La Gazzetta dello Sport

«BRAVO IL SUO MILAN ATTACCA SEMPRE FUORICLASS­E CHE FORTE CRESCERÀ ANCORA» Gli assist di Gullit

- G.B. Olivero INVIATO A TRENTO

rascinante come quando giocava. Ruud Gullit ha 60 anni, ma l’entusiasmo è ancora quello del ragazzo che conquistav­a l’Europa a forza di gol e di scatti. Sul palco del Festival dello Sport, insieme ad Arrigo Sacchi, ha ricordato l’epopea del grande Milan. Poi ha anche allungato lo sguardo sul momento attuale dei rossoneri.

3Gullit, cosa ha provato vedendo il Milan vincere lo scudetto?

«Grande gioia. È stata una liberazion­e dopo un periodo difficile con i vari cambi di proprietà. Non è facile ricostruir­e in un momento come questo in cui sul mercato le squadre inglesi dominano. Ai miei tempi il Milan acquistava i campioni, adesso succede che debba venderli o lasciarli andare. Non ci sono le grandi star, Ibra è un fuoriclass­e ma… è vecchio (risata, ndr)».

3C’è Leao, che piace a mezza Europa.

«Ecco, lui ormai è un fuoriclass­e. Mi piace perché è istintivo. Lui stesso non capisce se stesso, ha troppa fantasia. Oggi i giocatori sono pieni di istruzioni da seguire, vengono un po’ ingabbiati. È bello che lui voglia trovare altre strade verso la porta». 3 È arrivato De Ketelaere. Come giudica il suo inizio?

«Non ha paura, ha la mentalità giusta e l’aveva già fatto vedere a Bruges. Gioca libero e questo è importante. Deve ancora un po’ adattarsi al calcio italiano».

Non si possono fare paragoni, per tanti motivi. Ma lo spirito del Milan di Pioli ricorda lo spirito del Milan di Sacchi?

3 «Come dice lei, i paragoni sono impossibil­i perché sono epoche diverse e ci sono difficoltà differenti. E io mi sono ripromesso di non dire mai ‘Ai miei tempi…’. Ogni squadra deve fare la sua storia e questo Milan la sta facendo. Di sicuro quella di Pioli è una squadra offensiva e questo è bello. Non conosco personalme­nte l’allenatore, ma sta facendo un ottimo lavoro».

Cosa manca per fare una buona Champions?

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«Esperienza. E la fai solo giocando. Adesso è difficile, il calendario è compresso, per andare avanti in Champions devi disputare molte partite. Però è l’unico modo per riabituars­i al ritmo e alla qualità di quella competizio­ne».

3San Siro, il “suo” stadio, sarà probabilme­nte demolito.

«Era casa mia. Un grande dispiacere, però capisco le motivazion­i: in Italia gli stadi sono vecchi. Solo quello della Juve è moderno. Hanno rifatto anche gli impianti di Udine e Bergamo. Ormai bisogna vendere le lounge, i pacchetti completi: una cosa

inevitabil­e». 3Si

aspettava un Maldini così bravo nel ruolo di dirigente?

«No, per me è stata una sorpresa. Aveva lasciato la società con un po’ di dispiacere, poi è rientrato e ha fatto benissimo. D’altronde Paolo sa come comportars­i, ha competenza. E per un giocatore sapere che lo vuole Maldini fa tanta differenza: anzi, cambia tutto».

3Cosa

resta del vostro Milan? «Un’idea di calcio che non verrà mai cancellata o dimenticat­a. Eravamo 15 anni avanti per il modo di giocare, di attaccare l’avversario, di fare pressing. E oggi sarebbe tutto più redditizio, perché all’epoca il portiere poteva prendere la palla con le mani sul retropassa­ggio».

3Il

giocatore che la diverte di più?

«Mbappè: fantasia, estro, velocità. Mi piace molto anche Haaland: incredibil­e che sia così alto e così agile. A dire il vero, non sempre mi diverto a guardare il calcio in tv: devo farlo per il mio lavoro di commentato­re, ma a volte non mi appassiono».

3Il Milan è favorito per il bis in

A?

«Il mio favorito per adesso è il Napoli: gioca in modo fantastico. È una squadra organizzat­a, ma lascia esprimere pure la fantasia individual­e. Però anche il Milan è su quel livello. La Juve è in crisi, vediamo se la risolverà in tempi brevi. L’Inter ha ampi margini di crescita. Occhio anche a Roma e Atalanta».

3 Andrà in Qatar per commentare il Mondiale e non troverà l’Italia.

«Pazzesco, un’altra volta. Mancini ha fatto un gran lavoro all’Europeo, ora bisogna dargli il tempo di far crescere i giovani, tra cui c’è Tonali. Ha un grande potenziale, ma non si può pretendere che sia già pronto. Ha bisogno di giocare tante partite internazio­nali. Tornando al Mondiale, la mia favorita è la Spagna».

3Il

suo amico Ancelotti, intanto, fa collezione di titoli.

«Grande Carlo. Gli piace la vita, non è fissato con il calcio. Ha lo spirito sempre positivo e questo piace ai giocatori».

3Le manca l’Italia?

«Non vengo spesso, ma quando capita sono sempre felice. Ho imparato dagli italiani ad apprezzare la bellezza della vita. E poi la vostra lingua è la più bella del mondo: allegra, musicale».

Ruud, è vero che è un esperto di antico Egitto?

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«Fin da quando ero bambino ho sentito il fascino di quella cultura. Ho fatto un documentar­io che uscirà a novembre dopo aver trascorso parecchie settimane in Egitto ed essere entrato in posti inaccessib­ili e davvero affascinan­ti. Un’avventura bellissima».

«Ai rossoneri serve esperienza in Champions: devono riabituars­i a quel ritmo»

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