La Roma è subi To bella
La Roma non fallisce la partenza, ma stavolta i Fab Four suonano, incantano, ma non segnano. E allora ci vuole il miglior Mourinho per azzeccare tutte le scelte e portare a casa tre punti pesanti in una partita scorbutica che la Salernitana gioca come meglio può, con le forze attualmente a disposizione. Mou sorprende un po’ tutti lasciando Matic fuori in avvio e schierando Cristante che diventa il match winner. Insomma è il soldato Bryan a salvare la Roma, dando geometrie ed equilibrio in campo e azzeccando il sinistro giusto che diventa “pesantissimo” visto quello che dilapidano lì davanti quelli di un attacco da sogno che ancora è poco più di un progetto. Al buon Davide Nicola ancora mancano diverse frecce all’arco e soprattutto un attaccante capace di capitalizzare il gioco che la Salernitana comunque produce. E valutando che in questo gruppo va inserito il centrocampista Maggiore e qualche altro rinforzo, comunque il presidente Iervolino può essere discretamente soddisfatto di una squadra capace di restare in partita fino all’ultimo secondo contro una delle migliori formazioni del campionato e tenere il pallino del gioco più degli avversari.
Triangolo magico Ancora è da registrare ma sotto Ferragosto ci si può anche accontentare delle parabole e iperboli che Zaniolo, Dybala e Abraham disegnano e accennano, anche se gli errori sotto porta sono clamorosi, in qualche situazione. Mentre funziona meglio in mediana il quarto “Fab”, sempre nel vivo del gioco. Comincia Zaniolo a dare le accelerate giuste, ad aprire la difesa avversaria. Poi lo segue anche Dybala e i dialoghi di prima fra i due sono una goduria per chi ama il calcio. Meno in sintonia il centravanti inglese, ancora a secco in questo avvio e che fatica a mirare la porta. Però nonostante gli errori sotto porta - che risulterebbero fatali se non ci fosse il soldato Bryan - c’è una idea di gioco con un tridente stretto
Spreconi
capace di triangolazioni rapide palla a terra, in grado di disorientare anche difese più esperte. Per ora un progetto, ma Mourinho ci sta lavorando, nel frattempo però non perde di vista l’obiettivo e non ha paura di concludere con una squadra più coperta, in un classico 3-5-2 che con Cristante sempre lui - e i nuovi Matic e Wijnaldum creano un muro in mediana, che la Salernitana non riesce più a scavalcare nell’arrembante finale.
I giallorossi gettano al vento diverse occasioni nel primo tempo, poi calano nel secondo
I granata Nicola le prova tutte, ma anche con più attaccanti nella ripresa fatica a creare pericoli
Quelle deviazioni L’esperto Sepe difende bene i suoi pali, chiudendo anche con una spalla su Zaniolo e uscendo coi piedi anche fuori area quando serve. Ma il numero uno, anzi 33, campano cade sul colpo di Cristante:
il sinistro del mediano giallorosso dal limite dell’area subisce due deviazioni, passando sotto boschi di gambe e alla fine a beffarlo è il generoso Gyomber, proteso in una deviazione che finisce col mandare fuori tempo il portiere. La Salernitana, accusa un po’ il colpo e nel giro di pochi minuti “subisce” tre ammonizioni - tutte corrette - per eccesso di aggressività sui romanisti. Cartellini che condizionano un po’, anche nei cambi. Alla fine del tempo forse l’azione più bella della Roma con Zaniolo che smarca Dybala: l’argentino ex Juve colpisce il palo e sulla respinta Abraham arriva troppo molle e si fa ribattere da Mazzocchi una conclusione che doveva essere perentoria.
Assalto granata È in avvio di ripresa che i campani producono il massimo sforzo. L’olandese Vilhena in mezzo detta bene i tempi, nonostante sia a Salerno da tre giorni, e sulle fasce Candreva e soprattutto Mazzocchi creano situazioni pericolose per la Roma, anche se Rui Patricio non deve effettuare grandi interventi. Nicola prova il tutto per tutto inserendo Ribery dietro due punte e Valencia, che è un attaccante, a sinistra. I risultati non sono eccellenti sul piano delle conclusioni anche se la Salernitana ha più possesso palla della titolata squadra giallorossa. E qui risale in cattedra Mourinho che capisce come il suo triangolo non sia più magico, ma soprattutto spento. Uno dopo l’altro toglie
Abraham, Zaniolo e Dybala rafforzando fisicamente la squadra in fase difensiva con Matic e Wijnaldum che nel tempo dovranno prendere le chiavi del centrocampo e consentire a Pellegrini quegli inserimenti che lo hanno fatto diventare uno dei migliori lì in mezzo, al di là della posizione in cui viene schierato. E quando qualcosa non funziona ci pensa Mou a trovare il soldato Bryan di turno. Applausi per tutti, soprattutto in avvio per Di Bartolomei che appare sui tabelloni dell’Arechi: «Guidaci ancora Ago» è lo slogan per il “patrono” di entrambe le squadre.