La Gazzetta dello Sport

Il re è già tornato Gol con record Ma deve crescere

Segna dopo 82 secondi, però non si accende davvero: l’intesa con Lautaro è da rivedere

- Di Vincenzo D’Angelo INVIATO A LECCE

Ottantadue secondi per cancellare un anno ricco di amarezze e chiudere definitiva­mente l’operazione perdono dal popolo nerazzurro. Romelu Lukaku ricomincia da dove aveva finito il suo primo biennio all’Inter: un gol semplice semplice, con dentro tanti significat­i e un nuovo record: è la rete più veloce dell’Inter al debutto in campionato negli ultimi 60 anni. L’aveva annunciato Romelu un avvio così determinat­o, a caccia di rivincite: «In un anno tutti hanno dimenticat­o cosa sono capace di fare in campo - aveva detto il belga in un’intervista a inizio settimana -, è una sorta di rabbia che ho dentro di me». E quella l’ha sfogata subito, peccato però che l’effetto delle bollicine è andato via velocement­e. Perché gol a parte e qualche buona sponda nel primo tempo, la prestazion­e del belga non si è mai accesa veramente, nonostante le due occasionis­sime avute anche nel finale di gara, quando un super Falcone gli ha tolto la soddisfazi­one di una doppietta nel giorno del grande ritorno. E senza quel guizzo finale di Dumfries, sarebbe stato un Ferragosto assai amaro per Lukaku e compagni.

Luci e ombre «Voglio aiutare l’Inter a vincere» è il ritornello che continua a ripetere in pubblico Big Rom, ed è quello che ha provato a fare ieri sera a Lecce, nonostante una condizione fisica che non è ancora lontanamen­te vicina al top. Ha offerto sponde, creato spazi, ingaggiato duelli al limite con chiunque si trovasse a gravitare sulle sue zolle, ma poi a conti fatti sono pochi gli spunti degni di nota, degni del centravant­i che fino a 15 mesi fa – in Serie A - dominava le partite da solo, travolgend­o tutto e tutti. L’intesa con Lautaro, stavolta, è da rivedere: i due sono partiti vicini, si sono cercati ma trovati molto poco. E raramente si sono aiutati anche per liberare l’altro al tiro. Insomma, il Lecce ci ha messo grinta e cuore, ma quello gialloross­o non sembrava affatto un fortino inespugnab­ile. È mancata la lucidità nella scelta finale, e anche la gamba per affondare. La buona notizia, invece, è quella di aver creato comunque diverse situazioni importanti in fondo al match, quando Inzaghi ha tentato il tutto per tutto col tridente d’assalto Lautaro (nei panni del rifinitore), Dzeko e appunto Lukaku. È proprio lì però che è mancato il guizzo di Romelu, il suo modo unico di esaltarsi nella lotta e nel corpo a corpo in area. Tornerà, questo è sicuro. Nel frattempo, però, bisogna capire come far decollare l’attacco, anche senza portare il motore al massimo dei giri.

L’abbraccio Ma la cartolina che Lukaku porta via da Lecce è sicurament­e un’immagine di felicità. Chissà quante volte in questi giorni avrà pensato a come sarebbe stato ritornare al gol, a cosa avrebbe potuto fare per voltare definitiva­mente pagina e cominciare a scrivere il suo nuovo romanzo nerazzurro. Ed è in quel momento che è venuto fuori l’uomo Romelu in tutta la sua emozione. Non ha urlato, ma ringraziat­o: prima Darmian, per l’assist al bacio. Poi i compagni, abbracciat­i tutti insieme, come si fa nelle grandi famiglie. E infine il settore ospiti, con un bacio inviato con la mano, puntando l’indice verso il gruppo di tifosi in trasferta. Come a dire, questo è per voi ed è solo l’inizio. Il campionato è avvisato: il re non è ancora al top, ma è tornato. E ha una voglia enorme di riprenders­i il tempo perduto.

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