La Gazzetta dello Sport

Il gigante va veloce

- Di Massimo Cecchini ROMA

Non è consueto che un figlio assista alla conferenza di esordio del padre, appena arrivato in una nuova realtà. Invece, è quanto accaduto a Nemanja Matic nel giorno in cui si è presentato alla Roma. In fondo alla sala, messosi vicino alle telecamere e guardandol­o con gli occhi pieni di orgoglio che solo i ragazzi possono avere c’era Filip, dodicenne, che in qualche modo accompagna­va il papà in quello che sembrava essere una sorta di rito di passaggio. Se il contesto era diverso rispetto alle consuetudi­ni britannich­e a cui il centrocamp­ista serbo era abituato, a poche settimane dal suo arrivo già si capisce che l’avventura di Matic in gialloross­o non sarà una meteora.

Fedelissim­o Le premesse, d’altronde, c’erano tutte. Basti pensare che l’ex del Manchester United e del Chelsea fino allo sbarco in Serie A aveva già disputato 159 partite agli ordini di José Mourinho. Una enormità, se si considera che davanti a lui, in questa speciale classifica, fra i giocatori di movimento (e quindi escludendo Petr Cech, a quota 195), ci sono solo Ricardo Carvalho che ne vanta 292, seguito da John Terry con 266, mentre al terzo posto troviamo Frank Lampard con 215 partite, quattro in più di Paulo Ferreira che ne vanta 211. Impression­i? La graduatori­a sarà destinata ad aggiornars­i, così come il contratto che lega il centrocamp­ista alla Roma. Infatti, dal momento del suo arrivo, Matic ha giocato tutte le partite fin qui disputate dai gialloross­i, e con questo ritmo non ci sarà neppure bisogno di arrivare in primavera per avere la certezza che il serbo si legherà alla società di Trigoria ancora per una stagione. Nel suo contratto da circa 3,6 milioni, con bonus che lo possono far lievitare fino a 4,2 milioni, c’è infatti la clausola che con la metà delle presenze stagionali il rinnovo sarà automatico, con un ingaggio diverso a seconda se la squadra si qualifiche­rà in Champions League oppure nelle altre coppe europee. Morale: se si pensa che da qui alla sosta della stagione per via del Mondiale ci sono 12 partite, qualora il trend iniziale fosse confermato, il centrocamp­ista scavalcher­ebbe il traguardo delle venti presenze già a novembre. Numeri da primato.

La scalata Nonostante i 34 anni, insomma, il calciatore serbo sembra pronto a vivere una nuova giovinezza qui in Italia. Lo dimostra come, insieme alla famiglia (la moglie Aleksandra e i figli Filip, Tea e Anika), si sia messo sotto per imparare la lingua e per integrarsi in un contesto nuovo, dopo aver trascorso gli ultimi otto anni in Inghilterr­a. Chi lo conosce da vicino racconta come uno dei suoi punti di forza sia proprio il carattere, forgiato soprattutt­o negli anni giovanili. Matic, infatti, non è stato un predestina­to che ha avuto tutte le porte spalancate. Alcuni all’inizio non hanno creduto fino in fondo nel suo talento, cosicché da ragazzo ha peregrinat­o dai settori giovanili delk Partizan a quello della Stella Rossa, anche se l’esordio arriva solo nello Jedinstvo, scivolando poi nel Kolubara. È il Kosice che lo valuta davvero, tanto da farlo entrare nei radar del Chelsea. Il club londinese, però, non crede subito nelle sue qualità, tanto da darlo prima in prestito al Vitesse, per poi cederlo al Benfica. In Portogallo, però, arriva la definitiva consacrazi­one, che costringe lo stesso Chelsea a riacquista­rlo per 25 milioni, dopo averlo venduto per milioni. Da quel momento, parliamo del 2014, tutto diventa storia nota, con Matic che, a 26 anni, è pronto a far decollare la sua carriera, ricca finora di sei trofei e 48 partite in nazionale. Ma la fine non è ancora stata scritta. Sarà la Roma, forse, a raccontare l’ultima parte dell’avventura di un gigante serbo che non si è mai arreso davanti alle incomprens­ioni.

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