frutta al primo assalto. Sembra tutto facile anche perché il Lecce è ancora in cantiere. Basti questo: devono ancora arrivare dal mercato i centrali difensivi. Quelli che sono in casa (Dermaku e Tuia) sono infortunat­i e Cetin, appena recuperato, deve arrendersi dopo 21’. Più o meno un tappeto rosso steso davanti alla Lu-La.

Solo quattro gialloross­i hanno giù masticato la Serie A. Il Lecce è come una coppia di sposini che entra nella casa nuova anche se non ci sono ancora i mobili. Solo il letto. Felici lo stesso. Come il Lecce, felice di essere tornato in A. Si arrangia come può. In attesa di attrezzars­i al meglio. Ma come gli sposini, ci mette il cuore che non è mai poco. Il Lecce resiste arroccato attorno a capitan Hjulmand, mentre l’Inter fa troppo poco per chiudere una partita che sente già in tasca. Al gol di

Lukaku i nerazzurri aggiungono una sola telefonata di Barella prima del tè. Sbaglia tanto Gosens, sotto ritmo tutta la mediana. Lukkau sparito dopo il gol. Il primo tiro in porta di Strefezza al 39’ è il segnale che il Lecce comincia a credere di poter ottenere più di una onorevole sconfitta.

All’ultimo respiro Infatti al 3’ arriva il pareggio di Cheesay, imbeccato da un gran lavoro di De Francesco che Skriniar e De Vrij non riescono a neutralizz­are. Un pareggio che al 2’ del primo tempo sembrava fantascien­za e invece ora ha una sua logica. Inzaghi dà una prima sterzata: Mkhitaryan e Bastoni per un Brozo minore (e ammonito) e uno spento Gosens, poi, una a una, rovescia in campo tutte le sue punte. La partita diventa una zuffa da saloon nell’area pugliese. Palo di Dumfries, miracoli del bravissimo Falcone. Ma anche iL Lecce tira cazzotti: gran punizione di Bistrovic, che da due anni paga uno specialist­a che lo allena

da fermo, guizzo di Banda, uni tipo che porta al guinzaglio due ghepardi. Poi, sull’ultimo corner, Dumfries trascina in porta il pallone. Lecce deluso. Ma ora gli sposini sanno che quando Corvino porterà i mobili, con questo cuore e il mestiere di Baroni, potranno giocarsi la felicità in Serie A.

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ALFATER Romelu al rientro ci mette solo 1’22”...
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vale 3 punti
Denzel Dumfries, 26 anni, urla di gioia per il gol del successo. Al suo fianco, Edin Dzeko, 36 anni
AFP Dumfries vale 3 punti Denzel Dumfries, 26 anni, urla di gioia per il gol del successo. Al suo fianco, Edin Dzeko, 36 anni

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