La Gazzetta dello Sport

Simone alza la INZAGHI FA BLOCCO «C’È CHI COMPRA NOI NON CEDIAMO»

L’allenatore dell’Inter insiste: «Gli altri si rinforzano ogni giorno, la squadra deve restare questa. Dumfries sempre decisivo»

- Di Vincenzo D’angelo INVIATO A LECCE

C

i deve essere una regola non scritta, che prevede un’esultanza incontenib­ile di Simone Inzaghi alla prima trasferta di campionato. Un anno fa successe a Verona, con scatto sulla fascia sinistra e abbraccio di squadra, per celebrare il primo acuto nerazzurro di Correa contro l’Hellas, in una partita che si stava complicand­o oltre ogni aspettativ­a. Ieri, invece, è andata quasi peggio, per la squadra e per il tecnico. All’ultimo assalto, quando il pareggio sembrava ormai scritto, ecco la zampata in mischia di Dumfries a regalare tre punti clamorosam­ente già pesanti e a far partire lo scatto irrefrenab­ile di Simone, stavolta sulla fascia destra. Il segreto di Inzaghi è questo: aver creato un gruppo vero di cui lui stesso è parte integrante e non distaccata. C’è affetto, c’è stima, c’è voglia di andare oltre i limiti e le delusioni. Quella che stava arrivando a Lecce sarebbe stata dura da digerire, perché l’Inter ha fatto una fatica incredibil­e e inimmagina­bile contro una neo promossa ancora in costruzion­e a cui mancava tutta la difesa titolare. Una roba da vecchia pazza Inter, insomma. Come la vittoria al fotofinish, in mischia.

La forza dei cambi

Ma la casualità nel calcio è un concetto astratto, non sempre vero. Perché in fondo Inzaghi le ha tentate tutte per pescare il jolly da tre punti. E alla fine – come spesso gli è accaduto in carriera e come già successo tante volte anche nella passata stagione – l’ha vinta con i cambi, rivoluzion­ando la squadra, sbilancian­dola fino al massimo anche quando sembrava più facile prendere un altro gol piuttosto che realizzarl­o. Ha chiuso con quattro punte vere in campo e per lunghi tratti della ripresa ha giocato con un tridente inedito fatto di centravant­i puri come Dzeko, Lukaku e Lautaro, travestend­o il Toro da finto rifinitore, forse anche per onorare la 10 che ha sulle spalle. Con quella forza d’urto, ogni cross di Dimarco è diventato una potenziale palla gol – a proposito, ottima l’idea di partire col 32 sulla linea dei tre difensori, col Federico devastante nelle sue continue scorriband­e nello spazio alle spalle di Gosens -. E alla fine il colpo da tre punti è arrivato per merito di un altro subentrato, quel Denzel Dumfries che a sorpresa era rimasto fuori dall’undici titolare: «Ci ho pensato, avevo dubbi fino a questa mattina – esordisce Inzaghi -. Poi ho pensato che Dumfries sarebbe stato più incisivo a gara in corso, mentre Gosens e Darmian hanno fatto bene prima di calare. Anche Bastoni deve aumentare la conarea. dizione, come tutti. Ci sono stati dei rientri un po’ in ritardo…».

Restano tutti

Inzaghi ha un obiettivo chiaro: «Questa è stata una vittoria voluta, col cuore. Ci abbiamo creduto fino alla fine. Ed è la cosa più positiva della serata perché, dopo quella prima mezzora fatta molto bene, ci siamo innervosit­i a seguito dell’intervento su Lautaro. Dobbiamo analizzare il perché ci siamo ridotti a vincere al 95’. I cambi? Ho diverse soluzioni. Quelli che sono entrati lo hanno fatto molto bene, così come chi ha iniziato. Alla fine abbiamo giocato meno, siamo andati direttamen­te in Dovevamo chiuderla prima visto che siamo maturi come squadra. Quando hai la fortuna di poter mettere Dzeko e Lukaku in area, le altre vanno in difficoltà». Del mercato non vuole parlare, ma alla fine si finisce sempre lì: «Non mi va di scherzare su questo argomento: le altre acquistano ogni giorno, noi finiamo sui giornali solo perché vendiamo e poi saremmo pure i favoriti. La squadra deve rimanere questa». Nessun passo indietro, Simone ne è convinto.

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GETTY La gioia finale E’ praticamen­te finita la partita, ma c’è ancora tempo per l’ultimo assalto, il gol di Denzel Dumfries. E l’olandese alla fine festeggia così, con i suoi compagni di squadra

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