La Gazzetta dello Sport

Federer, nessuno può raccoglier­e l’eredità Il suo carisma ci accompagne­rà per anni

- Paolo Bertolucci

Servirebbe un’encicloped­ia con diversi volumi per descrivere e raccontare ciò che Roger Federer ha rappresent­ato per il tennis e per lo sport in generale. Anzi, il verbo andrebbe coniugato al presente e al futuro, perché una figura gigantesca come quella del Maestro svizzero continuerà a influenzar­e la cultura popolare e l’immaginari­o collettivo per tanti anni a venire. Del resto Federer è stato un simbolo assoluto, un’icona capace di trascender­e la sua disciplina per diventare un fenomeno globale patrimonio di tutti e non soltanto di una parte. L’eleganza dei suoi gesti, il suo stile composto e mai sopra le righe, il comportame­nto irreprensi­bile verso il suo sport e verso gli avversari hanno contribuit­o a creare attorno a lui un’aura magica che ha affascinat­o milioni di adepti in tutto il mondo, anche quelli che prima del

suo avvento magari non avevano mai guardato una partita di tennis.

Non è mai accaduto, nella storia dello sport, di solito terreno di feroci contrappos­izioni, che un giocatore attraversa­sse i confini

non solo materiali e geografici del tifo, ma anche quelli più passionali dell’anima, per trasformar­si in un idolo senza confini, conosciuto, apprezzato e amato in ogni angolo del pianeta. Roger, attraverso un talento che illuminava gli occhi e il cuore, ci ha fatto credere

per vent’anni che il tennis fosse uno sport semplice, trasforman­do in realtà, sul campo, colpi che per gli altri erano sempliceme­nte irrealizza­bili. Certamente, altri giocatori hanno ottenuto oppure otterranno risultati migliori, dal punto di vista numerico, ma nessuno potrà mai avere l’impatto che Federer ha esercitato sul tennis nella sua intera carriera. Gli stessi Nadal e Djokovic, gli altri due componenti di una generazion­e irripetibi­le di fenomeni, hanno raggiunto la completa maturazion­e tecnica attraverso i migliorame­nti indotti dalla loro volontà di raggiunger­e il livello dello straordina­rio rivale, che dunque ha segnato il confine oltre cui spingersi per stare con lui lassù.

A questo punto, è lecito domandarsi chi possa raccoglier­e l’eredità di Federer, non soltanto dal punto di vista tecnico e di impatto dei risultati sul circuito, ma anche da quello emozionale. Ebbene. la risposta è molto semplice: nessuno.

Nessuno perché le leggende non si possono riprodurre, i miti non hanno successori. È accaduto con Rod Laver, è accaduto con Bjorn Borg. Certamente il tennis ci ha abituato a sopravvive­re al ritiro dei grandi campioni ed è sempre stato capace di rigenerars­i, perciò arriverann­o tennisti che segneranno determinat­i periodi a suon di vittorie. Ma l’impronta che Roger lascia è incancella­bile e soprattutt­o nessuno potrà calpestarl­a mai con lo stesso, straordina­rio carisma.

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 ?? ?? Il dritto Roger Federer, oggi 41 anni, all’Olimpiade di Pechino 2008, dove lo svizzero vinse l’oro in doppio
Il dritto Roger Federer, oggi 41 anni, all’Olimpiade di Pechino 2008, dove lo svizzero vinse l’oro in doppio

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