CRIPPA È UN BRONZO CHE VALE COME L’ORO «IO SUPER CONTENTO E NON FINISCE QUI»
Già terzo nei 10000 agli Europei 2018, Yeman si ripete nei 5000 del fenomeno Ingebrigtsen: «Domenica ci divertiremo»
Un altro bronzo da aggiungere alla collezione. L’aveva già conquistato sui 10.000 a Berlino nel 2018 e se l’è preso anche ieri sera ma stavolta sui 5000, facendo i conti proprio con la gara di quattro anni fa: giù dal podio per 71 miseri centesimi, non vedeva l’ora di rifarsi.
Dietro ai grandi Yeman Crippa si batte le mani. Un po’ ci ha provato a far saltare il banco, un po’ ci ha pure creduto. Ma negli ultimi 250 metri ha alzato bandiera bianca di fronte alla manifesta superiorità del baby fenomeno norvegese Jakob Ingebrigtsen - che qui mira a ripetere il double 1500-5000 riuscitogli da minorenne proprio a Berlino ma fallito di un nulla il mese scorso ai Mondiali – e dello spagnolo di sangue marocchino Mohamed Katir, fresco bronzo iridato sugli stessi 1500. Troppo forti quei due in questo momento, troppo più veloci - a maggior ragione in una gara condotta a lungo su ritmi tattici - per il primatista italiano di tutte le distanze dai 3000 alla mezza maratona. Sì, colui che ha tolto dall’albo dei primati nazionali nomi pesanti come quelli di Salvatore Antibo e Genny Di Napoli, il ragazzo nato a Dessié, in Etiopia, il 15 ottobre di 26 anni fa, e arrivato in Italia a sei anni, adottato con i fratelli (e i cugini) da una coppia milanese, trasferitasi poi nel piccolo borgo trentino di Montagne, in Val di Non, dove quel ragazzino smilzo con l’argento vivo addosso, strappato quattordicenne all’amato calcio, si è messo subito nelle mani del tecnico Marco Borsari per poi spiccare il volo agli ordini dell’ex mezzofondista azzurro Massimo Pegoretti.
Denti stretti È un altro bronzo che pesa tanto. «Non è affatto una medaglia scontata - ha dichiarato a caldo il poliziotto trentino, premiato sul podio dal tedesco Dieter Baumann, oro olimpico sulla distanza a Barcellona ‘92 - e sono super contento. Del risultato e della mia gara. Ho stretto i denti nell’ultimo giro, avevo paura che i quattri che avevo dietro potessero raggiungermi. Sì, ci ho anche provato a giocarmela con Ingebrigtsen e Katir, ma sono atleti di un altro calibro. Però non è finita. Domenica ci saranno i 10.000 e ci divertiremo».
Certo, un piccolo rimpianto per i Mondiali saltati causa infortunio ci può anche stare, ma non tutti i mali, verrebbe da dire, sono arrivati per nuocere. «Ho trasformato la sfortuna in tempo da dedicare a questa gara» ha detto l’azzurro, consapevole che a Eugene avrebbe comunque dovuto faticare per ritagliarsi una fetta di gloria nella morsa dei fenomeni africani. Ma il gap si sta accorciando - nel 2019 era pur sempre finito ottavo a Doha sui 10.000 togliendo proprio ad Antibo il record italiano dopo trent’anni - e l’età gli concede ulteriori margini di progresso.
Europa mon amour
L’Europa ormai è casa sua. È stata il suo giardino di conquista sin dalle categorie giovanili: due volte d’oro nel cross da juniores, una volta d’oro tra gli under 23 sui 5000, col contorno di svariate medaglie degli altri colori su tutti i terreni. E ora comincia ad avere germogli importanti anche nella massima categoria. Germogli che attendono solo il momento della fioritura. Aspettando i 10.000 di domenica, Yeman può già puntare il mirino sull’edizione 2024, a Roma, banco di prova per l’Olimpiade parigina. Il traguardo di una carriera che ha ancora molto da dire.