La rivoluzione di Blessin Yeboah l’uomo del rilancio
Primo gol italiano dell’attaccante preso a gennaio per salvare i rossoblù: ora la missione è riportarli in A
Kelvin Yeboah è l’uomo della rinascita genoana, il protagonista assoluto (ma non l’unico) del gruppo di Alexander Blessin capace di uscire con tre punti pesanti dal confronto contro il Venezia alla prima di campionato. Il tecnico tedesco sta tirando fuori le energie migliori da coloro che erano arrivati a gennaio (oltre all’attaccante, menzione speciale per Gundmundsson e Frendrup), ma pure da elementi nuovi come Dragusin (subito decisivo) e Yalcin.
Lunga attesa Fra tutti, però, la storia dell’attaccante ghanese naturalizzato italiano è sicuramente la più particolare. E si presta a molteplici riflessioni, poiché spiega come non sia un caso il fatto che tre dei quattro acquisti definitivi fatti dalla nuova proprietà americana nello scorso gennaio (oltre a Kelvin, anche Gudmundsson e Frendrup) stiano iniziando soltanto ora a dare il meglio. La politica del mercato fatto scandagliando tutti i campionati del mondo, lavorando molto (e, in certi casi, soprattutto) sui numeri rappresenta effettivamente il futuro. Soltanto che, quando sette mesi fa gli uomini di 777 Partners hanno cambiato strategia, non era un momento semplice per i rossoblù. Nonostante il fatto che l’attaccante a segno al Penzo la sera di Ferragosto con il gol del definitivo 1-2 fosse stato prelevato dallo Sturm Graz con cui aveva realizzato in metà stagione 14 gol e 10 assist, il Genoa navigava in acque decisamente agitate. Undici giorni dopo l’arrivo di Yeboah sarebbe sbarcato in città anche il nuovo allenatore Alexander Blessin. Yeboah era un bel profilo, ma mancava tutto il resto in quel momento, e prova ne sia che Kelvin domenica scorsa abbia segnato il suo primo gol italiano a Venezia, nell’atto iniziale della stagione di B del Genoa. La sua prima assoluta, a Firenze, era stata un incubo, poi con l’arrivo del tecnico tedesco aveva conquistato spazio. E, fatto curioso, proprio a Venezia (ma in
Serie A) Svoboda gli negò il gol respingendo sulla riga il tiro del ghanese, allo stesso minuto in cui poi è andato a segno ora in campionato. Corsi e ricorsi. Esiste, insomma, un’alchimia a livello collettivo nel gruppo che non poteva fatalmente affiorare in quelle settimane dominate dal timore per la retrocessione e dalle grandi pressioni a livello ambientale. In un gruppo, analizzando la situazione a posteriori, forse in quel momento non abbastanza consapevole della gravità della situazione e del peso della maglia rossoblù.
Che buon caffé Ormai è il passato. Ora la storia è diversa, E ieri non a caso l’attaccante genoano ha postato su Instagram un video con il gol di Venezia e una dedica speciale (con la sua tipica esultanza con la tazzina fra le mani) a Gudmundsson, altro giocatore rinato dopo i primi sei mesi genovesi: «Il caffé più atteso è anche quello più buono! Soprattutto se condiviso con un amico. Vero, Gudmundsson?», che gli ha servito l’assist a Venezia dopo la doppietta e l’assist per Coda contro il Benevento in coppa Italia. C’è una nuova strada che il Genoa sta iniziando a percorrere, partendo proprio dai protagonisti mancati del campionato passato. Certo, mancano alcuni tasselli per completare il mosaico (per Aramu si attende solo l’ufficialità), ma è indubbio come le scelte di mercato e l’organizzazione stessa del gioco puntino a creare un gruppo il più possibile solido, imprevedibile e duraturo. Con qualche correzione tattica rispetto al recente passato. Anche riguardo a Yeboah: che appena arrivato a Genova (nel suo passato italiano c’erano già stati soltanto i settori giovanili di Monza, Novara e Gozzano) era stato utilizzato largo a destra nel 4-2-3-1, poi aveva addirittura provato a sostituire Destro. Dimostrando, comunque, alla resa dei conti, di poter dare il meglio vicino alla porta. La trasferta (bis) di Venezia insegna. Dategli tempo: ora la strada è tracciata.