La Gazzetta dello Sport

È un Mondiale al

O BAGNAIA? VORREI L’APRILIA ANCORA CAMPIONE»

- Di Paolo Ianieri

Biaggi: «Fabio e Pecco favoriti alla pari, ma io spero in Espargaro. Un titolo di Noale come ai miei tempi sarebbe magico»

E

si riparte da lui. Perché anche se con Max Biaggi il focus della chiacchier­ata è parlare di questo emozionant­e finale a 3+1 del Motomondia­le — Fabio Quartararo che deve difendersi dal ritorno veemente di Francesco Bagnaia e da quel rapace di Aleix Espargaro che continua a girargli in tondo sulla testa, Enea Bastianini che prova a restare aggrappato con le unghie al treno iridato — non puoi non cominciare da Marc Marquez. Che dopo la pole position sotto l’acqua di Motegi, in quella che è solo la sua seconda gara dopo la quarta operazione al braccio, si è preso subito i riflettori. «Me l’aspettavo? No, come credo che non se l’aspettasse nessuno — esordisce Biaggi — anche se in quelle condizioni infime un pensierino a un certo punto ce l’avevo fatto anch’io. Perché Marc sa sempre fare la differenza».

3L’ultima sua pole era stata a Motegi 2019, 1071 giorni fa.

«Sembra quasi fosse scritto nel destino. Ora sono curioso di vedere che Marquez ritroverem­o dopo tutte queste operazioni, forse uno consapevol­e di non potersi più fare male, anche se poi quando sei lì che corri non ci pensi. La sua indole comunque è quella di uno che ci proverà sempre, ma non è detto che il futuro sia sempre uguale al passato».

3Dominerà come prima o gli altri piloti se la giocherann­o?

«Visto come era rientrato ad Aragon, anzi, già ai test di Misano, e vederlo andare così forte dopo non aver guidato quattro mesi, qualche domanda te la fai. Non so se sarà ancora il dominatore o meno, ma so che senza di lui non abbiamo ancora visto tutto. Ci mancava Marc, anche perché il suo ritorno magari metterà

Bagnaia è forte ma Bastianini ora l’ha un po’ ridimensio­nato

in discussion­e qualcun altro. Se non tutti. Se c’è uno che per velocità, ostinazion­e e talento ha questa capacità nella MotoGP di oggi, è lui».

3 Se fosse un suo rivale, sarebbe più preoccupat­o o galvanizza­to dal suo ritorno?

«Se lui fosse già al 100% sicurament­e la prima, ma in questo momento mi sentirei più elettrizza­to, anche perché uno come lui aumenta spettacolo e livello».

3 È un Mondiale che comunque le sta piacendo?

«Sì, è un bel campionato, combattuto, con distacchi minimi».

3 Fino a poche gare fa sembrava che Quartararo l’avesse già messo in cassaforte.

«Vero, però di Yamaha ce ne sono quattro e va forte uno, di Ducati ce ne sono 8 e vanno forte tutti, e anche qui qualche domanda uno se la fa. Per esempio, cosa farebbero Quartararo o Marquez se guidassero una Ducati? O una bella Aprilia?».

Lo vede ancora come favorito?

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«Adesso no, Pecco gli sta mangiando punti gara dopo gara, e Fabio è nella fase del topolino che vede arrivare il gatto. Ma Quartararo è uno coriaceo che ha tante qualità, non brilla a livello tecnico, ma lì non dipende da lui: la M1 ha sicurament­e dei pregi, ma nella totalità della gara sembra che al momento questi punti di forza non lo aiutino troppo».

3 Bagnaia la convince?

«Lo vedo bene, è forte e consistent­e. Ma lo avrei visto in ancor più forte ascesa se non fosse stato per Bastianini che lo ha un pelino ridimensio­nato. Non ci fosse stato Enea, Bagnaia sarebbe stato sicurament­e quello che avrebbe

Marquez in pole mette il dubbio: che cosa farebbe con una Ducati?

potuto portare il Mondiale a casa per la Ducati, ma con quattro vittorie e senza avere la squadra ufficiale, anche se Gresini è un gran team, pure Bastianini ha grandi potenziali­tà per riuscirci».

3Sarà

una coppia che funzionerà, o prevede scintille?

«All’inizio non vedo problemi, ma poi... questo è uno sport individual­e, vince uno solo ed è inutile farsi domande su come coabiteran­no nello stesso team».

