La Divina Fede
«VISTO? L’ITALIA NON È SOLO CALCIO È ORA DI PASSARE AL PROFESSIONISMO»
osì parlò Federica Pellegrini, una Divina per madrina agli Europei.
Fede, un anno fa diceva a Tokyo: “Ora fatemi vivere”.
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«Crollata l’adrenalina delle gare, della stanchezza, un anno dopo posso dire di essere sempre più convinta della scelta che ho preso e contenta di essere qui da madrina. Felice di quella che sono».
3 Avrebbe vinto l’oro facile... «Per costruire un tempo ci vogliono mesi e mesi. Ero arrivata al ritiro del 30 novembre senza aver smesso di gareggiare dopo Tokyo. C’era solo stanchezza».
3 Cosa l’ha più sorpresa in questo anno di mille cose da fare?
«L’anno s’è riempito in maniera naturale. Il primo mese non è stato semplice, a me e Matteo mancava qualcosa. Poi l’equilibrio si è evoluto positivamente, io con i miei impegni e lui motivando il gruppo che si è costruito».
3 Il suo oro sarà ora nella vita? «Io e Matteo ci conosciamo molto bene e siamo molto convinti di aver preso questa strada. Figli? E’ tutto un work in progress, niente di programmato. Solo il pensiero di programmare mi fa star male».
3 Il matrimonio la cambierà? «In questo periodo chiedo consigli a Martina Carraro, che si è sposata da poco. Fa strano sentire quando li chiamano marito e moglie. La Signora Scozzoli».
3 E lei sarà la signora Giunta? «Io non credo che il cognome sia un problema. Nel nostro lavoro saremo chiamati individualmente. Se ci sarò da presenziare, signor e signora Giunta».
3 Da Roma 2009 a Roma 2022? «Un Mondiale non è un Europeo. C’è una Nazionale che vince tanto ed è bellissimo. L’affetto incondizionato della gente per me mi incanta, mi emoziona».
3Le
code interminabili per un autografo come le vive?
«Mi sento felice, sono una ragazza con i piedi per terra. Il riconoscimento della gente mi piace perché vuol dire che ho lasciato qualcosa negli anni. Nostalgia dei miei 200? C’era molta attesa, la mia gara del cuore era sempre sul filo del rasoio. Molta gente lo ricorda sempre e questo mi affascina». 3 E ha salvato ancora il record. «Tiene ancora botta ma cadrà».
Cosa si sente di fare ora?
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«Ho 3 grandi progetti. Uno è la maternità, l’altro passa dalla Tv, e il terzo dal nuoto. Quello personale è inevitabile. Gli altri due mi intrigano molto allo stesso modo. Sento di più il legame col nuoto».
3 È vero che devolverete in beneficenza i regali di nozze?
«Sì, abbiamo scelto 2 associazioni: una Matteo e una io. Invitati speciali pochi, perché Venezia ci obbliga ad avere numeri contati. Volevamo solo le persone più intime. Testimoni? I fratelli».
3 Con chi è rimasto in contatto? «Con i veterani. L’altra sera mi hanno chiesto il gelato e ho portato il gelato. I giovani non hanno bisogno di me, li vedo spavaldi e forti. Non voglio essere una ex pressante
e nostalgica che parla delle sue ex vittorie».
Nel 2009 solo lei e Filippi ori.
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«Non c’era la squadra forte di ora. Da una parte sono invidiosa, dall’altra contenta di questi ragazzi che per mentalità vincente si avvicinano alla squadra Usa. Si spronano l’uno con l’altro. Nel 2009 eravamo pochi, e in pochi c’è la rivalità del primo della classe».
3 Tanti ori per un Paese che...? «Significano tanto. Spero che l’Italia si renda sempre di più conto della potenza che dà lo sport in generale, non solo il calcio. Qui c’è stato Lazio-Bologna con ponte Milvio bloccata, e ti chiedi: cavoli, nella piscina a fianco ci sono gli Europei. E tutti invece vanno a vedere la Lazio. Non lo dici in chiave polemica ma da sognatrice. Chissà se un giorno riusciremo a spostare quella massa di persone...».
3Lei tifa per le calciatrici azzurre: come ha vissuto la loro delusione agli Europei?
«E’ lo sport, succede, non è che se hanno fatto la rivoluzione nello sport devono vincere per forza. Bisogna imparare a perdere e loro sono state super corrette».
3C’è il boom del nuoto ma dal Trentino i ragazzini le scrivono di fare qualcosa per salvare la loro piscina dalla chiusura.
«Basterebbe mantenere le piscine che ci sono già, non chiudere. Bisogna credere nello sport di alto livello. Una bambina mi scrive perché le stanno demolendo la piscina da 50 metri per fare 4 vasche con gli scivoli: è un passo indietro rispetto a dove va il nuoto. Lo sport è uno dei primi valori che ci rende orgogliosi di essere italiani e i risultati parlano chiaro, e noi demoliamo una vasca?».
3Come si trova in mezzo ai potenti dello sport?
«Politicamente non sarei pronta a fare il presidente, mi mancano le nozioni gestionali. Devo ancora capire, e poi il politichese non mi piace, è difficile. Con Malagò parlo, ma di sport. Non è che gestire una federazione sia una cosa semplice. Soprattutto una federazione così forte».
3 E da rappresentante atleti?
«E’ l’ora di passare al professionismo sportivo. Come ha fatto il calcio femminile, ci deve essere l’apertura di una nuova era per gli altri sport. Soprattutto le federazioni economicamente potenti devono fare questo salto in avanti, perché fa il bene degli atleti».
3 La ciclista Paternoster ha avuto un incidente: è il suo idolo. «Auguro a Letizia di riprendersi presto, ma so che è tanto tosta».
Pellegrini a tutto campo «Figli, tv e nuoto sono i miei progetti. I regali di nozze vanno tutti in beneficenza La mentalità vincente degli azzurri di oggi si avvicina a quella Usa»
3 Il suo podio di questi Europei? «Il record mondiale di Popovici, poi i 200 rana di Pizzini, perché mi sono messa a piangere e so cosa c’è dietro. Gli nascerà un figlio, 33 anni, sempre a rincorrere. Terzo il mio Matteo, perché ha dimostrato che è un grande allenatore, ma non viene mai sottolineato».
Ma in questa Nazionale quanto manca una Pellegrini?
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«Sono sempre restia, in altre nazionali vedo che gli ex campioni restano nel giro. Non vorrei essere fraintesa dagli atleti. Non vorrei essere il prezzemolo che deve stare sempre lì perché non riesce a vivere senza nuoto. Perché non è così. Se rimango lì è perché voglio fare qualcosa di concreto. Allenatrice? No, no».