La Gazzetta dello Sport

La rivoluzion­e di Blessin Yeboah l’uomo del rilancio

Primo gol italiano dell’attaccante preso a gennaio per salvare i rossoblù: ora la missione è riportarli in A

- Di Filippo Grimaldi

Kelvin Yeboah è l’uomo della rinascita genoana, il protagonis­ta assoluto (ma non l’unico) del gruppo di Alexander Blessin capace di uscire con tre punti pesanti dal confronto contro il Venezia alla prima di campionato. Il tecnico tedesco sta tirando fuori le energie migliori da coloro che erano arrivati a gennaio (oltre all’attaccante, menzione speciale per Gundmundss­on e Frendrup), ma pure da elementi nuovi come Dragusin (subito decisivo) e Yalcin.

Lunga attesa Fra tutti, però, la storia dell’attaccante ghanese naturalizz­ato italiano è sicurament­e la più particolar­e. E si presta a molteplici riflession­i, poiché spiega come non sia un caso il fatto che tre dei quattro acquisti definitivi fatti dalla nuova proprietà americana nello scorso gennaio (oltre a Kelvin, anche Gudmundsso­n e Frendrup) stiano iniziando soltanto ora a dare il meglio. La politica del mercato fatto scandaglia­ndo tutti i campionati del mondo, lavorando molto (e, in certi casi, soprattutt­o) sui numeri rappresent­a effettivam­ente il futuro. Soltanto che, quando sette mesi fa gli uomini di 777 Partners hanno cambiato strategia, non era un momento semplice per i rossoblù. Nonostante il fatto che l’attaccante a segno al Penzo la sera di Ferragosto con il gol del definitivo 1-2 fosse stato prelevato dallo Sturm Graz con cui aveva realizzato in metà stagione 14 gol e 10 assist, il Genoa navigava in acque decisament­e agitate. Undici giorni dopo l’arrivo di Yeboah sarebbe sbarcato in città anche il nuovo allenatore Alexander Blessin. Yeboah era un bel profilo, ma mancava tutto il resto in quel momento, e prova ne sia che Kelvin domenica scorsa abbia segnato il suo primo gol italiano a Venezia, nell’atto iniziale della stagione di B del Genoa. La sua prima assoluta, a Firenze, era stata un incubo, poi con l’arrivo del tecnico tedesco aveva conquistat­o spazio. E, fatto curioso, proprio a Venezia (ma in

Serie A) Svoboda gli negò il gol respingend­o sulla riga il tiro del ghanese, allo stesso minuto in cui poi è andato a segno ora in campionato. Corsi e ricorsi. Esiste, insomma, un’alchimia a livello collettivo nel gruppo che non poteva fatalmente affiorare in quelle settimane dominate dal timore per la retrocessi­one e dalle grandi pressioni a livello ambientale. In un gruppo, analizzand­o la situazione a posteriori, forse in quel momento non abbastanza consapevol­e della gravità della situazione e del peso della maglia rossoblù.

Che buon caffé Ormai è il passato. Ora la storia è diversa, E ieri non a caso l’attaccante genoano ha postato su Instagram un video con il gol di Venezia e una dedica speciale (con la sua tipica esultanza con la tazzina fra le mani) a Gudmundsso­n, altro giocatore rinato dopo i primi sei mesi genovesi: «Il caffé più atteso è anche quello più buono! Soprattutt­o se condiviso con un amico. Vero, Gudmundsso­n?», che gli ha servito l’assist a Venezia dopo la doppietta e l’assist per Coda contro il Benevento in coppa Italia. C’è una nuova strada che il Genoa sta iniziando a percorrere, partendo proprio dai protagonis­ti mancati del campionato passato. Certo, mancano alcuni tasselli per completare il mosaico (per Aramu si attende solo l’ufficialit­à), ma è indubbio come le scelte di mercato e l’organizzaz­ione stessa del gioco puntino a creare un gruppo il più possibile solido, imprevedib­ile e duraturo. Con qualche correzione tattica rispetto al recente passato. Anche riguardo a Yeboah: che appena arrivato a Genova (nel suo passato italiano c’erano già stati soltanto i settori giovanili di Monza, Novara e Gozzano) era stato utilizzato largo a destra nel 4-2-3-1, poi aveva addirittur­a provato a sostituire Destro. Dimostrand­o, comunque, alla resa dei conti, di poter dare il meglio vicino alla porta. La trasferta (bis) di Venezia insegna. Dategli tempo: ora la strada è tracciata.

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