L’atletica italiana è cresciuta PossonoessereEuropeirecord
Nella stagione 2022, piena di eventi internazionali che ci permettono di ritrovare la normalità, gli Europei di Monaco sono il piatto forte dell’estate che più dei Mondiali ci interessa da vicino. L’Italia dei 5 ori di Tokyo, che ha sofferto le fatiche e le pressioni dell’anno post olimpico, si presenta alla massima competizione continentale con uno squadrone di quasi cento atleti, qualificati attraverso tempi, misure e posizioni nel ranking europeo. I Mondiali di Eugene hanno confermato quanto sia
stato difficile, per i nostri campioni, gestire l’anno post olimpico tra aspettative, energie giustamente spese per attività mondane o comunque fuori dal campo di allenamento, infortuni e quant’altro. È tutto fisiologico, e avere un’altra immediata possibilità di mettersi in gioco con la maglia azzurra andrà a favore dei nostri atleti,
sia quelli che hanno fatto bene a Eugene, sia a quelli che hanno fame di rivincita. Monaco è una garanzia dal punto di vista dell’ambiente, del pubblico e della sua competenza. Le motivazioni non mancano. Molte nazioni hanno un po’ snobbato il Mondiale di
luglio per concentrarsi al massimo sull’Europeo di agosto. Si può anche accettare, ma solo perché è un’occasione particolare, con i Mondiali posticipati dal 2021 al 2022. Mi auguro di non assistere mai più alle due manifestazioni nella stessa stagione, che
significherebbe anche aver messo definitivamente alle spalle la pandemia.
L’Italia ha tante frecce al suo arco, davvero tante. Oltre a qualche normale assenza per infortunio (peccato per Palmisano, Sibilio e Faniel), l’ossatura della squadra è quella di Tokyo, addirittura rinforzata in alcuni settori dove molti giovani, che avevano già ben figurato ai Giochi un anno fa, godono oggi di ulteriori esperienze e risultati ottenuti negli ultimi 12 mesi.
Anche i big della squadra, ad esempio Jacobs e Gimbo, hanno il dente avvelenato nonostante il precario stato di forma e mi aspetto da loro l’acuto dei Campioni, quelli che, quando conta, sanno ottenere il massimo di quello che possono dare in quel momento, anche se lontano dal 100% potenziale.
Si parla di record di medaglie azzurre nella manifestazione (precedente Spalato 1990): credo sia normale e fonte di motivazione ambire al risultato considerando la squadra, cresciuta alla grande in questi ultimi anni e il fatto che ci sono 21 medaglie di più in palio rispetto a 32 anni fa, quando la disparità di genere costava 5 gare al femminile, alle quali vanno aggiunte le due classifiche a squadre di maratona, che oggi fanno medagliere. Vedremo tanto spettacolo, grandi sorprese e altrettante debacle, anche frutto del calendario che ha piazzato i Giochi del Commonwealth tra Eugene e Monaco. Per molti atleti questo ha significato 3 major championships in 5 settimane, e le fatiche di tanti campioni creeranno opportunità che i nostri azzurri devono andare a prendersi.
Le star della manifestazione? Senza citare gli azzurri, anche per scaramanzia, mi sbilancio al femminile sulla formidabile olandese Femke Bol, alla ricerca di una clamorosa tripletta 400, 400 hs e 4x400 e al maschile su un pimpante Jakob Ingebrigtsen, il mezzofondista norvegese campione olimpico dei 1500 che, dopo la batosta dei Mondiali sulla distanza, dovrebbe aver imparato a non sottovalutare troppo i suoi avversari. Buoni Europei di Atletica a tutti.
* Oro olimpico nella maratona ad Atene 2004