Entriamo nel “suo” box, quello Aprilia. È sorpreso che Aleix sia ancora in lotta a così poche gare dalla fine?

3 «Assolutame­nte sì. Sono sempre nella top 5 o appena fuori, l’Aprilia ha trovato stabilità nei risultati e Aleix è diventato un top rider come non era mai stato. E questo è successo perché intorno al progetto sono cresciuti tutti: quando tutto funziona, e la moto oggi va davvero forte, anche tu come pilota sei portato a migliorare. In questo senso anche l’arrivo di Viñales è stato molto positivo.

Non so se sarà l’unica occasione di Aleix di lottare per il titolo, ma che sia la più grande di sempre sicurament­e sì. E non tanto perché lui calerà, ma perché ora arriva anche Bastianini, ci sarà Marquez, e, guardando in casa Aprilia, sta crescendo anche Maverick».

3 Lotterà per il Mondiale 2023? «Aprilia è stata brava a metterlo a suo agio, ma se la pressione sale, la tranquilli­tà va e viene. Voglio aspettare prima di dare giudizi».

Chi vince il Mondiale?

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«Come dici sbagli. Tra Bagnaia e Quartararo, che sono fortissimi e hanno grandi chance, io ci voglio mettere, anche magari con un po’ di fortuna, Espargaro. Un Mondiale a Noale sarebbe bellissimo, vedere che dopo i miei titoli in Superbike la favola continua, avrebbe un sapore magico».

presa il quinto titolo nelle ultime sei edizioni (dunque dal 2017), con la sola Elisa Balsamo, l’anno scorso, capace di inserirsi in questa serie. Mentre Van Vleuten conta ormai 98 successi, ben 82 dei quali arrivati dopo i 30 anni e la prospettiv­a di arrivare in tripla cifra dietro l’angolo.

Ritratto «Il 2020 è stato l’anno in cui il mondo è stato sconvolto dalla pandemia, e non ho potuto correre molto con la maglia arcobaleno. Stavolta me la godrò fino in fondo, ne sono fiera», ha aggiunto Annemiek, che al ciclismo è arrivata tardi. Già: giocava a calcio e provava con l’equitazion­e, oltre a studiare e a non disdegnare le feste fino all’alba o quasi. Si è laureata in epidemiolo­gia, dopo la tesi ha cominciato a lavorare in un ufficio. «Ma non riuscivo a vedermi seduta in una stanza per tutto il giorno. Sapere com’è la vita vera, quella normale, mi fa apprezzare di più la mia». Dopo un paio di menischi saltati, è stato praticamen­te automatico virare verso il ciclismo. «Potevo solo nuotare e pedalare, ma il nuoto non era il mio genere. La bici invece era un modo per stare all’aria aperta con altre persone». Il primo club fu il WV Ede, e un tecnico le consigliò di fare dei test: andava in pista di notte, visto che di giorno lavorava. Niente però che le avesse impedito di ottenere dei punteggi al livello delle migliori olandesi del momento. Era il 2007, da allora non ha più smesso di migliorars­i.

Dolore Poi sarebbe da aprire un capitolo a parte su Annemiek e la convivenza con il dolore. Non è troppo lontano il Mondiale di Imola 2020, quando corse un polso incrinato: argento. Più indietro, l’incidente al Mondiale di Innsbruck, la frattura di una gamba, i timori, il ritorno ad altissimo livello. Ancora: Olimpiade di Rio 2016, già, perché in Brasile non era stato solo Nibali a cadere mentre era lanciato verso l’oro. A Van Vleuten successe a 12 km dal traguardo e fu un disastro: grave commozione cerebrale, terapia intensiva, tre vertebre rotte, la sensazione di un percorso drasticame­nte interrotto. Invece un mese dopo vinceva il Giro del Belgio. Più di qualcuno ha notato come Annemiek— abituata a pedalare anche con gli uomini, vedi un tour da Portogallo alla Spagna con i gemelli Yates — faccia un altro sport. Così non è stato sorprenden­te vedere sul web, accanto al suo nome, tanti disegni di... capre. Perché capra in inglese si dice goat, e goat è anche l’acronimo di greatest of all time, il (la) migliore di sempre. C’è forse bisogno di aggiungere altro?

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Sui due futuri compagni in Ducati
Max Biaggi Sui due futuri compagni in Ducati
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GETTY I tre cavalieri Da sinistra Fabio Quartararo, 23 anni, Aleix Espargaro, 33, e Pecco Bagnaia, 25
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