Giochi ed Europei: sui 100 come Hary Borzov e Christie
Vincere Olimpiadi ed Europei sui 100 è una rarità, un double per pochi eletti. Del resto quello della velocità è da sempre un territorio di caccia soprattutto americano e caraibico. Pertanto non è mai stato semplice per i migliori atleti del Vecchio Continente lasciare il segno anche nel regno di Olimpia. Marcell Jacobs ieri sera è diventato il quarto a riuscirci.
Il primo fu un certo Armin Hary. Mica uno qualunque: nientemeno che il primo uomo al mondo a correre i 100 metri in 10” netti, ovviamente con il cronometraggio in vigore all’epoca (manuale, cioè al decimo di secondo). Il velocista tedesco, figlio di un minatore della Saar scopertosi sprinter grazie agli inizi nel calcio, fece l’impresa al contrario. Esplose ventunenne proprio nel vittorioso Europeo, quando sulla pista di Stoccolma, il 24 agosto 1958, volò in 10”3 e battè con ampio spazio il connazionale Manfred Germar, sfruttando la sua proverbiale partenza fulminea, giudicata “anticipata” da molti sin da quella circostanza. L’uscita dai blocchi più lesta di qualunque avversario era la dote principale di Hary e fu oggetto di continua controversia. Non furono pochi gli starter ad essere sopraffatti dal suo anticipo, ma a zittire gli scettici ci pensò il neurofisiologo Herbert Reindell, il cui accurato studio stabilì che il velocista tedesco aveva riflessi 4 volte più veloci della media. Vinto l’oro europeo, venne poi il record del mondo. Il primo 10” netti, già in quel 1958, a Friedrichshafen, non fu omologato perché la sua corsia era in pendenza, 9 millimetri più del consentito. Il secondo il 21 giugno 1960, al meeting di Zurigo - riscrisse invece la storia e anticipò di poche settimane l’impresa olimpica di Roma. Il 1° settembre, dopo una falsa partenza, Hary corse in 10”2 e andò a prendersi l’oro della consacrazione per un soffio furono cronometrati 3/100 di differenza - sullo statunitense Dave Sime.
Da Armin Hary a Valery Borzov. Anche il fenomeno ucraino allora in gara con i colori dell’Unione Sovietica - esordì con l’oro continentale. Ma fece molto meglio di Hary. Il primo colpo gli riuscì non ancora ventenne ad Atene il 17 settembre 1969, quando in finale ebbe la meglio sul francese Alain Sarteur (10”4 per entrambi), poi due anni più tardi arrivò il bis a Helsinki, stavolta con margine abissale (10”3 contro 10”5) sul tedesco Ovest Gerhard Wucherer. Dodici mesi dopo ecco la grande prodezza ai Giochi di Monaco ‘72, dove si impose in 10”14, lasciandosi lo statunitense Robert Taylor a 10/100, preludio al bis della leggenda sulla distanza doppia firmato tre giorni dopo. Non contento, Borzov si prese un altro oro europeo sui 100 anche a Roma due anni più tardi, quando con 10”27 anticipò di 7/100 Pietro Mennea. Il quale può sfoggiare a sua volta la prestigiosa doppietta: nel suo caso, però, sulla distanza doppia (oro europeo a Praga ‘78 e olimpico a Mosca ‘80).
Il poker d’oro di Borzov non è rimasto a lungo un’eccezione. Linford Christie lo ha infatti eguagliato in tutto e per tutto nel ventennio successivo. Il gigante britannico di sangue giamaicano aprì la serie agli Europei di Stoccarda il 31 agosto ‘86: vittoria in 10”15 sul tedesco Est Steffen Bringmann, staccato di 5/100. Mancato il trionfo olimpico a Seul ‘88 per mano di Carl Lewis, Christie piazzò il bis continentale a Spalato ‘90: 10”00 ventoso, contro i 10”04 del francese Daniel Sangouma. Poi finalmente il trono a cinque cerchi, il 1° agosto ‘92, quando a Barcellona si mise alle spalle il namibiano Frankie Fredericks: 9”96 a 10”02. A chiudere, due anni dopo a Helsinki, la tripla corona europea, a 34 anni suonati: 10”14 per battere con buon margine la meteora norvegese Roger Moen.