Roma, pochi cross per poter volare Spinazzola e Celik: serve uno scatto
I giallorossi penultimi per tentativi ed efficacia. Per risalire adesso tutti gli esterni devono fare di più e meglio
Le iniziali sono le stesse: JM. La domanda è se a José Mourinho piaccia Jim Morrison, leader dei Doors e stella indiscussa e maledetta del rock. Visto il cameo appena fatto dallo Special One nel video del rapper statunitense Stormzy, qualche dubbio cominciamo ad averlo, ma la speranza resta, soprattutto perché una delle frasi “cult” del cantante, morto nel 1971, suonava così: «Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare». Ecco, traslando nel calcio la metafora, la sensazione è che la Roma quest’anno abbia gli esterni adatti a sognare per numero, qualità e duttilità, però – al momento – dalle fasce arrivi ancora una produzione offensiva troppo modesta rispetto alle potenzialità che ci sarebbero.
Troppi errori Le tabelle accanto, infatti, raccontano come la squadra giallorossa finora in campionato abbia prodotto soltanto 50 cross su azione, che la collocano al penultimo posto in questa speciale classifica chiusa dalla Lazio di Sarri, che comunque da sempre privilegia una manovra più avvolgente. Per intenderci, al primo posto c’è la Fiorentina con 138 cross, cioè ben più del doppio. Logico che l’allenatore portoghese non sia uno strenuo fan del calcio all’inglese “old style”, cioè quello che metteva tante palle in mezzo all’area sperando in un colpo di testa vincente o almeno in qualcosa di utile, ma che il fondamentale sia da rivedere lo denuncia anche la seconda graduatoria. In questa, infatti, la Roma conferma il penultimo posto, sempre davanti alla Lazio. Ovvero, i cross su azione dei giallorossi sono precisi solo in 6 occasioni, contro i 34 della Fiorentina. Morale: se si volesse stare alle percentuali, i ragazzi di Mourinho non vanno oltre il 18 per cento (17° posto), quando in tale raggruppamento al vertice spicca il Sassuolo, che mette in vetrina il suo 29,87 per cento (frutto di 77 cross su azione, di cui 23 utili). Quanto basta per ritenere come sia opportuno che la Roma corra ai ripari, perché non solo occorre più produzione da parte degli esterni, ma con maggiore qualità.
Doppi impegni D’altronde, nella scorsa stagione Mourinho più volte aveva sottolineato come gli sarebbe piaciuto avere sempre uomini di fascia freschi da sostituire in corsa. E se alla fine della scorsa stagione la rivelazione Zalewski, oltre ad oscurare Vina, aveva anche dato fiato alla corsia mancina (cosa che a destra non era stato possibile fare), quest’anno è diverso. Pur non tenendo in gran conto il terzino uruguaiano (peraltro tuttora nel giro della nazionale), a destra l’olandese ha Celik come prima alternativa, mentre a sinistra l’italopolacco è un passo dietro solo a uno Spinazzola alla ricerca del tempo perduto. Ma non basta, perché sia Zalewski che Spinazzola – come è successo in passato – all’occorrenza possono giocare anche sull’altra fascia, senza contare che persino El Shaarawy può adattarsi a correre su tutto il binario.
Attesa Karsdorp Una buona notizia per la Roma, tenendo conto che l’infortunio di Karsdorp priverà Mourinho del titolare di destra per oltre un mese. Certo, Celik ha qualità assai meno di spinta rispetto all’olandese, ma siamo convinti che a Trigoria partiranno ripetizioni per tutti, anche per gli attaccanti o i centrocampisti che si allargano sulle fasce per crossare. Una cosa è certa: sulle corsie c’è un tesoro da andare a cercare. Ciò che conta è farlo con la precisione giusta. Solo così la prossima sfida contro l’Inter– che avrà sulle fasce Dumfries, Darmian, Di Marco e Gosens – potrebbe diventare davvero una sfida fra giganti. Questione di voglia di sognare. E chissà se in questo senso fra Jim Morrison e José Mourinho le somiglianze non vengano fuori.