Incantati da AZZURRE DA FAVOLA LE GEMELLE D’AMATO E TRE AMICHE D’ORO REGINE DOPO 16 ANNI
a consacrazione arriva in un primo pomeriggio d’agosto all’OlympiaHalle di Monaco di Baviera, là dove la sovietica Olga Korbut, il passerotto di Minsk, diventò leggenda conquistando tre ori ai Giochi 1972. Le Fate – rullo di tamburi, please - sono campionesse d’Europa a squadre. E la loro - formazione confermata dopo l’affermazione nella qualificazione di giovedì non è una vittoria. È un dominio. Certo, l’assenza obbligata della Russia non va dimenticata. Ma come sostiene il d.t. Enrico Casella - uno di quelli che lo sport tricolore mai ringrazierà a sufficienza – una prestazione e un punteggio così, avrebbero reso la vita difficile a chiunque.
Che gara Le gemelle Asia e Alice D’Amato, con la prima già oro nel concorso generale individuale due giorni prima, Giorgia Villa e Martina Maggio (Angela Andreoli riserva): ecco la composizione della squadra, tutta targata Gruppo Sportivo Fiamme Oro, erede di quella dell’unico precedente di Volos 2006 che era forte, oltre che di Vanessa Ferrari, di Monica Bergamelli, oggi allenatrice azzurra insieme a Marco Campodonico. Le ragazze – tutte 19enni, tranne Maggio, 21 anni - la cui storia al vertice parte con l’oro junior 2018, si superano. Dettando legge sin dalla prima rotazione, al volteggio. La sfida è alla Gran Bretagna che lo scorso anno, all’Olimpiade di Tokyo, in extremis e per la miseria di 4/10 di punto, negò alle Fate quel bronzo che, messo al collo ai Mondiali di Stoccarda 2019, pareva già in bacheca. Sono due i decimi, a vantaggio delle azzurre, che separano i team rivali quando si va alle parallele asimmetriche. Ed è qui che una scatenata Alice D’Amato, già la migliore sul primo attrezzo, trascina le compagne verso l’exploit. Il suo è un esercizio perfetto, con un’uscita da manuale. E vale 14.633 punti. Sono quelli che scavano il solco. Le avversarie si macchiano di tanti errori, alcuni gravi e a metà finale accusano un divario che sfiora le tre lunghezze, un’enormità. L’Italia si conferma alla trave: Asia, l’unica impegnata in tutte e quattro le rotazioni, c’è e Giorgia ribadisce di essere tornata al top dopo la rinuncia ai Giochi giapponesi. Il corpo libero, così, diventa una trionfale passerella. Il margine sulla Gran Bretagna, alla fine, con un totale di 165.163, è di quattro punti. Mentre il pubblico, comunque molto ben disposto nei confronti delle azzurre, va in brodo di giuggiole per il bronzo delle (lontane) padrone di casa.
La nostra vita? Nessun sacrificio, ci piace un sacco così com’è Asia D’Amato Oro europeo individuale e a squadre
Mia sorella? Abbiamo caratteri diversi: io sono più fragile Alice D’Amato Oro europeo a squadre
Le gemelle C’è da esaltare compattezza e regolarità del quartetto. Ma chi non le conosceva, resta ammirato in parti
colare dalle gemelle D’Amato, 155 centimetri a testa di tecnica ed eleganza. Genovesi (di Sant’Eusebio), da bimbe praticavano danza acrobatica, quando un’insegnante, intuendone le qualità, consigliò loro l’artistica. Finirono all’Andrea Doria. E già a dieci anni, in prima media, alla Brixia Brescia dove, dopo una stagione da pendolari, su consiglio dello stesso Casella e naturalmente appoggiate dai genitori, decisero di trasferirsi. «Fino a due settimane fa – racconta Asia emozionata – abbiamo vissuto nella foresteria della palestra. Adesso, invece, insieme ad altre compagne, siamo in un appartamento, così possiamo fare un minimo di vita sociale. Un gelato alla sera, eh. Non molto di più. Ma nessun sacrificio, questa vita ci piace un sacco. A Genova, che resta casa e la nostra città, torniamo nei weekend. Prima in treno, adesso che abbiamo la patente in macchina». Entrambe, lo scorso anno, hanno conseguito la maturità al liceo delle scienze umane. Entrambe, adesso, sono iscritte alla facoltà di scienze motorie. Le D’Amato vanno sempre a braccetto. «Mia sorella – sostiene però Alice – ha un carattere diverso dal mio. Io sono più fragile, avverto di più le emozioni. Un suo difetto? Non ne ha, ma se proprio devo indicarne uno, è meno generosa di me. La dedica va a tutta la nostra famiglia e a papà Massimo in particolare».
Dopo il titolo individuale, Asia con la sorella Alice, Maggio e Villa battono la Gran Bretagna che un anno fa negò all’Italia il podio olimpico
Dedicato a Anna Claudia Cartoni , vittima dello scontro al Giglio Enrico Casella Direttore tecnico azzurro
Bottino Anche Casella ha un pensiero speciale. «È per Anna Claudia Cartoni – dice - una tecnica, una giudice, una collega in Federazione, ma soprattutto un’amica e una grande appassionata che voleva bene a queste ragazze, recentemente scomparsa in seguito al noto e tragico incidente avvenuto nelle acque dell’Argentario». Oggi le azzurre potranno ulteriormente renderle omaggio. Il programma, infatti, non si è ancora concluso: nelle finali di specialità (sette presenze su un massimo di otto) con ogni probabilità si toglieranno altre soddisfazioni. E un bottino che già tiene conto anche del bronzo individuale della Maggio e del titolo junior a squadre, diventerà ancora più prestigioso. La magia delle Fate.
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