La Gazzetta dello Sport

Mancini la ripartenza «Ho scelto i giovani e cambiato modulo Una grande vittoria»

Il c.t. esalta l’Italia: «Poca esperienza, ma tanta qualità e forza di carattere»

- Di Andrea Elefante MILANO

Aspettiamo a dirlo: sembra Roberto Mancini, come è sempre stato in realtà, il primo a non avere la fretta delle certezze. Però questa potrebbe essere - crederci non costa nulla - proprio la scintilla che il c.t. aveva invocato, per ripartire in qualche modo alla faccia dell’emergenza e della depression­e incombente: da una serata così si possono raschiare particelle di ottimismo, sì. E si faccia avanti chi, prima della gara di ieri sera, non considerav­a già una botta di ottimismo credere che se non si può vincere, è importante almeno non perdere. Ma l’Italia di Mancini è abituata a stupire, e un po’ forse ha stupito anche lui: «Mi aspettavo una buona prestazion­e, magari non di batterli, e li abbiamo battuti con merito. Questa è una squadra che purtroppo deve fare i conti anche con difficoltà oggettive: è fatta di molti ragazzi giovani, con poca esperienza, alcuni di loro non hanno neppure il 30 per cento delle presenze internazio­nali degli avversari. Per questo a volte si soffre, anche perché certe partite vanno chiuse, non sono mai sfide con tante occasioni gol e dunque bisogna migliorare in quello, come Scamacca deve migliorare nell’imparare a giocare di più con la squadra».

Effetto 3-5-2 Dunque un po’ si è sofferto anche stavolta, sottintend­eva. «Ma questa vittoria è importanti­ssima, quando si batte l’Inghilterr­a non si può mai parlare di piccola soddisfazi­one. Una gara spartiacqu­e? Bisogna sempre avere la forza di ripartire e noi lo avevamo fatto già a giugno, anche con qualche sberlone. Il risultato di stasera ci dà un po’ di spensierat­ezza e ci lascia tranquilli sul fatto che saremo teste di serie nel sorteggio delle qualificaz­ioni per l’Europeo. E poi ci lascia aperta una possibilit­à di arrivare primi nel gruppo. E questo dopo aver battuto una delle squadre più forti del mondo». Anche ieri sera non nella sua versione migliore, ma la cosa pesa comunque almeno quanto le altre due. Anche se non ci battono da dieci anni. Li abbiamo battuti, dice Mancini, «non grazie al 3-5-2, perché non conta il sistema, ma la personalit­à, il voler attaccare sempre, lo stare alti. Anche se la squadra si è trovata a suo agio nel giocare così. Abbiamo deciso stamattina, forse l’avremmo usato anche con Immobile: dà più sicurezza in fase difensiva, ma ti può far fa diventare lungo, servono giocatori di gamba, ero titubante per quello. Per essere la prima volta siamo riusciti a usarlo abbastanza bene». Magari un po’ a strappi, ma in certi casi, quando con l’elenco degli indisponib­ili si potrebbe quasi fare una squadra (portiere e centrali di difesa a parte), bisogna saper fare di necessità virtù. E ieri più che necessità era urgenza. E quella difesa a tre, che alla fine è stato quasi “costretto” a schierare, è stato un segnale del suo doversi, non volersi, adeguare al momento. Il salvagente era lì, già gonfiato nelle prove a Coverciano dei giorni scorsi: la rinuncia a Immobile ha spinto definitiva­mente il c.t. a tirarlo fuori.

Ciro ci prova

Quante volte Mancini si è trovato a un bivio in questi quattro anni? Ha attraversa­to senza farsi investire anche quello di ieri sera, ora la partita di lunedì a Budapest ci dirà a cosa è servito questo pareggio. «Nel nostro gruppo c’erano Germania e Inghilterr­a e abbiamo anche fatto giocare tanti giovani: mi pare importante poterci ancora giocare il primato all’ultima partita». Magari anche con Immobile: «Speravo di recuperarl­o anche per stasera, non ha nulla di grave, ma abbiamo preferito non rischiare. Lui vuole esserci, vediamo domani come sta». E poi alla fine lo aggiunge, perché il pensieri che rimbalza nella testa è sempre lì, non c’è verso di fermarlo: «È importante vedere ancora le final Four, considerat­a la sofferenza che dovremo patire nei prossimi mesi». Ma proprio qui, un anno fa, stesso torneo, una sconfitta con la Spagna sfibrò una serie d’oro e forse tanti altri fili che poi si sono spezzati. Ieri sera l’Italia, battendo l’Inghilterr­a, ha iniziato faticosame­nte a ricucirli.

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La novità «Il 3-5-2 l’abbiamo scelto in mattinata, dava più sicurezza. Bene l’approccio: sempre all’attacco»

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I compliment­i del c.t. azzurro Roberto Mancini a Leonardo Bonucci, per una gara che rilancia gli azzurri
LAPRESSE Di nuovo sulla strada giusta I compliment­i del c.t. azzurro Roberto Mancini a Leonardo Bonucci, per una gara che rilancia gli azzurri
 ?? ?? Solo applausi A San Siro una calda accoglienz­a per Donnarumma
Solo applausi A San Siro una calda accoglienz­a per Donnarumma

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