Pizzini-Scalia, non è troppo tardi
Luca bronzo nei 200 rana, Silvia argento nei 50 dorso: sono podi senza età
Sorriso e volto da attore di fiction, composto e soprattutto felice. «Una medaglia a 33 anni è tanta roba, è dura allenarsi alla mia età, eh», dice Luca Pizzini subito dopo il bronzo nei 200 rana. «È una medaglia sudata, proprio bella, non saprei come descriverla. Non ho capito subito alla fine se avessi toccato da secondo o terzo, ho sentito solo il boato e quindi diciamo che c’era la certezza della medaglia. Mi hanno anche detto che Federica Pellegrini si è emozionata. Come sono contento, siamo tanto amici. Quando lei ha smesso le ho mandato un bel messaggio, ci siamo allenati sei anni insieme, mi ha insegnato tanto, a partire da come ci si comporta in questi contesti, anche fuori dall’acqua. Lei è stata una professionista straordinaria. E anche il suo futuro marito Matteo Giunta, con cui mi alleno, è importantissimo per me». Luca si è confermato nei 200 di bronzo quattro anni dopo gli Europei di Glasgow, ed è una medaglia che vale un carriera visto che nel 2009 gareggiava ai Mondiali di Roma. «Ce l’ho messa tutta dopo un paio di stagioni veramente complicate a causa degli infortuni. L’occasione rende l’uomo ladro. Non sono un ladro, ma mi sono trovato la possibilità di prendere una medaglia, ovviamente non pensata alla vigilia».
Bimbo A 33 anni difficile che questo risultato possa cambiargli qualcosa. «Infatti non cambierà nulla, a parte il bimbo in arrivo il 6 novembre che si chiamerà Leonardo. Penso di fare la vita che facevo prima, da sportivo non cambierà tanto, forse dormirò di meno...». Pizzini poi ricorda il suo esordio ai Mondiali del 1989. «Ero una matricola spiega -. Due giorni prima della gara ho percorso il tunnel che portava dallo Stadio dei Marmi a quello del Nuoto e mi sono venuti i brividi e i lacrimoni perché mi sono ricordato di 13 anni fa. Era un po’ più popoloso, c’erano più stand, ma insomma è stato bello ripercorrere quei momenti iniziali della mia carriera.
Se mi allungo fino ai Giochi di Parigi 2024? Vediamo, decidiamo tra un anno».
College Dal bronzo di Pizzini all’argento della lecchese Silvia Scalia, 27enne che si allena al centro federale di Verona pure lei con Giunta. «Dopo il liceo non sapevo cosa fare. Ero un po’ in crisi col nuoto e con la scelta dell’università. Per caso ho sentito una ragazza che aveva fatto questo percorso in America, a Miami, e mi si è aperto il cuore. Mi ha fatto vedere questo mondo fantastico, una realtà diversa dall’altra. È caduta dal cielo questa borsa di studio e sono andata. Ci allenavamo alle 5 di mattina, il primo mese ero in crisi. Tanta
Medagliere
palestra. Era diventata la mia seconda famiglia, è stato bellissimo. Questa medaglia significa una vita di sacrifici e allenamenti che fa un atleta. Nel mio caso, a 27 anni, inaspettata. E ripaga di tutto lo sforzo fatto».
Contributo artistico E poi ci sono gli interpreti del nuoto artistico, una miniera di medaglie. Con tre ori dell’idolo di casa Giorgio Minisini e la sesta medaglia d’argento di Linda Cerruti, prima nel Solo libero e poi a squadre nel libero combinato. «Vorrei arrivare a otto», dice.
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